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L’eroe del pianeta Conuts mi sembra un esempio da manuale del classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. O forse dovrei dire quasi pieno o quasi vuoto. Mi spiego meglio. La storia inizia in maniera così demenziale da risultare deprimente dato che uno strano vecchietto attira l’attenzione dei nostri minacciando di suicidarsi in un modo a dir poco assurdo. Ha un aspetto ancora più assurdo, dato che sembra una fusione tra il dottor Gelo e il mago Babidi e, con un pretesto ancora più improbabile, chiede ai nostri di evocare il drago! D’accordo che non siamo in Detective Conan, Death note o altro ma i nostri non hanno un milligrammo di cervello ed eseguono subito, senza porsi domande. Ed in effetti appare subito un terribile mostro, il vecchio si rivela deciso a conquistare il mondo, Crili ha un paio di minuti di scena , Gohan fa la figura del deboluccio invece che essere potentissimo… come da copione. Ma almeno incontriamo Tapion, un grande combattente che legherà tantissimo con il piccolo Trunks fino a fargli da mentore e a forgiarne il carattere. Indubbiamente siamo in presenza di una storia di formazione in cui gli eroi saranno Tapion, Trunks, Bulma e il fratellino di Tapion e in cui scopriremo l’origine della spada di Trunks del futuro. Fin qui tutto a posto anche se… tutto ciò non ha senso. La storia è infatti ambientata dopo la sconfitta di Majin Bu e quindi cosa ci azzecca Future Trunks? Per non parlare del super colpo finale con cui deve essere proprio Goku ad usare una tecnica da Dragonball GT a vincere? E perché, dato che nei film non si trasformano in ss facilmente qui abbiamo pure Goku che sfoggia l'ss3? Se si è iniziato con Tapion non avrebbe dovuto essere lui o Gohan o qualcun altro a vincere? La grafica e la regia sono buone così come la colonna sonora con la memorabile musica triste di Tapion, davvero indimenticabile. Un film che non mi convince perché, pur con delle buone idee, vuole essere in continuity quando in realtà è fuori per cui, pur ammettendo una certa severità, anche a causa delle troppe ingenuità e del prendersi troppo sul serio, assegno un quattro. E me ne dispiace perché avrebbe potuto essere un ottimo prodotto.