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In occasione dell'annuncio a Lucca 2021 della pubblicazione in Italia dell'opera successiva a questa ("Bokura No Shikisai"), mi sembrava doveroso scrivere una recensione per quello che, a mio avviso, è, forse il miglior manga a Tema LGBT a oggi pubblicato in Giappone: "Il Marito di Mio Fratello", il cui titolo giapponese è "Otouto no Otto", infatti, è un viaggio nel mondo omossessuale così toccante e delicato che, almeno per chi scrive, potrebbe far commuovere chiunque, anche la persona più rigida e radicale. L'autore, Gengoroh Tagame, dopo essersi dedicato a Manga Erotici Bara (Ovvero manga a tema gay realizzati per i gay), decide di optare per un cambio di rotta e sceneggiare e disegnare un'opera adatta ad ogni genere di pubblico. È una persona ormai navigata in questo campo, un maestro del genere, e la sua penna è, forse, la più adatta a rappresentare un mondo che, al giorno d'oggi sta cercando prepotentemente di ottenere ovunque il suo riconoscimento e la sua universale accettazione.

La bellezza di questa storia ci viene già presentata sin dall'inizio, quando Yaichi, il tipico giapponese medio single, si trova davanti alla porta di casa sua un uomo peloso, alto e nerboruto: il suo nome è Mike, il quale si dichiara essere il marito di suo fratello gemello, Ryoji, defunto di recente in Canada, dove si era trasferito da piccolo. Yaichi non sa come rapportarsi all'ospite: è così diverso da lui, è così sbadato, parla un giapponese un po' storpiato...e, per di più, è l'ormai ex-coniuge del fratello, con cui si era sposato. Agli occhi di un giapponese, il matrimonio omosessuale suona veramente strano e così fuori dal mondo. A stemperare la tensione, ci pensa sua figlia di cinque anni, Kana, avuta dal suo precedente matrimonio e che è stata affidata a lui, che, tuttavia, non vede tutte queste stranezze e sembra affezionarsi all'istante allo Zio.

La presenza di questi tre personaggi, così diversi eppure così uguali tra loro, permette di creare una chiave di lettura dell'opera sotto molteplici aspetti, tant'è che qualsiasi lettore può immedesimarsi. E questa è una cosa a dir poco straordinaria. Yaichi rappresenta, in un certo senso, l'omofobo medio che vede inizialmente di mal'occhio il suo ospite ma poi, piano piano, attraverso un percorso psicologico interiore, riesce, con non poca fatica, a sciogliere il gelo del suo cuore e a capire che l'omosessualità non è né una malattia né un motivo per cui odiare qualcuno. Kana rappresenta invece l'ingenuità, quell'ingenuità casta e pura che caratterizza i bambini che non si fanno domande sul perché ma sul come rispettare il prossimo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. Mike, infine, è l'omosessuale vero e proprio il cui ruolo è quello di smontare tutti i pregiudizi di odio che gli omofobi hanno nei confronti delle persone come lui. Un omaccione altissimo che, a primo impatto potrebbe incutere timore ma che, in realtà, si rivela essere la persona più buona e dolce del mondo, soprattutto nel suo rapporto con la sua adorata nipotina Kana.

Passiamo ai disegni. Per uno come il sottoscritto che ha letto anche le opere più esplicite del Maestro, devo ammettere di aver trovato un leggero calo qualitativo nella rappresentazione delle tavole, caratterizzate da moltissimi vuoti negli sfondi. A volte, i personaggi sembrano quasi immersi nel nulla cosmico. Manca un po' di profondità nelle scene. Credo, tuttavia, che questa sia una scelta dell'autore che, "abbassando" il livello del pubblico, abbia a sua volta "abbassato" il tratto profondo che caratterizzava le sue opere precedenti, rendendolo quasi più "bambinesco": in alcune scene comiche o divertenti, per esempio, i volti dei personaggi sono rappresentati con due puntini (gli occhi) e con una riga semplice orizzontale (la bocca). Ammetto essere un mio limite, visto che in questo caso è senza alcun dubbio fatto apposta, però dopo essermi abituato a dei disegni spettacolari, forse mi sarei aspettato qualcosa di simile e di altrettanto bello. Niente da dire invece, per i corpi (naturalmente quelli maschili), disegnati con una precisione quasi maniacale, che sono, a quanto pare, un piccolo retaggio della produzione precedente.

Oltre ai temi sopra trattati, quest'opera riassume in sé una marea di temi LGBT e non che chiunque potrebbe far proprio, dal dualismo Coming Out-Outing alla discriminazione e al pregiudizio in generale come concezioni da ripudiare e da rifiutare. il tutto, analizzato spesso con gli occhi della persona più ingenua della storia, ovvero la piccola Kana, che ci fa tornare bambini e ci mette davanti riflessioni tanto profonde che vengono, però, tratteggiate con una leggerezza a dir poco disarmante. Veramente pazzesco come tutto si amalgami così tanto alla perfezione. Oltretutto, la breve lunghezza della storia (appena 4 volumi) permette al lettore di metabolizzare questa serie di concetti e di costruirsi intorno ad essi una nuova visione del mondo senza neanche togliersi tanto tempo.

In conclusione, "Il Marito di Mio Fratello" è un'opera a sfondo pedagogico che inviterei a chiunque di leggere, dal bambino di 10 anni al giovane adulto che sta per immergersi nel mondo del lavoro, all'adulto e al pensionato che pensano ormai di aver avuto tutto dalla loro vita. Così come "Il Piccolo Principe" ci prende per mano e ci scalda il cuore con le sue riflessioni, questo manga rappresenta forse uno dei tentativi più riusciti di comprendere una società che, oggi, diventa sempre più complessa e richiede nuove idee, nuove esigenze e nuove accettazioni. Un'opera necessaria, a tratti commovente, a tratti divertente, veramente alla portata di tutti.