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Girl from the Other Side di Nagabe, editto da J-Pop,si presenta ottimamente già dalle varie cover dei volumi (11) ed infatti proprio incuriosito da esse, l'ho scoperto e l'ho seguito fino alla recente fine. Una storia narrata in maniera egregia tramite un buon uso di immagini e dialoghi perfettamente orchestrati che danno veramente grande spessore ai due personaggi protagonisti.

La trama come ogni fiaba che si rispetti ha inizio in un bosco. Qui avverrà il risveglio di una bambina (Shiva) che ha come compagnia uno strano mostro nero che lei denomina "Maestro". Particolarità è che i due per quanto siano legati a livello affettivo, non possano toccarsi. Il motivo è dato da una maledizione che separa in maniera netta il mondo in cui si svolge l'opera: da una parte il mondo civilizzato che si isola tramite le mura, dall'altra il mondo naturale, selvatico, del bosco in cui si aggirano i "mostri" o come noti nell'opera gli "Esterni" che si presentano neri, con fattezze di animali demoniaci che non possono ad esempio più percepire il gusto e gli odori.

Se questi toccano coloro che vivono all'Interno, ne propagano la maledizione e per questo il "Maestro" per tutelare la bambina Shiva, non può assolutamente sfiorarla.


Per quanto i toni iniziali siano quelli di una classica fiaba, con il progredire della lettura e dei numeri, i toni si fanno sempre più cupi e maturi, interessante anche lo stile di disegno che si presenta con una buona gestione degli inchiostri tale da far risaltare ottimamente il bianco ed il nero(che non è solo scelta stilistica ma interna allo sviluppo della stessa trama). Le emozioni dei personaggi sono palpabili ed oltre alla gestione perfetta dei due personaggi protagonisti, Shiva ed il Maestro, anche i personaggi secondari fanno la loro parte e riescono a rimanere impressi.

Se ci si aspetta una storia avventurosa, questo non è il caso del manga in questione, ma se si ricerca una storia capace di unire sentimenti a questione filosofiche e introspezione sulla natura umana e sulla religione, non verrete delusi.

Un plauso anche all'incipit di "Girl from the Other Side", in cui senza ricorrere ad alcuna forma di dialogo e con giusto tre tavole, riesce a presentare in modo soddisfacente l'intera opera: infatti vediamo un bosco, poi un elemento artificiale secchio, quindi mondo civilizzato e poi le mani di Shiva, che si stirano da un lungo sonno, quindi infanzia e lato onirico, tutti elementi che saranno man mano sviluppati nell'opera.

Un manga che non può mancare nella vostra collezione anche solo per la bellezza delle immagini. Come ultima nota segnalo il sottotitolo "Siúil, a Rún" che è una popolare canzone irlandese che per melodie e senso si adatta perfettamente alle avventure di Shiva e il Maestro. Se siete capaci di farvi catturare dallo spessore dei personaggi, non potrete che rimanere soddisfatti dal manga di Nagabe.