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In un futuro non troppo lontano, almeno al momento della stesura dell’opera, il Giappone ha avuto il suo primo ministro donna che, per fermare la decadenza dello spirito femminile nipponico, ha fondato sull’isola artificiale Amazon, la Amazon Academy. Ovvero la solita scuola per sole donne ove le muliebri fanciulle potranno ricostruire lo spirito di una Yamato Nadeshico.
La nostra protagonista inizierà a studiare per scoprire le vere cause della morte della sorella che, appunto, ha perso la vita ma nessuno ha voluto spiegare il perché. Peccato che, così facendo, verremo catapultati in un incubo, dato che il ministro, comportandosi da sergente Hartman , ha stabilito che le ragazze debbano diventare delle vere guerriere (o teppiste assetate di sangue). Lo scopo della vita scolastica, infatti, finite le lezioni, consisterà nel rubare alle compagne la stelletta di cui ciascuna è dotata. Finché la si possiede sarà possibile vivere la propria vita scolastica con privilegi e tranquillità, mentre esserne sprovviste significherà essere trattate come bestie. E dato che averne più di una porta a privilegi ancora più grandi o a maggior sicurezza in caso ne si perda una…. Se a ciò si aggiungono una professoressa sadica, un membro del consiglio studentesco che è una spadaccina mezza matta, una nemica amica, una studentessa che sembra Jotaro Kujo e, infine, una fuori di testa che sembra Hulk Hogan in gonnella e che potrebbe cambiare il nostro destino avremo un quadro della situazione folle in cui la nostra dovrà districarsi.
La grafica e la regia sono mediocri, non malvage ma nemmeno buone. Il finale, poi da una parte è buono perché risolve il thriller su cui la storia è basata, ma d’altro canto , basandosi su un idea d’organizzazione politica non necessariamente condivisibile, non permette di esprimere un giudizio sull’opera che sia universale, ma solo soggettivo.
In conclusione abbiamo un manga violento e molto trash cui, personalmente, più di cinque non posso dare