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Inghilterra, fine Ottocento. La piccola Sophie lavora nel negozio di cappelli appartenuto al padre deceduto e viene tiranneggiata dalla madre a caccia di nuovi mariti. Finché non incontra il mago Hawl...

Ambientato in pieno ottocento steampunk, coloratissimo e con una punta di animazione digitale, "Il castello errante di Howl" è forse uno dei più poetici tra i film di Miyazaki. Si tratta di un'opera potente e suggestiva, l'ennesimo capolavoro di M. infarcito da animazioni semplicemente meravigliose, scene incantevoli e ambientazioni mozzafiato.

La protagonista, come spesso nei film di M., è una ragazza, determinata a trovare la sua forza interiore per superare le difficoltà della vita e comprendere la sua collocazione nel mondo. Gli altri personaggi principali, come Howl, Calcifer e la strega delle Lande, sono altrettanto affascinanti e ben caratterizzati.
Le inquadrature ricercate, la trama sospesa come sempre tra logica e magia (con messaggio pacifista incorporato), e una serie di invenzioni poetiche (che non scadono mai nello zucchero estremo), conferiscono a quest’opera un fascino incredibile. Ancora una volta il confine tra bene e male è una oscura linea non troppo definita e forse l’unica leggera caduta, è un finale (doverosamente?) lieto.

La colonna sonora di Joe Hisaishi poi, aggiunge ulteriore profondità emotiva al film, contribuendo nel creare un'esperienza coinvolgente ed indimenticabile. Tirando le somme: due ore di puro divertimento, di avventura e sentimenti, il tutto sorretto da un comparto tecnico praticamente perfetto.