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“Area D”.
Premetto che a mio avviso quest'opera deve essere suddivisa in due parti, in quanto sono presenti due cicli narrativi, e probabilmente per tagli dovuti al budget o a delle scadenze, la seconda parte mi è sembrata tremendamente differente.

Ho letto questo manga un po' a scatola chiusa per non rovinarmi la lettura che è stata gradevole, ma senza mai entusiasmarmi. La storia comincia dopo la comparsa di alcuni individui dotati di poteri particolari, tali soggetti verranno denominati "altered" e verranno confinati su una prigione su di un'isola di nome "Area D". Il nostro protagonista è Jin Kazaragi, un altered di livello S, ovvero il massimo, il suo intento sarà cercare suo fratello maggiore Ren. Le tematica affrontata sarà principalmente questa sorta di eterofobia nei confronti degli altered, che spinge la civiltà addirittura a creare una prigione su di un'isola lontana dove tenerli rinchiusi. Avremo anche altri sottotemi, come la vendetta personale, il genocidio e l'uso della forza e della violenza per ottenere il potere politico. Tutto ciò accompagnato, sporadicamente, da alcune scenette comiche. Nella seconda parte invece tutte queste tematiche vengono un po' a mancare, probabilmente per la velocità con cui si svolge la storia, privandoci di quel senso di trasporto e di suspense.

I personaggi saranno ben caratterizzati senza mai fare completamente breccia nei nostri cuori, incluso il protagonista che ha un qualcosa di visto e rivisto. Nella seconda parte avremo dei nuovi protagonisti che si andranno ad aggiungere a quelli già visti, ma ahimè, anche questa volta i personaggi hanno un che di stereotipato che proprio non convince. Artisticamente parlando i disegni sono davvero piacevoli, anche se spesso ho trovato alcuni personaggi un po' "imbruttiti" da un'anatomia non proprio armonica. Per intenderci, con un fisico molto massiccio e delle caviglie da ballerina, ma ovviamente credo sia lo stile del disegnatore. La grande pecca di questo manga è il secondo ciclo narrativo che si concluderà in una maniera davvero troppo frettolosa. Vedremo alcuni nemici ben costruiti finire in un paio di pagine, personaggi secondari che verranno semplicemente dimenticati, la trama principale che prima era abbastanza lineare (a mio avviso ci sono state delle piccole dispersioni basate sugli scontri dei personaggi secondari, ma siccome il finale è stato chiuso in quattro e quattr'otto, diciamo che dò il beneficio del dubbio all'autore, sperando che tutto avrebbe dovuto avere un significato in un secondo momento, anche se poi così non è stato) poi diventerà abbastanza caotica. Il finale non riesce a rimanere impresso a causa della velocità in cui si sviluppa, anche se forse l'idea era buona.

In conclusione “Area D” è un manga sufficiente, una lettura leggera senza alcuna pretesa che purtroppo nella seconda parte cala di qualità vertiginosamente. Probabilmente lo consiglierei a qualcuno che cerca una lettura molto ispirata alle storie Marvel. Probabilmente se dovessi basarmi sulla prima parte darei un 7,9 a questo manga, ma sfortunatamente, nel totale arriva, a un 6,0 abbastanza tentennante.