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GianniGreed

Piattaforma: Game Boy Advance --- Voto 7
“Kingdom Hearts: Chain of Memories” è il secondo videogame della serie “Kingdom Hearts”, uscito inizialmente per GameBoy Advance e successivamente in una versione riveduta e corretta per PlayStation 2.
Anche se può essere considerato uno spin-off, il gioco grazie alla sua trama, si rivela essere un capitolo essenziale per comprendere pienamente la storia, in quanto fa da ponte tra i due videogame principali usciti su PS2, ed è il sequel diretto del primo “Kingdom Hearts”. Basti pensare che, la storia di “Kingdom Hearts II” riprende, non dalla fine del primo gioco, ma proprio da quella di “Chain of Memories”. Ma procediamo con ordine…

La storia di “Kingdom Hearts: Chain of Memories” inizia immediatamente dalla fine del gioco precedente: Sora, Paperino e Pippo, camminano su un sentiero che pare infinito, finché incontrano una misteriosa figura incappucciata che dice a Sora “Più avanti c'è qualcosa di cui hai bisogno. Ma per ottenerlo, perderai qualcosa che ti è caro.”
Proseguendo sul sentiero, il gruppo si ritrova di fronte al “Castello dell’Oblio”, dove rincontrano, il misterioso personaggio, Sora i suoi compagni si lanciano all’attacco, ma scoprono che i loro attacchi non hanno alcun effetto. Il personaggio misterioso rivela allora, che da quando hanno messo piede nel castello, hanno dimenticato tutte le loro abilità, poi crea un mazzo di carte dai ricordi di Sora e dei suoi amici, e svela loro che, nel castello tutto è basato sui ricordi, ma più vi si addentreranno e maggiori saranno i ricordi perduti.

Una particolarità della serie di “Kingdom Hearts” è senza dubbio l’ottimo mix che i creatori del videogame sono riusciti a ideare, mettendo insieme due universi che paiono molto distanti, ovvero i personaggi creati da Square Enix e quelli dell’universo Disney. Il primo “Kingdom Hearts” è stato la dimostrazione che ciò è possibile, infatti, i personaggi originali creati da Square Enix per la storia, i personaggi da “Final Fantasy” e quelli Disney, si muovono perfettamente in armonia. Stessa cosa per le ambientazioni: il paese delle Meraviglie, il Monte Olimpo, la Giungla di Tarzan, ecc.
Che cosa aspettarsi dunque da “Chain of Memories”?
La risposta è: esattamente lo stesso. Il luogo in cui si svolge tutta l’azione è il Castello dell’Oblio, con le sue stanze vuote, enormi e bianche, ma grazie ai poteri dei ricordi, Sora cambia l’aspetto di ogni piano, ricreando un mondo già visitato nel precedente videogame. Dunque il giocatore, come Sora si ritrova a ricordare: gli eventi della storia sono gli stessi del precedente “Kingdom Hearts”, e anche i Boss da affrontare sono i medesimi. Dunque per buona parte del videogame ci ritroviamo a rivivere cose già viste. La particolarità è che la storia principale, quella inedita, ci viene mostrata solo nel Castello dell’Oblio, nelle stanze che collegano un piano all’altro, e dove si svolgeranno anche le battaglie contro i nuovi Boss.

Passiamo all’innovazione maggiore di questo videogame: i combattimenti. A differenza del primo gioco, qui tutte le azioni che Sora può compiere in battaglia sono decise dalle carte, attacchi fisici, magie di attacco, difesa, cura, oggetti ed evocazioni. Fanno eccezione solo saltare e muoversi.
Il giocatore ha a disposizione un mazzo di carte personalizzabile, numerate da 0 a 9, anche i nemici combattono con le carte, e chi ha la carta dal valore più alto riesce a sferrare l’attacco. 9 è il valore più alto ma può essere fermato da 0, ma che rende immediatamente vulnerabili al contrattacco nemico.
E’ anche possibile accumulare carte fino a un massimo di tre per creare una combo, con il valore massimo settato a 27 (9+9+9), anche questa però bloccabile con 0. Alcune combinazioni particolari di carte danno il via a un “trucco” ovvero delle mosse speciali, o ad esempio accumulando due o tre carte di magie si possono creare le versioni più potenti della magia selezionata: una carta: fire/energia, due carte: fira/energira, tre carte: firaga/energiga, e via così per le altre tecniche o magie.
Dopo aver esaurito tutte le carte nel proprio deck, le carte vengono ricaricate, ma ad ogni ricarica aumenta il tempo necessario per tale processo, fino ad un massimo di tre volte.
Le carte sono di vari tipi, dalle carte Keyblade, necessarie per sferrare gli attacchi, a quelle magiche, oltre alle carte dei personaggi Disney, che vengono usate come evocazioni, e quelle ottenute dai boss sconfitti, che danno effetti bonus.

Anche l’esplorazione dei piani del castello è determinata dalle carte: infatti, ogni piano è composto da stanze chiuse, e per aprirle sono necessarie delle carte (diverse da quelle usate in battaglia) che permettono di creare la stanza successiva nel modo che si preferisce: una stanza piena di heartless, oppure vuota, con heartless aggressivi che cercano lo scontro, stanze dove poter ricevere una ricompensa, le varianti sono molte.

Dopo aver completato la storia con Sora, viene sbloccata la modalità Reverse / Rebirth che permette di affrontare il gioco dal punto di vista di Riku, con una storia e boss diversi da quelli affrontati da Sora e qualche piccola differenza nel sistema di combattimento, come ad esempio, il fatto che Riku possa usare il potere dell’oscurità, e che il suo deck non è personalizzabile.
Oltre a questo il gioco non offre altre modalità di gioco o extra, tranne per chi è paziente, il cercare di collezionare tutte le carte disponibili.

Questo gioco è stato il primo uscito su GameBoy Advance a includere FMV (Full Motion Video) per il filmato iniziale e quello finale, mentre tutte le altre cutscene sfruttano la stessa grafica del gioco. Gli ambienti e i personaggi sono in 2d, e le battaglie si svolgono in spazi chiusi, dove ci si può muovere da sinistra a destra e sopra e sotto, mentre le stanze del castello hanno una visuale isometrica. Gli effetti sonori sono gli stessi di “Kingdom Hearts”, ma i filmati non sono doppiati.
La canzone usata sia in apertura che chiusura è ancora “Hikari” per la versione giapponese e “Simple and Clean” per le versioni americana ed europea, entrambe cantate da Hikaru Utada.

Visto il grande successo ottenuto dal videogame in Giappone, dove ha venduto ben 104.000 copie in solo quarantotto ore, (un record per un gioco per GameBoy Advance in quel periodo) le recensioni positive ricevute, e l’importanza ai fini della trama, il gioco ha goduto di un remake per PlayStation 2.

La versione PlayStation 2 ha come nome: “Kingdom Hearts Re: Chain of Memories”. Le migliorie sono molte ed evidenti: prima su tutte, la grafica. Il gioco e i filmati sono completamente in 3D con una grafica pari a quella del primo “Kingdom Hearts”. La musica e gli effetti sonori sono stati migliorati, e sono state aggiunte le voci, ma solo nelle cutscene che si svolgono nel Castello dell’Oblio, Crepuscopoli, e le Isole del Destino. Il sistema di battaglia con le carte, non ha subito variazioni, tranne l’aggiunta del comando di reazione (da Kingdom Hearts II). Anche qui, dopo aver completato la storia con Sora, è possibile giocare con Riku, inoltre il remake ha delle scene aggiuntive e alcuni nuovi boss, ma come per la versione GBA nessun extra.
Il remake è uscito in Giappone incluso in “Kingdom Hearts II Final Mix +”, come disco extra, mentre in America è uscito come gioco singolo. Va male invece ai possessori di PlayStation 2 europei e australiani: inspiegabilmente, questo remake non è disponibile per le regioni Pal, ed essendo la PlayStation 2 soggetta a blocco regionale, anche importandolo, non funzionerebbe, a meno di avere una console moddata.

In conclusione, “Kingdom Hearts: Chain of Memories”, è un bel gioco, che espande ulteriormente la fantastica storia di Sora e compagni, ed è uno dei capitoli più importanti dell’intera saga. La versione per GameBoy Advance è una piccola perla, uno dei migliori videogame usciti sulla piccola console Nintendo.
La versione PS2 è dal canto suo superiore sotto vari aspetti, ma il gioco è essenzialmente lo stesso, stesso gameplay, stessa trama, stesso coinvolgimento.