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Ho visto il film in anteprima a Lucca.

Mi chiedevo come mai tante critiche nei suoi confronti. Ero convinto che fosse l'ennesimo caso di un maestro del cinema che, dopo una lunga assenza, viene accusato di aver perso il tocco magico, di essere ormai al tramonto. È successo con George Lucas, con Steven Spielberg, con Peter Jackson, con Clint Eastwood, con Martin Scorsese, prima o poi accadrà anche a Tarantino e Del Toro. Insomma, ero convinto che le critiche lasciassero il tempo che trovavano.

Invece, purtroppo, qualcosa da criticare c'è eccome.

Qualcuno ha detto che il difetto del film è che non si capisce il messaggio. Lo stesso Miyazaki avrebbe detto che lui stesso non ha capito di che parla. Non sono d'accordo. Questo film è molto più semplice da capire di altri suoi prodotti, tipo "Il castello errante di Howl". Il messaggio del film è chiaro ed è anche bello: come recita il titolo originale ("E voi come vivrete?"), il film è un augurio e un invito di Miyazaki ai giovani, chiedendo loro di non ripetere gli errori della sua generazione (e di quella dopo, cioè quella attuale) e di costruire un futuro e un mondo migliore, senza guerra, senza atrocità etc.

Il problema è che questo messaggio lo si è già visto più e più volte. È stato onnipresente nei film Ghibli, pure in questo film ritroviamo tutti i tropi di un film Ghibli: il volo, l'innocenza infantile, il rapporto famigliare, le creature magiche inquietanti che però non sono così cattive, l'assenza di un antagonista del tutto nero, la santificazione della figura materna...

"Il ragazzo e l'airone" è praticamente un film fatto con lo stampino. Non aggiunge nulla di nuovo che non abbiate già visto in tutti gli altri film di Miyazaki. Perfino i personaggi, per design e tutto, sembrano una copia di altri personaggi. Makoto Shinkai è stato accusato di aver sempre riciclato il canovaccio di "Your Name." nei suoi film successivi. Ebbene, qui lo Studio Ghibli ha fatto esattamente la stessa cosa.

È un vero peccato che il tanto osannato Studio Ghibli non abbia mai avuto l'occasione di evolversi fuori dall'ombra di Miyazaki. Negli anni, hanno allontanato tutti i talenti emergenti (Mamoru Hosoda, Hirokatsu Kihara, Hiromasa Yonebayashi), quelli che avrebbero potuto realizzare storie che osassero di più. E il giovane Goro Miyazaki è stato rovinato dallo studio, che l'ha spinto a tutti i costi a cercare di essere suo padre.

Ma lo Studio Ghibli è nato per essere il giocattolo personale di Miyazaki e Takahata, che non hanno permesso a nessun altro di emergere. Ed è con loro che inevitabilmente morirà.

Gli do comunque 8, perché non è un brutto film ed è tecnicamente perfetto. Avrebbe meritato 10, se non sapesse dall'inizio alla fine di riciclato.