logo GamerClick.it

-

Ci troviamo davanti non a un capolavoro assoluto, come tanti sostengono, né tantomeno a una schifezza, come qualcuno, secondo me inspiegabilmente, vuole convincerci.
"Violet Evergarden" ha sicuramente qualche difetto, dopo ne parliamo, ma ha una storia originale e coerente, è supportato da un ottimo comparto tecnico (e almeno qua siamo tutti d'accordo), affronta temi importanti in maniera assolutamente decorosa.

Violet è un'orfana e viene usata come strumento di guerra. A soli dieci anni viene regalata (sì, proprio come gli schiavi) a un maggiore dell'esercito molto gentile e premuroso. Una volta finita la guerra e morto il maggiore, l'unica persona al mondo per Violet, lei ne esce profondamente segnata. Viene presa sotto l'ala di un altro ufficiale dell'esercito, che la fa lavorare nella sua fabbrica, dove rimane affascinata da un lavoro: le bambole di scrittura automatica. È un lavoro che non esiste nel nostro mondo, ma si ispira al fatto che una volta c'era tanto analfabetismo ed era usanza, specie nei paesi, rivolgersi a uno dei pochi alfabetizzati per farsi scrivere una lettera... di certo però si trattava di un puro lavoro meccanico, non si cimentavano di certo nell'interpretazione dei sentimenti altrui, cosa che invece fanno le suddette bambole. Ma questo è un dettaglio importante, fatto appositamente per lo sviluppo della trama, perché Violet, apatica e quasi robotica (il dettaglio delle braccia meccaniche lo sottolinea), ha un ultimo ricordo del maggiore che però non riesce a capire: la sua dichiarazione d'amore. Dunque Violet, svolgendo questo lavoro, spera di capire il significato di quelle parole, perché si compia la memoria dell'adorato maggiore.

Dunque, l'intera serie si basa semplicemente sul seguire le vicende di Violet, che a poco a poco la introdurranno al mondo sentimentale. Non dobbiamo stupirci, né tantomeno criticare, che siano quasi tutte storie autoconclusive, hanno senso perché il lavoro di Violet consiste proprio nel fare tanti piccoli viaggi e conoscere tante persone, ognuna delle quali aggiungerà un pezzetto alla sua complessa personalità.
Possiamo dividere la storia in due fasi: nella prima Violet vive nella completa apatia, nella seconda invece, in seguito a un evento che la sbloccherà, sperimenterà un'eruzione di sentimenti (le storie saranno appositamente più strappalacrime). Il finale è coerente con le premesse, ovvero alla fine Violet troverà la soluzione all'enigma, il suo viaggio alla ricerca delle emozioni avrà un compimento.
Si possono discutere alcuni episodi meno sensati, più noiosi, un po' ripetitivi fra loro (queste le critiche più frequenti), ma alla fine è tutto coerente con la trama e questa è la cosa più importante.

Ho visto tante critiche all'inconsistenza dei personaggi secondari. Non sono per nulla d'accordo, per due motivi: Violet è la protagonista indiscussa di questa opera (che non a caso porta il suo nome), e questo implica un certo 'prot-centrismo'; le storie sono autoconclusive, quindi ovviamente ogni personaggio incontrato ha poco tempo a disposizione, e comunque riescono quasi tutti a lasciare qualcosa, ad emozionarci.

Una critica su cui invece mi trovo in linea è sulle scene d'azione un po' esagerate e non coerenti con il tipo di opera. Sicuramente il difetto principale, insieme a un eccesso di sentimentalismo qua e là, in un'opera che comunque ne ha veramente pochi.

Non mi metto neanche a commentare un comparto tecnico eccellente (giusto le musiche un po' troppo alte, che a volte sovrastano le voci) e concludo dicendo che "Violet Evergarden" va visto almeno una volta, poi può non piacere, ma rimane un lavoro di ottima fattura da mettere nel proprio bagaglio.
Il mio sarebbe un 7,5, ma arrotondo a 8 come premio per avermi anche fatto commuovere.