Recensione
Koikimo
8.0/10
Voglio spezzare una lancia a favore di "Koikimo", un anime che in qualche modo mi ha fatto tornare la voglia di dare fiducia anche a quelle storie che sulla carta, da un piccolo riassunto, non sanno catturare il mio interesse.
Disclaimer dovuto, anzi, dovutissimo: la differenza di età dei protagonisti è tanta (dieci anni), ed è ancora più pesante vista l'età di Ichika, la protagonista diciassettenne. Se un "age gap" così importante non è cosa per voi, allora probabilmente potete (e dovete) accantonare la visione di "Koikimo".
Eppure, sebbene nella vita reale una differenza simile farebbe storcere ben più di un naso, in un universo dove i bellocci giapponesi sono biondi con gli occhi azzurri, e con un colpo di manico d'ombrello puoi salvare qualcuno da un ruzzolone mortale giù per le scale della metropolitana, la relazione tra Ichika e Ryo funziona. Forse anche perché, a parte il completo elegante e l'andare in ufficio, Ryo non è poi così diverso da quanto sarebbe se avesse una manciata di anni di meno, e nella loro relazione il coltello dalla parte del manico ce l'ha decisamente Ichika.
La trama è semplice, e che la storia andrà a parare dove andrà a parare è senza dubbio palese: e io ne sono incredibilmente contenta, mi sarei sentita indignata e in qualche modo tradita se così non fosse stato. Il bello è proprio farsi accompagnare lungo la via da "Koikimo" e dal suo cast, da un inizio più divertente e scherzoso, con Ichika che faticosamente sopporta le esplicite dichiarazioni d'amore del bel Ryo, fino a un finale in cui i sentimenti dei due protagonisti sono messi a dura prova, principalmente proprio da loro stessi.
Ci sono i rivali in amore e ci sono le incomprensioni che ci si aspetta in una storia romantica, ma, anche grazie alla breve durata dell'anime, il tutto scorre molto in fretta, non lasciando quel tipico sapore pesante di triangolo/quadrangolo/ottusangolo amoroso, più tipico forse degli shoujo di una volta. E da amante delle ciclicità e dei parallelismi, se così si può dire, ho apprezzato moltissimo che l'ultimo episodio si concluda, in sostanza, là dove è iniziato il primo.
Menzione d'onore alla sigla di apertura, "Monochrome City" degli ACE COLLECTION, che, oltre ad essermi piaciuta un sacco come canzone, visualmente è anche un'ottima e perfetta sintesi di tutto l'anime: se, guardandola, vi viene da pensare che non vi dispiacerebbe se il tutto durasse dodici episodi invece di un paio di minuti scarsi, allora siete a cavallo, e "Koikimo" fa per voi!
In breve: una volta passato lo scoglio dell'improbabile differenza di età dei protagonisti, "Koikimo" è esattamente quello che si propone di essere. Una storia d'amore semplice ma emozionante, con un lieto fine tanto annunciato quanto meritato. Consigliato a chi ogni tanto non ne può più dei colpi di scena e delle cose troppo complicate e apprezza i cavalier serventi innamorati e le loro dame un po' disgustate.
Disclaimer dovuto, anzi, dovutissimo: la differenza di età dei protagonisti è tanta (dieci anni), ed è ancora più pesante vista l'età di Ichika, la protagonista diciassettenne. Se un "age gap" così importante non è cosa per voi, allora probabilmente potete (e dovete) accantonare la visione di "Koikimo".
Eppure, sebbene nella vita reale una differenza simile farebbe storcere ben più di un naso, in un universo dove i bellocci giapponesi sono biondi con gli occhi azzurri, e con un colpo di manico d'ombrello puoi salvare qualcuno da un ruzzolone mortale giù per le scale della metropolitana, la relazione tra Ichika e Ryo funziona. Forse anche perché, a parte il completo elegante e l'andare in ufficio, Ryo non è poi così diverso da quanto sarebbe se avesse una manciata di anni di meno, e nella loro relazione il coltello dalla parte del manico ce l'ha decisamente Ichika.
La trama è semplice, e che la storia andrà a parare dove andrà a parare è senza dubbio palese: e io ne sono incredibilmente contenta, mi sarei sentita indignata e in qualche modo tradita se così non fosse stato. Il bello è proprio farsi accompagnare lungo la via da "Koikimo" e dal suo cast, da un inizio più divertente e scherzoso, con Ichika che faticosamente sopporta le esplicite dichiarazioni d'amore del bel Ryo, fino a un finale in cui i sentimenti dei due protagonisti sono messi a dura prova, principalmente proprio da loro stessi.
Ci sono i rivali in amore e ci sono le incomprensioni che ci si aspetta in una storia romantica, ma, anche grazie alla breve durata dell'anime, il tutto scorre molto in fretta, non lasciando quel tipico sapore pesante di triangolo/quadrangolo/ottusangolo amoroso, più tipico forse degli shoujo di una volta. E da amante delle ciclicità e dei parallelismi, se così si può dire, ho apprezzato moltissimo che l'ultimo episodio si concluda, in sostanza, là dove è iniziato il primo.
Menzione d'onore alla sigla di apertura, "Monochrome City" degli ACE COLLECTION, che, oltre ad essermi piaciuta un sacco come canzone, visualmente è anche un'ottima e perfetta sintesi di tutto l'anime: se, guardandola, vi viene da pensare che non vi dispiacerebbe se il tutto durasse dodici episodi invece di un paio di minuti scarsi, allora siete a cavallo, e "Koikimo" fa per voi!
In breve: una volta passato lo scoglio dell'improbabile differenza di età dei protagonisti, "Koikimo" è esattamente quello che si propone di essere. Una storia d'amore semplice ma emozionante, con un lieto fine tanto annunciato quanto meritato. Consigliato a chi ogni tanto non ne può più dei colpi di scena e delle cose troppo complicate e apprezza i cavalier serventi innamorati e le loro dame un po' disgustate.