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“Lapis Re:Lights” è uno dei molti anime che negli ultimi anni sono nati per lanciare un progetto più ampio che si sviluppa su fronti diversi, tra manga, eventuali gruppi di idol di supporto e/o, ancora meglio, videogiochi, per un traino duraturo al franchise tutto.
La storia si incentra sulla giovane Tiara, un’allegra pulzella (ma non di Orleans) che vuole entrare all’accademia di magia Flora, per diventare una strega. In quel mondo, però, le streghe non se ne vanno in giro volando con una scopa o creano pozioni rimestando il classico pentolone, bensì cantano e ballano davanti al pubblico per riscuotere successo. Praticamente un incontro tra “Harry Potter” e “Amici” di Maria.
C’è però del marcio da quelle parti (e non solo in Danimarca), e così Tiara, pur ritrovando l’amica d’infanzia Rosetta (figlia di nobili decaduti ridotti a fare umili lavori, magari anche i panettieri), finisce in un team che rischia di essere espulso da un momento all’altro. La sua nuova “vita da strega” parte dunque subito in salita.

Molto orientato al pubblico maschile, “Lapis Re:Lights” offre al pubblico un cast di personaggi principali (leggasi ampia scelta di waifu) davvero piuttosto vario, in cui ogni buon spettatore/otaku/nerd potrà trovare quella che più si adatta ai propri gusti, potendo scegliere tra i sei team di aspiranti streghe che lo compongono. Talmente ampio che i dodici episodi che compongono l’anime ne danno giusto un’infarinatura generale, a parte il team di Tiara che, essendo la protagonista, ha un po’ di attenzione in più.
Il clima è comunque disteso per buona parte della serie, con episodi da vita d’accademia che scorrono via abbastanza allegramente, riservandoci giusto un minimo di tensione nella parte finale.
Bisogna rimarcare che l’anime si presenta bene, con un disegno pulito e gradevole dei personaggi, una buonissima gamma di colori che rende tutto molto vivido e anche una certa ispirazione nella realizzazione delle ambientazioni, in special modo nella rappresentazione della cittadina che circonda l’accademia. Ma, complessivamente, è tutto piuttosto bello da vedersi.
È poi in primo piano anche la componente musicale, che ha un ruolo principale nelle meccaniche della serie. Ogni team ha infatti la propria canzone caratteristica e il suo momento musicale (anche qui magari è un assaggio di quello che si può trovare in game). Nessun brano di epocale caratura, diciamo, ma comunque un buon repertorio di idol song e di momenti musical-danzanti coreografati con parte delle sequenze in computer grafica, non certo eccellente ma neanche disturbante rispetto al 2D.

“Lapis Re:Lights” è una serie prettamente convenzionale, ma comunque tranquilla e piacevole, ben colorata e disegnata, ad ampio assortimento di waifu e con buone musiche. E per chi apprezza va più che bene così.