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“Trouble Is My Business” è un manga scritto da Natsuo Sekikawa e disegnato da Jiro Taniguchi di genere hard boiled, pubblicato in patria a partire dal 1979 e giunto in Italia grazie a Panini nel 2014. Trattandosi ancora oggi dell’opera più anziana di Taniguchi pubblicata in Italia potrebbe rappresentare il punto di partenza ideale con cui approcciarsi al celebre autore. Sicuramente è stato per me un buon punto di inizio per rileggere cronologicamente le sue opere, anche se in retrospettiva lo ritengo un titolo semplicemente discreto.

L’aspetto più convincente del manga, così come di altre opere di Taniguchi dell’epoca è sicuramente il disegno. Nel corso della sua lunga carriera, l’autore saprà anche regalare grandi storie, ma tra le sue prime opere devo ammettere che sono ben poche quelle che mi hanno stupito sul piano narrativo. Si sono rivelate tutte invece impeccabili sul piano grafico, e “Trouble Is My Business” risulta ancor più spettacolare grazie al grande formato con cui è stato pubblicato da noi. Molto riuscita è anche la caratterizzazione del protagonista, un personaggio sfaccettato e originale, pieno di vizi e virtù. Trattandosi di un’opera composta quasi esclusivamente da capitoli autoconclusivi, la qualità delle varie storie si è rivelata più altalenante, ma tendenzialmente i racconti risultano dimenticabili, seppur non spiacevoli. La struttura stessa del manga rende la lettura non troppo appassionante, ma perlopiù apprezzabile per le atmosfere che si vengono a creare e per il carisma del protagonista.

In sostanza, “Trouble Is My Business” è un buon manga per il suo genere, con un valido protagonista e degli ottimi disegni, ma con tante vicende autoconclusive che al termine della lettura lasciano ben poco. Un’opera, comunque, fondamentale per conoscere la carriera di Taniguchi, nella quale gli amanti dell’autore noteranno sicuramente un’estetica e degli argomenti destinati a essere ripresi, e in alcuni casi meglio sviluppati, in opere successive.