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Shintaro Kago è uno degli autori più folli e anticonvenzionali del panorama fumettistico mondiale.
Lo stile distopico dell’autore, tra ero-guro e nonsense, affonda le sue radici nell’umorismo nero dei Monty Phyton e di Yasutaka Tsutsui (scrittore del romanzo di “Paprika”); le atmosfere grottesche, il senso del macabro, e il gusto per l’assurdo, fanno del mangaka un esponente dell’ironic guro, sottogenere dell’ero-guro più incentrato sulla satira e il black humour, che in qualche modo si differenzia dalla cifra stilistica di autori come Suehiro Maruo.
La violenza estrema di Kago è quasi sempre controbilanciata dal suo non prendersi sul serio: il lettore è consapevole di trovarsi in un grandguignolesco teatro dell’assurdo, e non può che divertirsi vedendo le pratiche perverse a cui il mangaka sottopone i suoi stessi personaggi.
Gli smembramenti, le vivisezioni, e le destrutturazioni corporee (vero e proprio marchio di fabbrica di Kago) originano body horror a metà tra la potenza visiva di Katsuhiro Ōtomo e la follia visionaria di David Cronenberg.

“Tanti secoli fa, nel nostro mondo, la pratica di utilizzare i propri sudditi come strumenti ebbe un ruolo fondamentale in alcuni momenti nevralgici della storia. La chiave di un tale segreto giaceva sepolta in Mongolia”

“La Formidabile Invasione Mongola” ripercorre la storia umana dall’impero mongolo di Gengis Khan alla prima guerra mondiale, passando per la rivoluzione industriale fino al boom economico americano, con la messinscena di personaggi storici come Vasco da Gama, Henry Ford, James Watt e Gengis Khan, appunto.
La rivisitazione kaghiana della cronistoria avviene mediante un elemento fantastico: la scoperta dei cosiddetti destrieri mongoli, gigantesche mani recise da cadaveri di giganti scoperti in Mongolia, utilizzate dapprima soltanto a mo’ di animali da soma, per poi rivelarsi fondamentali anche nella produttività di fabbriche e impianti idrici.

Il plot è indubbiamente interessante, e per certi punti di vista geniale; vedere soldati che cavalcano abnormi mani mozze acquisendo un considerevole vantaggio in battaglia rende idea della singolare cifra stilistica di Shintaro Kago, tuttavia l’autore si rivela più abile nel concepimento di racconti brevi autoconclusivi piuttosto che nella stesura di storie “lunghe” che necessitano un collante. Al manga, oltre appunto ai destrieri mongoli, che di fatto legano i capitoli, manca un fil rouge narrativo che dia consecutio all’opera. Il mangaka salta attraverso le epoche con esercizi di stile che spesso finiscono per sprofondare nel mero sperimentalismo, rushando alcune sezioni interessanti, come il capitolo sull’impero mongolo in cui vengono scoperti i “destrieri”, e rallentando fin troppo l’andatura su paragrafi decisamente meno accattivanti, permeando l’opera di un ritmo irregolare che non sempre riesce a tenere alto il coinvolgimento del lettore.

Il tratto di Kago, ispirato al sopraccitato Ōtomo e a Shigeru Mizuki nella classicità del tocco, trova disegni coacervi di smembramenti e intersezioni di corpi, con una particolare inclinazione verso il gore e il sesso, per tavole grottesche e bizzarre foriere di un’estrema ed innovativa esplosività creativa.

“La Formidabile Invasione Mongola” è un manga che presenta diverse trovate brillanti, denotative della genialità di Kago, tuttavia, dato l’ottimo incipit, era auspicabile uno sviluppo delle vicende meno confusionario, che a tratti diverte e gratifica, ma spesso finisce per avvilupparsi nel suo stesso nonsense. Consigliato ai fan dell’autore e a chi cerca follia, avanguardismo e sperimentazione prima di ogni altra cosa.