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7.0/10
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«Fenrir» è un manga, ideato da Chūgaku Akamatsu e disegnato da Mioko Ōnishi, dal notevole impatto iniziale, ben narrato e con continui riferimenti storici interessanti, che si perde poi in un finale sbrigativo.

Una forma di vita extraterrestre entra in contatto con un giovane dall’incredibile destino. I due decidono di aiutarsi a vicenda per raggiungere i propri scopi. Eppure il mondo è tanto grande da far pensare di altri patti simili in altre parti molto lontane, ma forse, in una storia dove tutto può accadere, più vicine di quanto si pensi.

«Lui non è morto oggi, non era vivo sin dal principio.»

Il giovane Temüjin Borjigin è il futuro Gengis Khān, un personaggio molto famoso per quanto pochi sappiano della sua vita. Si trattava di un’epoca brutale, spaventosa, dove la violenza era necessaria perfino per sopravvivere. Un adattamento fedele sarebbe stato cruento, non adatto a un vasto pubblico, «Fenrir» racconta una versione edulcorata della sua giovinezza. La morte accompagna i suoi giorni, il sangue sgorga tra alleati e nemici ma non vi sono esagerazioni, rendendo la lettura piacevole per tutti.

I personaggi nella caratterizzazione sono fedeli a quelli storici, ritroviamo la dolce Börte, l’astuto Toghrul, l’abile Khasar. Si respira un’aria di altri tempi in queste pagine, dove è facile perdersi in un sogno di terre lontane e, nel suo modo di raccontare il vissuto di questi personaggi, affascinanti e fiabesche. Viene il desiderio di approfondire quanto qui accennato e in questo l’opera è davvero riuscita.

La componente fantascientifica è affidata a queste sorti di alieni dai poteri imprecisati, quasi a giustificare imprese realmente effettuate senza l’uso di artifici magici o altro. La realtà sembrerebbe giustificare la fantasia ma nessuna fantasia raggiunge la realtà, nel bene e nel male. Interessanti, ma poco sfruttati questi esseri senzienti e mutaforma, limitandosi a essere una spalla per il protagonista, anzi per i protagonisti, consiglieri o ammiratori a seconda dei casi.

«Coloro che sono morti oggi sono stai i primi a offrire ogni stilla del loro coraggio per cercare di cambiare questo mondo. Per questo motivo, dobbiamo onorarli.»

Il linguaggio ricercato amplifica la sensazione di epicità nel leggere questi volumi. La storia scorre benissimo fino al finire del terzo volume, quando si preferisce cambiare improvvisamente registro alterando la storia e preferendo l’idea di una sfida tra due leggende storiche, tra Gengis Khān e Minamoto no Yoshitsune. L’idea di base verrà giudicata dai lettori, loro la troveranno una scelta felice o infelice in base ai propri pensieri, di certo parliamo di uno dei personaggi più affascinanti della storia giapponese. Questo espediente alla "Record of Ragnarok" poteva portare a molti risvolti interessanti, come a una lotta tra due eserciti tra tutti i componenti più celebri, tra le tante strade possibili forse si è scelta una di quelle più banali, dal minore impatto emotivo per il lettore.

Il tratto è piacevole, le scene d'azioni chiare e comprensibili, non vi sono, a discapito del periodo storico narrato, scene troppo cruente. Abbiamo avuto modo di apprezzare lo stile del disegno in Italia in passato con "Battle Royale - Angel's Border", altra opera disegnata dal talentuoso Ōnishi.

Il finale, in realtà, non convince e non poteva convincere, non terminando le avventure reali del grande conquistatore e neanche la parte fantascientifica lasciata in sospeso. Lascia l'amaro nel lettore alla fine di una lettura, deliziato in precedenza dagli scorci storici letti e dalla fantasia accennata dell'autore.
I volumi hanno una pregevole sovra-copertina, il box è consigliato visto la qualità risultando ottimo come idea regalo.

Consigliato a chi cerca di avvicinarsi a un passato interessante e poco conosciuto della storia.