Negli ultimi giorni il nome di Nintendo è tornato al centro delle cronache digitali a causa di un presunto attacco informatico rivendicato dal gruppo di hacker noto come Crimson Collective. Secondo le prime dichiarazioni del collettivo, la compagnia giapponese sarebbe stata vittima di una massiccia violazione dei suoi server, con la sottrazione di dati interni.
Nintendo ha però fatto rapidamente chiarezza con un comunicato ufficiale diffuso ai media giapponesi: nessuna informazione personale, di sviluppo o aziendale è stata compromessa.

Non abbiamo confermato alcuna perdita di informazioni personali, né alcuna fuga di dati relativi allo sviluppo o alle nostre attività commerciali” ha dichiarato un portavoce della società.
 
Nintendo smentisce l’attacco hacker dei Crimson Collective


Le prime verifiche interne indicano che l’attacco avrebbe interessato solo alcuni server esterni, probabilmente collegati a servizi pubblici o di test, che non contenevano materiale riservato. I sistemi principali di Nintendo, quelli che gestiscono i dati dei clienti e i progetti in corso, non risultano toccati.
 
L’account Hackmanac su X, noto per segnalare attacchi informatici, ha riportato l’11 ottobre che il gruppo di hacker  avrebbe presumibilmente violato i server di Nintendo, lasciando intendere di essere in possesso di dati trafugati.
Secondo quanto suggerito dal post, la mossa potrebbe rappresentare un tentativo di pressione o estorsione nei confronti della compagnia giapponese.
 

Nell’ottobre del 2024, un presunto hacker ha diffuso online quasi un terabyte di dati sensibili appartenenti a GAME FREAK, la storica sussidiaria di Nintendo nota per lo sviluppo dei giochi Pokémon.L’enorme fuga di informazioni, ribattezzata “Teraleak”, ha esposto nomi e indirizzi email aziendali di 2.606 persone, tra dipendenti, ex dipendenti e collaboratori esterni della compagnia.

Oltre ai dati personali, il materiale trafugato avrebbe contenuto documenti interni, risorse grafiche e musicali, e dettagli su progetti ancora in fase di sviluppo. Tra questi, secondo quanto riportato da varie fonti, figurerebbero:

  • un nuovo titolo Pokémon non ancora annunciato, previsto per Nintendo Switch e per la futura Switch 2;

  • un secondo progetto Pokémon inedito, sviluppato in collaborazione con un altro studio;

  • materiale inutilizzato, come grafica e colonne sonore, proveniente dai giochi per Nintendo DS;

  • informazioni su una serie live-action di Pokémon destinata a Netflix;

  • e persino un seguito del film “Detective Pikachu” del 2019.

Per individuare i responsabili della fuga di dati, Nintendo ha chiesto nell’aprile 2025 alla Corte Distrettuale del Nord della California di emettere un mandato di comparizione nei confronti di Discord, con l’obiettivo di ottenere informazioni sull’identità del leaker coinvolto nel cosiddetto Teraleak.

Fonte
Anime News Network