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Tutti ci ricordiamo di "Toy Story" e dei suoi storici personaggi, dallo sceriffo Woody allo space ranger Buzz Lightyear. Ora la Pixar ha avuto l'idea di proporre al cinema una trasposizione cinematografica dedicata proprio al giocattolo spaziale più amato di sempre, sebbene non sia la prima volta, visto che nel lontano 2000 ci fu l'ottima serie animata "Buzz Lightyear da comando stellare". Ma ora si parla di un lungometraggio che ha l'ardua missione di proporci le origini del nostro space ranger preferito di sempre.

La trama sembra partire in maniera piuttosto "prepotente", dove il nostro Buzz è in missione per portare in salvo dei civili - non si sa però da cosa, e questo rende la cosa un po' confusionaria, almeno per me -, e nel frattempo atterra con la sua astronave su un pianeta per esplorarlo assieme alla sua camerata Alisha. Il pianeta risulta ostile e il gruppo è costretto a ripartire in fretta e furia, solo che nella fuga Buzz danneggia l'astronave e tutti sono costretti a rimanere sul pianeta, dove civili ed equipaggio costruiscono una base rinforzata e si stabiliscono lì, finché non si ritroverà il modo di ripartire. Buzz, per redimersi, decide di prendere parte alla missione di testare il cristallo dell'iperspazio, elemento essenziale per i viaggi interstellari e per poter lasciare il pianeta. Tale test, andato in fallimento, causa uno sbalzo di quattro anni, e Buzz vedrà Alisha e i suoi altri compagni invecchiati; nonostante ciò egli insiste a riprovare il test, e dopo vari tentativi e altri sbalzi temporali, riuscirà finalmente a compiere il test, ma invece di festeggiamenti lo aspetterà una sorpresa piuttosto pericolosa.

La trama del film è tutt'altro che "spaziale" e, se vi aspettavate una origin story fedele al personaggio del Buzz Lightyear che abbiamo imparato a conoscere, temo dovrete ricredervi. Il Buzz di questo film è più una sorta di surrogato dell'originale, e tra l'altro fin troppo noioso, oltre che troppo orgoglioso del suo ruolo, e, nonostante le varie citazioni prese dai film di "Toy Story", non riesce a risvegliare nessun effetto nostalgia. Il resto del cast non è proprio memorabile, eccezion fatta per il gattino robot Sox, uno dei personaggi secondo me più divertenti in questi ultimi anni, ma una buona menzione va anche per il personaggio di Alisha: personaggio femminile omosessuale, di cui varie polemiche purtroppo non sono mancate, che ha comunque un ruolo piuttosto fondamentale nello svolgimento della trama e nei temi che offre, sebbene si siano limitati a rendere tale ruolo "spirituale" piuttosto che renderlo più presente fisicamente. Grande peccato per gli scenari del film, che purtroppo sono molto poveri e si limitano solo ad un pianeta con piante, zone rocciose, interno di una base e di un'astronave, fine; così come le scene d'azione risultano fin troppo ripetitive e si riassumo con: scappare dai robot e sparare ai robot, punto. Ma per me la cosa più grave è stata la gestione del villain del film, che, senza entrate troppo nei dettagli, più che "gestione" è uno stravolgimento scioccante e deludente. Parlando dei temi e del messaggio, anche se banali, sono comunque tutto sommato godibili, parlando di come si cerca di mettere da parte l'orgoglio, di avere fiducia in sé stessi e di come la vita va avanti, ed è inutile tentare di "riscrivere" la storia per degli sbagli del passato. Valide anche le varie citazioni di molte space opera, mostrando, almeno in parte, il lato di film parodistico della space opera.

In conclusione, un film che nonostante qualche buon contenuto delude abbastanza a livello di trama e di sceneggiatura, con un cast dimenticabile di cui pochissimi si salvano e uno storico protagonista che si è rivelato un mediocre imitatore incapace di tenere alto il nome di Buzz Lightyear.

Verso l'infinito... e oltre, fino a un certo punto.