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Un’antologia di racconti firmata Takahashi è sempre una garanzia di qualità , anche per chi, come me, non è mai stato innamorato del suo stile di disegno. Ma il tema di questa raccolta è sorprendente, i protagonisti non saranno ragazzi o giovani donne ma, a l contrario, uomini davvero vissuti, giunti a sessant’anni. In più tutte le storie, salvo forse una, sono davvero verosimili ed incarnano la malinconia di quella strana età , in cui la giovinezza è davvero finita, le forze calano e, per quanto non lo si voglia vedere, arriverà presto la vecchiaia a date l’ultimo colpo. Per cui non vi è da stupirsi se un uomo in quell’età non provi la patetica tentazione di buttarsi in una nuova, ultima avventura, magari accanto ad una donna giovane che sembra attratta dalla tua canizie.Specialmente se tua moglie è già morta o, al contrario, ti maltratta. O se vivi in quel limbo tutto giapponese in cui a sessant’anni devi smettere di lavorare e andare in pensione, ma l’assegno ti arriverà solo a sessantacinque anni o più. Certo non posso non trovare questi personaggi un po' patetici enon posso non notare come in essi non vi sia una certa maturazione grazie alle esperienze vissute, cosa rara nel mondo della divina. E non posso negare che un racconto mi abbia affascinanto anche perché avevo appena visto l’anime Re life, segno che il desiderio di tornare giovani di un decennio o due può venire non solo a chi è giovane. Storie più malinconiche che divertenti, ma va bene così e che consiglio vivamente a tutti, indipendentemente dall’età e dalla conoscenza della divina. Del resto non si può negare una strizzata d’occhio al realismo magico di Murakami o a quella bella vignetta di Altan che diceva :”Ma perché la vecchiaia deve venire a noi vecchi che siamo già tanto patetici?”

voto 9