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Dopo i fasti della quarta e della quinta stagione mi sono avvicinato alla sesta pieno di speranze. Il tema della lotta tra Lupin e Holmes giustificava bene le mie attese, dato “Moriarty the Patriot” e, perché no, “Death Note”. Anche il tema di Daisuke Jigen che vuole lasciare il gruppo era interessante. E Lupin che sembra un assassino.

Ma ben presto è stata solo una delusione. Non si capisce dove la storia vada a parare, dato che il rapporto con Holmes non sarà quello che ci aspetteremmo, Moriarty non sarà ciò che ci aspetteremmo e poi... a metà serie butteremo via tutto per iniziare un secondo arco narrativo spiazzante, che prima prometterà di mostrarci le vere origini della madre di Lupin ma poi... Il finale inconcludente e tutto il resto, oltre all’obbligo di non ‘spoilerare’, mi portano alla conclusione che la serie sia non male, ma comunque fallimentare rispetto alla stupenda quinta stagione. Sarebbe stato meglio chiudere in una dozzina di episodi, chiudendo l’arco di Holmes ma con più profondità, e poi fare una settima serie di ritorno al Giappone e alle origini.

La grafica è buona, la personalità di Lupin indecifrabile, perché alterna il cinismo della prima serie a una maggiore giocosità, ma, comunque, non mi convince. Come la sua giacca, d’un colore strano, perché ricorda la giacca verde, ma, allo stesso tempo, non lo è. Personalmente, ho trovato interessante il dilemma posto negli ultimi episodi dalla serial killer: piena d’odio per la maestra che le ha rovinato la vita, sta cercando d’ucciderla per averla derubata. Ma se vuoi ucciderla non significa forse che un po' di quanto ti ha insegnato ti è rimasto dentro e quindi non hai il diritto di farlo?
La grafica e la regia sono davvero buone, le sigle carine. Molto gradevole Fujiko, che si rivela più dolce e meno opportunista, cosa che ho gradito molto. Zenigata rimane un poliziotto tutto d’un pezzo e i suoi due aiutanti si rivelano molto abili.

Come voto sarei tentato di dare 5 per la delusione, ma, con obiettività, assegno 6.