Recensione
Colpo Mortale
4.0/10
"Colpo Mortale" è un'opera che parte bene, a tratti benissimo, per sfociare nel ridicolo più totale, come se ad un certo punto un pazzo avesse rapito l'autore e si fosse dilettato a finire il manga per lui.
La storia narra le vicende di un gruppo di contadini che viene assoldato da un rispettabile samurai per contrastare i modi di fare barbari di una certa fazione politica, che poi sarà protagonista della rivoluzione che da lì a poco sarebbe avvenuta (fine 1800). I protagonisti, quasi tutti realmente esistiti, soprattutto i capi politici, si presentano come "poco svegli", per poi andare avanti con la storia e sembrare un branco di deficienti, dal primo all'ultimo.
La storia, come ho detto, parte veramente bene: si evince perfettamente il modo di pensare dei contadini-samurai, combattuti tra la paura di morire in ogni istante e l'ambizione di uscire dalle catene che legano i contadini dell'epoca Edo alla povertà assoluta. Tutto questo mood viene meno a partire dal quarto volume, proprio quando la drammaticità avrebbe dovuto prendere piede; tutti gli avvenimenti cruenti, le morti di diversi protagonisti e le scene di stupro hanno scambi di battute che sembrano scritte da Boldi e De Sica, rendendo imbarazzante ogni dialogo. Più si prosegue e più ci si imbatte in un susseguirsi di battute ridicole in contesti seri ed avvenimenti mal spiegati/troppo rushati che sembra quasi che l'autore abbia voluto fare un dispetto a qualcuno rovinando un'opera che aveva tutto il potenziale per esprimere la drammaticità in cui un'intera nazione che si accinge ad essere radicalmente rivoluzionata stava riversando. Non avendo letto nessun'altra traduzione oltre quella italiana di Goen rimane per me impossibile confermare se il problema sia dell'edizione in sé o dei dialoghi originali (anche se parlando di Goen non penso sia improbabile che i problemi siano i loro, viste anche alcune parole "fuori epoca" che hanno usato ad inizio primo volume).
Alla luce di ciò, mi sento di sconsigliare fortemente la lettura, nonostante i disegni siano, nel loro particolare stile, molto più che godibili.
Voto: 4
La storia narra le vicende di un gruppo di contadini che viene assoldato da un rispettabile samurai per contrastare i modi di fare barbari di una certa fazione politica, che poi sarà protagonista della rivoluzione che da lì a poco sarebbe avvenuta (fine 1800). I protagonisti, quasi tutti realmente esistiti, soprattutto i capi politici, si presentano come "poco svegli", per poi andare avanti con la storia e sembrare un branco di deficienti, dal primo all'ultimo.
La storia, come ho detto, parte veramente bene: si evince perfettamente il modo di pensare dei contadini-samurai, combattuti tra la paura di morire in ogni istante e l'ambizione di uscire dalle catene che legano i contadini dell'epoca Edo alla povertà assoluta. Tutto questo mood viene meno a partire dal quarto volume, proprio quando la drammaticità avrebbe dovuto prendere piede; tutti gli avvenimenti cruenti, le morti di diversi protagonisti e le scene di stupro hanno scambi di battute che sembrano scritte da Boldi e De Sica, rendendo imbarazzante ogni dialogo. Più si prosegue e più ci si imbatte in un susseguirsi di battute ridicole in contesti seri ed avvenimenti mal spiegati/troppo rushati che sembra quasi che l'autore abbia voluto fare un dispetto a qualcuno rovinando un'opera che aveva tutto il potenziale per esprimere la drammaticità in cui un'intera nazione che si accinge ad essere radicalmente rivoluzionata stava riversando. Non avendo letto nessun'altra traduzione oltre quella italiana di Goen rimane per me impossibile confermare se il problema sia dell'edizione in sé o dei dialoghi originali (anche se parlando di Goen non penso sia improbabile che i problemi siano i loro, viste anche alcune parole "fuori epoca" che hanno usato ad inizio primo volume).
Alla luce di ciò, mi sento di sconsigliare fortemente la lettura, nonostante i disegni siano, nel loro particolare stile, molto più che godibili.
Voto: 4
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