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"Meet Me After School" è un drama giapponese di 11 episodi del 2018, live action del manga Chuugakusei Nikki; già presente sulla piattaforma Viki, è uscito da poco anche su Netflix e io non ho potuto fare a meno di cogliere l’occasione per l’ennesimo rewatch.

Inizialmente attratta dal cast, soprattutto dalla eccezionale Kasumi Arimura come protagonista, mi sono ritrovata a guardare una serie che mi ha emozionato puntata dopo puntata; ogni volta ne rivedo un episodio, inoltre, trovo sfaccettature e particolari che non avevo notato prima, rendendo ogni visione sempre interessante.

La storia parla di Hijiri, una giovane insegnante che comincia a lavorare in una scuola di un piccolo paese, lontano dal suo fidanzato. Il rapporto che sembra ormai dover portare a un matrimonio certo, viene incrinato dalla presenza di uno studente che è nella classe assegnata a Hijiri: si chiama Akira e presto si innamorerà della sua insegnante.

Una delle prime caratteristiche che mi ha colpito in questo drama, è la presenza di figure femminili che risultano essere tutti personaggi forti, con una grande personalità, a partire dalla protagonista: una delle scene più belle è quando la vediamo rispondere ai futuri suoceri di non voler lasciare il suo amato lavoro nonostante il matrimonio. Non è la prima volta che vediamo nei drama questa mentalità conservatrice, ma allo stesso tempo attuale, in cui la donna, una volta sposata, deve rinunciare alla sua carriera. Hijiri risponde con educazione e garbo ai genitori del suo fidanzato, ma anche molto fermamente, in quanto lei non vuole essere una casalinga, ma continuare ad essere un’insegnante.

Lei, però, non è il solo e unico esempio. Sempre all’interno dell’istituzione scolastica, abbiamo una preside un po’ in là con l’età, ma capiamo fin da subito che è una donna che ha sempre lavorato, rinunciando anche alla sua vita sentimentale e a un possibile matrimonio per questo.
Anche la mamma del protagonista non è da meno avendo cresciuto da sola un figlio portando avanti un’attività. Nonostante sia la persona che più si oppone alla relazione tra i due protagonisti, non risulta mai sgradevole o troppo dura, ma una semplice mamma che fa di tutto per proteggere suo figlio Akira.
La carrellata si chiude con Yoshida, una donna tosta, forte che non ha paura di esprimere ciò che pensa e che fin dai primi episodi non si vergogna a parlare della sua sessualità, ammettendo di essere bisessuale.

Per quanto riguarda i personaggi maschili non possiamo dire lo stesso: ironicamente, quello più forte e deciso sembra essere proprio Akira, il personaggio più giovane. Lui sa quale è il suo obbiettivo e fa di tutto per raggiungerlo nonostante tutti intorno a lui non facciano altro che scoraggiarlo. E quando deve fare un passo indietro per il bene di Hijiri, è lui quello maturo che cerca di proteggerla in tutti i modi, anche rinunciando a lei.
Questo drama è stato il debutto per l’attore Kenshi Okada che interpreta Akira e io l’ho trovato magistrale. Aveva un compito non proprio semplice, dovendo recitare vari step dell’età di un ragazzo, partendo dai quindici anni, arrivando all’età adulta.
Nei primi episodi è stato magnifico interpretando un ragazzotto difficile che all’inizio non sa nemmeno gestire i sentimenti che prova per la sua insegnante. Non ha filtri, fa e dice tutto quello che gli passa per la testa: critica ad Hijiri di non essere adatta a fare l’insegnante, ma allo stesso tempo dimostra di seguire le sue lezioni con grande interesse e passione. Forse, per un’insegnante che non ha tanta autostima come lei, è proprio questo atteggiamento diretto e questo seguirla con trasporto che fa vacillare i sentimenti della professoressa.

Alcune sono le divergenze con il manga (purtroppo non edito in Italia) dovuto soprattutto al fatto che questo è ancora in corso.
La differenza che mi ha colpito maggiormente non è tanto nella storia, ma nelle inquadrature: nel drama si dà tantissima attenzione ai piccoli gesti. Non sono pochi, infatti, i primi piani di mani che si sfiorano o si accarezzano. Il tocco così diventa un focus importante nella trama, particolare che non si evince nelle vignette dell’opera cartacea.
Questo rende la trama molto tenera e per questo dobbiamo ringraziare l’incredibile lavoro dei registi.

Il tema trattato è un argomento difficile, quasi ostico, ma è affrontato con molta delicatezza e allo stesso tempo con molta serietà: la professoressa è la prima a rendersi conto di star facendo qualcosa contro la “normale” morale della società e cerca in tutti i modi di allontanarsi da questi sentimenti. Anzi, all’inizio Akira è solo un normalissimo studente. Lui si dichiara più volte, ma lei lo rifiuta sempre. Quando Hijiri si rende conto che i suoi sentimenti stanno cambiando, cerca in tutti i modi di prendere distanza dal ragazzo. Non solo perché minorenne; oltre alla legge, infatti, l’etica è uno dei motivi principali per cui i protagonisti non possono stare insieme fin da subito: i pettegolezzi negativi circolano immediatamente e diventano dannosi per la reputazione e la carriera di Hijiri.

"Meet Me After School" non è solo una storia d’amore, ma anche una storia di crescita personale. La protagonista tenta di far coincidere i propri sentimenti con la voglia di diventare un’insegnante e Akira deve crescere e trovare la propria strada.
Tutti i personaggi sono sviluppati e approfonditi talmente bene che si proverà empatia per ognuno di loro, nessuno escluso, capendo benissimo il perché agiscono in un certo modo.
Vi appassionerete così tanto a ogni protagonista che non vi staccherete da questo drama fino all’ultima puntata!