Astral Ascent nasce inizialmente nelle idee di un piccolo studio francese chiamato Hibernian Workshop, che dopo aver pubblicato un soulslike 2D chiamato Dark Devotion decide di provare a farsi finanziare su Kickstarter un nuovo roguelite. Il raggiungimento del budget (poi ampiamente superato) in soli due giorni ha convinto gli sviluppatori della bontà della strada intrapresa, che si è concretizzata oggi ai nostri occhi in un titolo che nel panorama indie risulta essere una piacevolissima scoperta.
 
Astral Ascent


La trama non è certamente ciò per cui ci ricorderemo del gioco, tuttavia si vede che le è stata dedicata dell’attenzione; Master, un conquistatore di mondi, ha l’abitudine di soggiogare e distruggere interi pianeti, selezionarne gli abitanti più forti e valorosi da salvare e farne dei prigionieri nel mondo interdimensionale chiamato Giardino, facendoli sorvegliare da dodici carcerieri divini che impersonificano un simbolo zodiacale ciascuno. Approfondendo il gioco ed entrando maggiormente nella trama duranti i nostri tentativi multipli di evasione, capiremo meglio sia le personalità dei dodici, sia il motivo per cui sono tutti bloccati in questo mondo confinato in un eterno ciclo continuo. I quattro eroi giocabili, i comprimari ed i boss sono ben caratterizzati (complice anche un buon doppiaggio esclusivamente in inglese) e rappresentati e servono da giusto contesto per catapultarci in quello che è il fulcro di questo roguelite in 2D, il combattimento.
 
Astral Ascent


Da questo punto di vista il gioco non presenta innovazioni di rilievo rispetto ad altri del genere eppure riesce a ritagliarsi una sua profondità, che a volte rischia quasi di eccedere ed essere spiazzante, ma andiamo con ordine. Ogni personaggio ha un attacco base, salto, schivata, un'abilità speciale e quattro incantesimi equipaggiabili che funzionano con un cooldown dopo ogni utilizzo; è importante sottolineare che prima di poter utilizzare il primo lanciato, bisogna necessariamente usare gli altri tre incantesimi, il che costringe ad un certo approccio strategico, mentre ci serviamo degli attacchi base per ricaricare il mana.
 
Astral Ascent


Le magie poi sono tante, tutte elementali e tutte potenziabili man mano che proseguiamo nei livelli; i potenziamenti verteranno su varie meccaniche, area di effetto, danno, persistenza nel campo di battaglia e così via. La scelta di quali potenziamenti utilizzare e quali incantesimi equipaggiare dipenderà sia dal nostro stile di gioco sia dal personaggio scelto: ad esempio Kiran è un artista marziale a corto raggio il cui approccio prevede il classico high risk/high reward, mentre Ayla cerca di fiaccare i nemici con rapidità mentre le sue abilità le consentono di uscire agilmente dalla hitbox dei nemici. Ogni personaggio ha un elenco di incantesimi esclusivi e non tutti sinergizzano allo stesso modo con ognuno dei quattro, anzi, alcuni saranno a stento accettabili con un eroe, mentre assolutamente devastanti nelle mani di un altro. Tutta questa scelta e personalizzazione rischia di essere fin troppo profonda, richiedendo numerosi tentativi e scelte prima di cominciare a capirci qualcosa.
 
Astral Ascent


La formula di gioco, affrontabile anche in coop locale, è la classica di genere: una serie di “stanze” generate in maniera casuale si susseguono all’interno dei biomi, fino ad affrontare il boss per il quale, nella stragrande maggioranza dei casi, saremo impreparati in prima istanza. Alla fine di ogni livello saremo liberi di scegliere in quale dei successivi vorremo spostarci, in base alla difficoltà ed alla ricompensa che ci verranno preannunciate. Ad ogni nostra sconfitta saremo riportati nell’hub, nel quale potremo utilizzare quanto raccolto per potenziarci e ritentare. Va detto che l’area centrale si sarebbe potuta ragionare meglio: a nostro parere è stata realizzata troppo ampia ed eccessivamente dispersiva.
Il gameplay è molto fluido, gli scontri sono serrati ma non si avverte mai la sensazione di essere ingiustamente soverchiati o all’interno di una situazione fuori controllo. Gli attacchi nemici sono telefonati quanto basta da darci sempre una frazione di secondo per evaderli, basta non essere troppo avidi con i colpi da infliggere e concentrarsi quanto basta sulla schivata o sui salti. Gran parte del fascino di Astral Ascent è dato dagli incontri/scontri con i boss, che spesso riescono davvero a rubare la scena. Il design di ognuno di loro è davvero ben fatto, ma sono soprattutto i pattern di attacco ad essere ottimamente equilibrati, né frustranti, né facili. Ogni boss necessiterà di essere opportunamente studiato, facendo attenzione ad usare le brevi finestre di evasione, soprattutto nell’attacco speciale che l’antagonista lancerà al riempimento di un’apposita barra che risponde ai nostri attacchi. Tra le note negative del gameplay riportiamo una mancanza di impatto e di fisicità degli scontri, cosa che di fatto rende i combattimenti un po' vuoti e non riesce a restituire un valido feedback né quando si colpisce né quando si subiscono colpi.
 
Astral Ascent


La progressione dopo ogni fallimento è tangibile ed il farming di quarzo è almeno nelle prime fasi fortemente incentivato, dandoci concretamente l’impressione di ridurre il gap che ci separa dal superamento di un determinato bioma; va detto però che la prima cosa che bisognerà tenere in conto è una concreta evoluzione della nostra abilità di gioco ed anche un po’ di fortuna nel trovare i giusti upgrade man mano che la singola partita procede. Dal punto di vista grafico godiamo di un'eccellente direzione artistica che sfrutta benissimo la pixel art, mentre i personaggi durante i dialoghi sono raffigurati in un attraente stile anime/manga. Durante le partite ci muoviamo all’interno di ambienti sorprendentemente onirici, colorati e dettagliati (anche se non tutti dello stesso livello), mentre li esploriamo muovendoci con animazioni decisamente fluide e responsive, che rendono l’esperienza complessiva di gioco molto piacevole. Dal punto di vista dell’accessibilità si potevano decisamente ragionare meglio i diversi elementi dell'interfaccia utente, che diventano un po' confusi da gestire. Del comparto audio, oltre al già citato doppiaggio in inglese, meritano una menzione d'onore anche le OST, davvero valide.
 
Astral Ascent


 
Conclusione
Astral Ascent è senza dubbio un roguelite completo, con tante frecce al proprio arco. Un ottimo design dei personaggi ed una grafica piacevole e fluida si abbinano a combattimenti serrati, ma non ingiusti, boss memorabili e duri senza essere frustranti e ad un'ampia varietà di build. Tutto ciò non rappresenta certamente una novità nel panorama videoludico, ma tutti questi elementi insieme significano anche che il gioco è riuscito e merita di essere giocato. Qualche difetto c’è ed è innegabile, ma Astral Ascent è un titolo robusto e divertente che vi consigliamo di provare, anche in coop.