Recensione
Miru Tights
6.5/10
Recensione di The Crovv 97
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“Miru Tights” è un esercizio di stile, nonché una dimostrazione d’amore verso un capo di vestiario dalla doppia anima: formale ed elegante ma allo stesso tempo sfacciata e seducente, ossia i collant.
La trama viene cucita attorno a tale elemento, per mezzo di episodi strutturati come corti (durata: quattro minuti), in cui verranno affrontate sempre tematiche diverse.
Tale scelta si rivela vincente per due ragioni: attenua il senso di non continuità degli stessi, i quali potenzialmente potrebbero essere guardati in qualunque ordine, ed evita l’onere di ideare una trama eccessivamente articolata, per la quale occorrerebbe più tempo da dedicare alla narrazione.
È bene sottolineare come le situazioni, pur non sfociando mai nell’ esplicito, siano costruite su un malizioso gioco di “vedo non vedo”, sufficientemente intrigante da accendere l’interesse dello spettatore e tenerlo incollato allo schermo.
L’aspetto grafico è infatti quello su cui vale la pena soffermarsi maggiormente quando ci si approccia all’opera.
I collant sono realizzati con minuzia di particolari, sfoggiando ombre e riflessi che enfatizzano la tridimensionalità di: sedere, cosce e piedi. Degno di nota è il piacevole gioco di trasparenze dovuto alla trama dei tessuti, la quale restituisce sempre un’ottima fedeltà con la realtà, senza mai risultare mere campiture.
A fare da contraltare ci pensano le animazioni: poche e legnose, messe in difficoltà soprattutto nelle inquadrature strette focalizzate su azioni specifiche svolte dalle dita (es.: allargare i collant in cintura).
Il comparto sonoro è gradevole, caratterizzato da melodie esclusivamente strumentali (eccezion fatta per l’ending), che fanno eco allo stato d’animo dei personaggi. Tra tutte le OST, quelle che riescono maggiormente nell’intento di rimanere impresse nella memoria sono senz’altro quelle dai toni più spensierati e malinconici, dal momento che contribuiscono notevolmente ad aumentare l’intimità della scena.
Tra i pro: le colorazioni e i riflessi di luce sui collant sono curate e dettagliate, restituendo bene la fisicità del tessuto e la tridimensionalità delle forme che contengono; dietro i siparietti comici e le scenette innocenti si viene a generare una carica erotica palpabile.
Tra i contro: riferimenti e allusioni, più o meno velati, a rapporti con personaggi minorenni o consanguinei; il trattamento riservato alle protagoniste si dimostra tutt’altro che equo e paritario, lasciando l’impressione che solo due su tre abbiano ricevuto una caratterizzazione tale da consentire la creazione di un minimo di background attorno ad esse, mentre la terza risulta caratterizzata da una scrittura più debole; avrei gradito la presenza di una trama orizzontale che legasse tra loro gli episodi, che avrebbe senz’altro contribuito a dare un’impronta più “da serie” e meno “da corto” all’opera; il mondo che circonda le protagoniste è statico, banale e poco dettagliato (limite derivante probabilmente dall’esigenza di creare dei corti, appunto).
Parlando di reperibilità, voglio evidenziare come, al momento della scrittura di questa recensione, non è stato reso disponibile, né annunciato, alcun cofanetto per il mercato home video italiano.
La visione di ogni episodio restituisce un senso quasi di progetto artistico, in cui viene data più importanza alla tecnica piuttosto che al risultato dell’episodio nel suo complesso.
La trama viene cucita attorno a tale elemento, per mezzo di episodi strutturati come corti (durata: quattro minuti), in cui verranno affrontate sempre tematiche diverse.
Tale scelta si rivela vincente per due ragioni: attenua il senso di non continuità degli stessi, i quali potenzialmente potrebbero essere guardati in qualunque ordine, ed evita l’onere di ideare una trama eccessivamente articolata, per la quale occorrerebbe più tempo da dedicare alla narrazione.
È bene sottolineare come le situazioni, pur non sfociando mai nell’ esplicito, siano costruite su un malizioso gioco di “vedo non vedo”, sufficientemente intrigante da accendere l’interesse dello spettatore e tenerlo incollato allo schermo.
L’aspetto grafico è infatti quello su cui vale la pena soffermarsi maggiormente quando ci si approccia all’opera.
I collant sono realizzati con minuzia di particolari, sfoggiando ombre e riflessi che enfatizzano la tridimensionalità di: sedere, cosce e piedi. Degno di nota è il piacevole gioco di trasparenze dovuto alla trama dei tessuti, la quale restituisce sempre un’ottima fedeltà con la realtà, senza mai risultare mere campiture.
A fare da contraltare ci pensano le animazioni: poche e legnose, messe in difficoltà soprattutto nelle inquadrature strette focalizzate su azioni specifiche svolte dalle dita (es.: allargare i collant in cintura).
Il comparto sonoro è gradevole, caratterizzato da melodie esclusivamente strumentali (eccezion fatta per l’ending), che fanno eco allo stato d’animo dei personaggi. Tra tutte le OST, quelle che riescono maggiormente nell’intento di rimanere impresse nella memoria sono senz’altro quelle dai toni più spensierati e malinconici, dal momento che contribuiscono notevolmente ad aumentare l’intimità della scena.
Tra i pro: le colorazioni e i riflessi di luce sui collant sono curate e dettagliate, restituendo bene la fisicità del tessuto e la tridimensionalità delle forme che contengono; dietro i siparietti comici e le scenette innocenti si viene a generare una carica erotica palpabile.
Tra i contro: riferimenti e allusioni, più o meno velati, a rapporti con personaggi minorenni o consanguinei; il trattamento riservato alle protagoniste si dimostra tutt’altro che equo e paritario, lasciando l’impressione che solo due su tre abbiano ricevuto una caratterizzazione tale da consentire la creazione di un minimo di background attorno ad esse, mentre la terza risulta caratterizzata da una scrittura più debole; avrei gradito la presenza di una trama orizzontale che legasse tra loro gli episodi, che avrebbe senz’altro contribuito a dare un’impronta più “da serie” e meno “da corto” all’opera; il mondo che circonda le protagoniste è statico, banale e poco dettagliato (limite derivante probabilmente dall’esigenza di creare dei corti, appunto).
Parlando di reperibilità, voglio evidenziare come, al momento della scrittura di questa recensione, non è stato reso disponibile, né annunciato, alcun cofanetto per il mercato home video italiano.
La visione di ogni episodio restituisce un senso quasi di progetto artistico, in cui viene data più importanza alla tecnica piuttosto che al risultato dell’episodio nel suo complesso.