Recensione
Terzo film dell’era Heisei che segna un piccolo passo indietro rispetto al predecessore, ma ne mantiene anche una caratteristica, alla quale aggiunge un ulteriore elemento di fantascienza. Il passo indietro è dovuto al fatto che il precedente film non aveva avuto molto successo, e quindi si è preferito andare più sul sicuro proponendo di nuovo il più iconico degli avversari di Godzilla, ossia il drago tricefalo King Ghidorah. Tuttavia, il desiderio di aggiornare comunque la saga viene mantenuto: rimane il nuovo modo di intendere la componente umanistica che è intrinseca alla serie (sempre legata alla critica dell’arroganza e della sete di potere e violenza dell’umanità), presentandola ancora con sfumature di capitalismo selvaggio. Stavolta, però, il tema viene ingigantito parecchio, così come l’antiamericanismo, e al posto della manipolazione genetica viene introdotto il tema dei viaggi nel tempo, novità assoluta per Godzilla (un’idea ispirata anche dal grande successo, all’epoca, di "Ritorno al futuro 2").
Qual è stato, poi, il risultato concreto di queste novità? Diciamo di medio livello.
Nella prima parte è interessante vedere, finalmente, qualcosa di diverso rispetto ai soliti preparativi contro l’inevitabile attacco di Godzilla, e l’intreccio di complotti, viaggi nel tempo (con relative sorprese) e scoperte riesce a mantenere desta l’attenzione non solo grazie all’azione, ma anche suscitando una certa curiosità e rendendo meno prevedibile lo svolgimento della storia.
Bisogna comunque dire che non ci sono momenti davvero eclatanti: sono scene che si fanno guardare e scorrono senza lasciare il segno.
Lo stesso vale quando, poi, intervengono King Ghidorah e Godzilla nella seconda parte: la regia di Kazuki Omori svolge il suo lavoro con sufficiente mestiere, realizza sequenze certamente spettacolari, rispettando il classico campionario di questo tipo di film, e intrattiene davvero. Ma anche qui non possiamo parlare di scontri eccezionali e memorabili. Senza contare che, ogni tanto, si notano delle ingenuità narrative.
C’è poi una componente della storia, quella dell’antiamericanismo, che può suscitare una certa perplessità negli occidentali: la critica contro l’avidità umana ci sta, però il film dà anche un’eccessiva impressione di orgoglio patriottico, quasi a voler trasformare Godzilla in un’icona nazionalista. La parte del film ambientata durante la seconda guerra mondiale sembra sorvolare sul fatto che in quell’occasione il Giappone fosse decisamente dalla parte sbagliata e, anche se questo non autorizzava certo a calpestare l'orgoglio di quel popolo, non deve comunque far dimenticare che quella sconfitta non è che sia stata proprio immeritata, una perdita per l’umanità.
Passando ai personaggi umani, non ci sono differenze rispetto a quelli già visti (e che poi si vedranno) nel corso di una serie che si concentra soprattutto sui combattimenti tra mostri: gli esseri umani sono tipi costruiti intorno a poche e immutabili caratteristiche, interpretati in maniera ordinaria.
Molto buoni gli effetti speciali, specie quelli che animano King Ghidorah, anche se alcune scene (come quelle che vedono correre l’androide M-11) riviste oggi paiono finte con troppa evidenza.
In definitiva, abbiamo un buon film nella media del genere: non è memorabile, non mancano i difetti, ma gli appassionati lo vedranno con piacere.
Qual è stato, poi, il risultato concreto di queste novità? Diciamo di medio livello.
Nella prima parte è interessante vedere, finalmente, qualcosa di diverso rispetto ai soliti preparativi contro l’inevitabile attacco di Godzilla, e l’intreccio di complotti, viaggi nel tempo (con relative sorprese) e scoperte riesce a mantenere desta l’attenzione non solo grazie all’azione, ma anche suscitando una certa curiosità e rendendo meno prevedibile lo svolgimento della storia.
Bisogna comunque dire che non ci sono momenti davvero eclatanti: sono scene che si fanno guardare e scorrono senza lasciare il segno.
Lo stesso vale quando, poi, intervengono King Ghidorah e Godzilla nella seconda parte: la regia di Kazuki Omori svolge il suo lavoro con sufficiente mestiere, realizza sequenze certamente spettacolari, rispettando il classico campionario di questo tipo di film, e intrattiene davvero. Ma anche qui non possiamo parlare di scontri eccezionali e memorabili. Senza contare che, ogni tanto, si notano delle ingenuità narrative.
C’è poi una componente della storia, quella dell’antiamericanismo, che può suscitare una certa perplessità negli occidentali: la critica contro l’avidità umana ci sta, però il film dà anche un’eccessiva impressione di orgoglio patriottico, quasi a voler trasformare Godzilla in un’icona nazionalista. La parte del film ambientata durante la seconda guerra mondiale sembra sorvolare sul fatto che in quell’occasione il Giappone fosse decisamente dalla parte sbagliata e, anche se questo non autorizzava certo a calpestare l'orgoglio di quel popolo, non deve comunque far dimenticare che quella sconfitta non è che sia stata proprio immeritata, una perdita per l’umanità.
Passando ai personaggi umani, non ci sono differenze rispetto a quelli già visti (e che poi si vedranno) nel corso di una serie che si concentra soprattutto sui combattimenti tra mostri: gli esseri umani sono tipi costruiti intorno a poche e immutabili caratteristiche, interpretati in maniera ordinaria.
Molto buoni gli effetti speciali, specie quelli che animano King Ghidorah, anche se alcune scene (come quelle che vedono correre l’androide M-11) riviste oggi paiono finte con troppa evidenza.
In definitiva, abbiamo un buon film nella media del genere: non è memorabile, non mancano i difetti, ma gli appassionati lo vedranno con piacere.