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Sono passati più di vent'anni da quando l'anime di "Trigun" è stato trasmesso dalla compianta "Anime Night". Un'opera che ha sicuramente appassionato ed emozionato quasi tutti quelli che l'hanno vista, perché era un anime bello, c'è poco da dire, e ci sono certe scene che ancora oggi sono ben vivide nella memoria di tutti noi. Poi è arrivato il manga, opera che differisce dalla sua versione animata, ma non meno gradevole.
È un testimone parecchio difficile da raccogliere quello di "Trigun Stampede", ma non bisogna mai essere prevenuti, perché ci sono remake o reboot che sono anche meglio delle versioni precedenti, o, come in questo caso, ci sono semplicemente nuove versioni che non hanno nulla a che vedere né con il vecchio anime né tantomeno col manga. Siete pignoli o l'amore per il primo "Trigun" vi fa partire già prevenuti? Ecco, non ci provate proprio, perché non ha senso, questo anime va visto con occhi nuovi e scevri da pregiudizi. Ed è proprio di questo anime che ho intenzione di parlare, ignorando completamente ciò che è stato.

"Trigun Stampede" è un prodotto dello studio Orange, interamente realizzato con la CGI. Personalmente non è un tipo di animazione che gradisco, ma non si può negare che ci sia della qualità. Le scene di azione sono fluide e ben realizzate, soprattutto quelle dell'ultimo episodio. Il problema di questo anime è tutto il resto. Una storia trita e ritrita, l'umanità cattiva che sfrutta e distrugge tutte le risorse del pianeta e i personaggi di contorno. La storia ci presenta, tanto per cambiare, delle navi spaziali che hanno abbandonato la Terra, poiché gli umani ne hanno esaurito le risorse, e per sopravvivere bisogna colonizzare un nuovo pianeta. Vash e suo fratello Million "Nai" Knives sono due plant, esseri che vengono sfruttati dagli umani per poter sopravvivere, ma loro sono due forme più evolute e, a differenza dei plant "normali" che vivono rinchiusi e spremuti fino al midollo, loro vivono tra gli umani, esseri per cui Vash nutre molta empatia. Ben presto si viene a creare una frattura fra Nai e Vash: il primo vuole distruggere gli umani che sfruttano i plant, il secondo vuole salvarli. L'umanità superstite viene costretta a popolare un pianeta arido e desertico, pertanto più che mai occorre usare i plant. È qui che iniziano le avventure di Vash.

La cosa peggiore di questo anime, dopo la banalità della storia, è la caratterizzazione dei personaggi. Vash è un personaggio totalmente passivo, non ha il carisma che un protagonista dovrebbe avere, non si capisce come abbia fatto a sopravvivere su quel pianeta per centocinquant'anni, visto che è braccato da chiunque e lui non solo non conosce il concetto di autodifesa, ma finisce col far morire chi gli sta intorno e che vuole aiutarlo. Abbiamo Nicholas Wolfwood, in questa edizione non più reverendo ma becchino, che, per salvare l'orfanotrofio in cui è cresciuto, ha accettato di fare e subire cose orribili. Abbiamo Meryl, che fa la giornalista e il cui unico scopo è urlare "Vash-san!". Abbiamo infine Roberto, collega e superiore di Meryl, personaggio decadente e pseudo-saggio con il vizio dell'alcolismo. Non c'è emozione in quest'opera, non c'è pathos, tutto trito e ritrito con personaggi dimenticabili e a tratti fastidiosi. Per concludere, abbiamo il super cattivo Nai, che, come nei peggiori cliché dei vecchi film brutti, è cattivo, pazzo e suona un organo. Manca solo la risata isterica e il gatto sulle gambe. Pertanto, va più che bene fare delle nuove versioni di vecchi anime anche totalmente differenti, so che possono essere prodotti riusciti. Questo è solo da dimenticare.