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8.5/10
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Se cercate un thriller psicologico degno di questo nome, “Perfect Blue” è il film che fa per voi.

Mima Kirigoe, giovane idol giapponese, decide di abbandonare il mondo della musica per dedicarsi interamente alla carriera di attrice; carriera che, almeno inizialmente, stenta a decollare e alimenterà i dubbi della protagonista non solo su quale sia la strada giusta da percorrere, ma anche su quale sia la sua vera identità. Questo cambiamento porterà amarezza anche in alcuni fan, in uno in soprattutto, che diventerà particolarmente ossessivo...

In questo film Satoshi Kon ci trasporta in una vera e propria seduta psicanalitica, in cui le contraddizioni e le fratture della personalità umana creano dinamiche e divisioni intra-psichiche, a volte anche estreme, che portano a dubitare di quale sia la vera realtà, quale sia il vero Sé, e quali “realtà” siano invece solo frutto di fantasie, emozioni e desideri sepolti. Il film trascina con un ritmo incalzante in una trama in cui, ad un certo punto, ci si perde e si fatica a capire cosa è reale e cosa è finzione, cosa è reale e cosa è sogno, cosa è reale e cosa fantasia, o peggio, delirio. Le volontà e i desideri contrastanti di ogni individuo possono spingerlo a creare realtà parallele, non sapendo più quale scegliere e quale sia la più “vera”; ma le parole di uno dei personaggi risuonano più volte, indicando come “nessuna illusione si concretizza in realtà". Anche per lo spettatore diventerà difficile capire cosa è realtà e cosa no, con scene che mischiano sogno e reale, susseguendosi in modo molto ripetitivo, forse anche troppo.
Piano piano si scoprirà che la storia esplora la psiche e le contraddizioni non solo della personalità di Mima, ma anche degli altri personaggi, che si intrecceranno creando un clima complesso e violento, il quale porterà la protagonista a dubitare non solo della realtà esterna, ma anche di quella interna, e minando la sua integrità psichica.

Da un punto di vista puramente visivo, pur essendo il primo lavoro da regista di Kon, le inquadrature e atmosfere sceniche mostrano già come ogni scelta sia accurata, nessuna immagine è mostrata a caso, nessun dilungamento è inutile. L’espressività dei volti dei personaggi, nel pieno stile del regista, trasmette alla perfezione il loro vissuto interiore, mentre le musiche di sottofondo accompagnano le animazioni nel trasmettere il senso di oppressione e asfissia della protagonista, nonché le scene di estrema violenza.
Un ulteriore interessante spunto, degno del talento di Satoshi Kon e presente poi anche in “Millennium Actress”, è la sovrapposizione tra cinema e realtà, soprattutto nella professione dell’attore: colui/lei che interpreta un personaggio, mischiandosi con esso/a e la sua realtà.

Già da questo primo dinamico film si palesano chiaramente i temi tipici dei lavori di Satoshi Kon, che poi torneranno con “Millennium Actress”, “Paprika” e “Paranoia Agent”; ciò fa di questo un anime assolutamente da non perdere per gli amanti dell’autore, del genere, e degli anime in generale.