Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è uno dei titoli più chiacchierati degli ultimi mesi, i motivi sono tanti e, purtroppo, uno dei principali non è stato tanto per la qualità del prodotto quanto per il licenziamento di Hideo Kojima game designer ma anche regista del gioco. Naturalmente questo spiacevole episodio non è l’ unico motivo, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è anche l’ ultimo capito di una serie storia, il primo episodio, chiamato semplicemente Metal Gear, risale infatti al 1987 ed uscì su MSX2, il vero boom della serie c’ è però stato con l’ episodio uscito nel 1998 su Playstation e chiamato Metal Gear Solid, con questo capitolo è stata infatti introdotta la grafica in 3D ed anche le nuove generazioni, per quel tempo, hanno potuto apprezzare il gioco e renderlo uno dei titoli più famosi ed attesi ancora oggi. Il primo Metal Gear Solid ha poi introdotto uno degli aspetti più dibattuti tra il pubblico ovvero le lunghe sequenze cinematografiche che ad ogni nuovo episodio crescevano di numero e lunghezza, c’ è chi le ama e chi ne ha fatto invece un cavallo di battaglia per criticare il titolo reo di essere poco gioco e troppo film. Ulteriore clamore intorno al titolo è stato dovuto all’ uscita lo scorso anno di una sorta di demo estesa venduta a prezzo budget (Metal Gear Solid V: Ground Zeroes), il tutto ha fatto storcere la bocca a molti vista la brevità del titolo ma ha permesso a Kojima Production di poter far saggiare al pubblico le novità del nuovo episodio e riceverne così dei feedback.
Da questo lungo incipit avrete sicuramente intuito che Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è un titolo complesso, ma è anche bello? Scopritelo con noi!
TRAMA
Il gioco inizia con il risveglio di Venom Snake (ovvero Big Boss) in un letto di ospedale, il dottore ci spiega che a causa dei fatti narrati nel finale di Ground Zeroes siamo finiti in coma per ben 9 anni, arrivando quindi al 1984, e questo non è tutto visto che la nostra situazione clinica non è delle migliori, abbiamo in corpo numerosissimi frammenti dovuti all’ esplosione che ci ha travolti ed abbiamo pure perso l’ avambraccio sinistro. Durante i giorni post risveglio la situazione intorno a noi precipita, l’ ospedale viene infatti preso d’ assalto da alcuni soldati che sono li per ucciderci, riusciamo però a salvarci grazie un altro paziente presente nella nostra stanza e che è stato messo appositamente per proteggerci. Grazie a lui affrontiamo una sequenza molto emozionante, che fa da primo tutorial sui movimenti di base, che ci porterà a fuggire dal nosocomio cipriota e ci chiariamo anche un minimo le idee su cosa stia accadendo intorno a noi, ci viene quindi spiegato che Cipher, l’ organizzazione responsabile dell’ esplosione della nostra base alla fine di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes e che ha causato anche la fine della nostra organizzazione chiamata Militaires Sans Frontieres, ci sta cercando da quel maledetto giorno, per sfuggire quindi alla loro caccia alcuni soldati fedeli hanno pensato bene di portarci a Cipro perchè ritenuta una località sicura.

Fuggendo dall’ ospedale ci imbattiamo in Revolver “Shalashaska” Ocelot, personaggio storico della serie ed apparso in tutti gli episodi della serie Solid, che ci offre una via di fuga da Cipro oltre al suo aiuto per vendicarci di Cipher. Prima della vendetta però dovremo affrontare un viaggio di 2 settimane in nave per giungere in Afghanistan, la località non è scelta a casa ma perchè li si trova Benedict “Kazuhira” Miller nostro compagno d’ avventura e pedina fondamentale nella guerra che ci attende. Il viaggio ci permette di rimetterci in forma ed abituarci alla nostra nuova situazione fisica compreso il braccio bionico che c’ è stato dato per sostituire l’ arto mancante. Lo stesso Ocelot ci spiega che questa missione di salvataggio ci servirà come primo allenamento in vista dei successivi impegni più complessi, dovremo quindi sfruttarla per tornare in piena forma.

Quanto appena raccontatovi alla fine copre le prime 2/3 ore di gioco e ci da modo di parlare già di novità rispetto al passato, in The Phantom Pain infatti l’ evoluzione della storia non è più affidata a lunghe e frequenti sequenze video come in passato, avremo invece pochi intermezzi e per comprendere tutto dovremo invece raccogliere delle audiocassette durante il gioco, l’ ascolto di questi nastri ci permetterà di venire a conoscenza di fatti più o meno importanti del mondo che ci circonda.
Completare Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non è un’ operazione rapida, dopo l’ uscita di Ground Zeroes Kojima dichiarò che il nuovo gioco sarebbe stato 100 volte più vasto, la dichiarazione all’ inizio parve molto una sparata pubblicitaria ma non aveva tutti i torti. Rispetto al passato il tempo di gioco è aumentato notevolmente, questo non solo per l’ assenza dei lunghi filmati ma proprio per un maggiore tempo passato a giocare, a seconda di come affronteremo l’ avventura, ma di questo parleremo tra poco, le ore richieste possono variare e non poco ma comunque per la sola quest principale siamo nell’ ordine di almeno una quarantina di ore. A quanto detto si devono comunque aggiungere le ore spese con la modalità FOB, sbloccabile a metà gioco più o meno e che consiste in assalti e difese della base, e Metal Gear Online che verrà attivato ad ottobre.

Non ci troveremo più a vivere un’ avventura “unica e scriptata”, avremo invece tutta una serie di missioni da affrontare e che spezzettano il gioco in varie sequenze, degli episodi con tanto di titoli di testa e di coda. Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di modi differenti di affrontare il gioco, questo è dovuto alla suddivisione delle missioni in principali, quelle che porteranno avanti la storia e che andranno affrontate più o meno in sequenza, e secondarie, necessarie sia per racimolare soldi che facilitarci la vita e che invece vanno sbloccate e si possono affrontare come e quando si vuole. Le missioni secondarie però non andranno trascurate, ci serviranno per esempio per catturare interpreti in modo da riuscire a capire cosa dicono i soldati nemici, poterli comprendere sarà utilissimo perchè immobilizzare un soldato ed interrogarlo ci farà ottenere informazioni vitali per lo svolgimento delle missioni oppure per scoprire dove sono oggetti, progetti oppure soldati specializzati.
Altra innovazione riguarda la parte evolutiva che è stata introdotta in questo nuovo capitolo. Dopo aver recuperato Miller avremo finalmente accesso alla nostra base, una piattaforma petrolifera chiamata Mother Base che sostituisce quella andata distrutta alla fine di Ground Zeroes, ed andando avanti con l’ avventura questa sarà modificabile in dimensioni e settori, l’ ingrandimento della Mother Base sarà fondamentale perchè ci permetterà di ampliare il nostro esercito, chiamato Diamond Dogs, ma non solo, avremo modo di creare piattaforme dedicate a vari settori come lo spionaggio (utile per avere informazioni sul mondo che ci circonda) o l’ esercito (da mandare in missione e guadagnare così ulteriori crediti). Il tutto però non è finalizzato ad un solo scopo estetico o di puro vanto numerico, avere personale specializzato nei vari settori ci aiuterà a farli crescere di livello e sbloccare così il miglioramento delle armi, degli oggetti di gioco, dei mezzi e dei nostri compagni d’ avventura. Lo spionaggio poi sarà utile per sapere in che area più o meno sono i nemici durante la missione, dove trovare materiale da recuperare o le variazioni atmosferiche utili in alcune situazioni, per esempio infiltrarsi in un accampamento durante una tempesta di sabbia o la pioggia ci renderà la situazione meno complicata. L’ evoluzione però non si basa solamente sulla quantità di personale presente alla Mother Base, che potremo far aumentare o con le missioni di recupero oppure rapendo i soldati nemici, sarà infatti necessario anche possedere abbastanza risorse economiche, accumulabili completando le missioni principali e secondarie, ma anche materiali e piante che troveremo esplorando l’ ambiente di gioco. Questa nuova componente è sì interessante, c' è da dire però che forse è per certi versi pure troppo complessa per un titolo come Metal Gear che non è né un gestionale né un rpg.

Purtroppo c’ è da annotare comunque qualche aspetto negativo. Il primo riguarda la trama, dopo un avvio con il botto il tutto si appiattisce, troveremo quindi a fare molte missioni, soprattutto le secondarie, simili tra loro anche se in ambienti differenti, si tratterà principalmente di infiltrarsi in qualche posto per recuperare qualche persona a fini economici o per vantaggi nel gioco (comprendere la lingua dei soldati, sviluppare qualcosa o rinfoltire i gruppi). Altro problema è quello dell’ infiltrazione, spesso sarà più comodo mollare l’ approccio stealth, magari perchè abbiamo già fallito una o più volte la missione, per giocare più alla Rambo, il tutto però solo se non si cerca di finire la missione con un grado molto alto, a fine missione infatti avremo una serie di dati per giudicare come siamo andati ed un voto finale variabile in base a parametri come il tempo, allerte create o soldati uccisi. Prima di una missione potremo personalizzare Snake, o il soldato che vorremo usare, per quanto riguarda la spalla, un compagno della missione, ma soprattutto le armi da portarci dietro, sviluppare quindi la componente di ricerca di cui parlavamo in precedenza ci darà quindi accesso a nuove armi letali e non oltre ad accessori per affrontare l’ avventura con maggiore facilità. In The Phantom Pain comunque troveremo anche elementi classici ed iconici della serie, parliamo per esempio del problema classico che se si viene avvistati dai soldati questi si mettono in modalità di ricerca, se dopo un po’ non verrete trovati la situazione tornerà più o meno come se nulla fosse o quasi. Questa comunque è una scelta voluta probabilmente per non complicare troppo il gioco, non sarebbe stato male se ci fosse stata un’ opzione tra un sistema più “arcade” ed uno più “simulativo”. Abbiamo detto comunque che turno torna quasi come se nulla fosse accaduto, la differenza è che rispetto al passato il vostro approccio influirà sulle missioni future, avrete quindi modo di vedere i soldati che piano piano prendono contromisure come l’ adozione di elmetti, scudi anti sommossa o giubotti anti proiettile, avremo comunque modo di prendere anche noi delle contromisure tramite le missioni esterne, questa opzione permette di mandare un gruppo di nostri soldati scelti a compiere varie missioni comprese alcune il cui scopo è bloccare i rifornimenti di protezioni varie verso l’ esercito nemico.

Ultima nota dolente del gioco riguarda i salvataggi ed i checkpoint, il sistema non è il massimo e salva quando vuole lui, questo porta anche a casi in cui avrete quasi completato la missione e venendo uccisi sarete costretti a ricominciarla da capo invece che da un punto intermedio, in questi casi l’ unica facilitazione sarà di ritrovarsi già marcati i soldati che avevate evidenziato durante il tentativo precedente (avrete modo di segnare i soldati con un triangolo rosso in testa in modo da seguirne gli spostamenti).
GRAFICA ED AUDIO
Piccola premessa, la versione da noi testa è quella PS4 che, tra quelle console, risulta quella sulla carta migliore dal punto di vista dei numeri, il gioco infatti gira a 1080p a 60 frame, su Xbox One invece la risoluzione scende a 900p mentre le vecchie console devono accontentarsi di una risoluzione ancora più bassa (720p) ed un fluidità dimezzata (30 fps). Su PC c' è il solito discorso del risultato variabile in base alla configurazione di gioco, il parametro massimo comunque è una risoluzione 4k (3840*2160 pixel) a 60 frame.
Graficamente Metal Gear Soldid V: The Phantom Pain è maestoso soprattutto in relazione alla dimensione ed il tipo di ambiente in cui ci troviamo. Nonostante un orizzonte molto vasto e dei buoni modelli, il gioco gira quasi sempre fluido anche se affetto da qualche problema di bad clipping soprattutto mentre ci si avvicina sempre più a qualche posto. I filmati poi metto in evidenza l’ ottimo lavoro fatto dal team di Kojima che riesce a sfruttare molto bene il Fox Engine, il motore grafico creato appositamente per il titolo e sfruttato poi anche da Pro Evolution Soccer sempre di Konami.
L’ ambiente di gioco, nonostante sia molto vasto, è abbastanza vario e dettagliato, sono presenti poi varie chicche come l’ ottima riproduzione delle tempeste di sabbia e della pioggia oppure il ciclo giorno notte che influirà anche sulle missioni (di notte avremo meno possibilità di essere avvistati dai nemici).

Il comparto audio invece è abbastanza classico, abbiamo quindi la solita raccolta di suoni più una buona riproduzione delle armi con suoni differenti dei colpi a seconda che impattino su dei corpi oppure su oggetti metallici (come possono essere anche i caschi dei soldi che di conseguenza voleranno via). Il tutto è poi affiancato da una bella colonna sonora che vede anche la presenza di brani noti di quel periodo che affiancano alcune musiche locali.
Piccolo neo invece per il comparto parlato, la questione però non riguarda certamente la recitazione che è ad alti livelli e per capirlo basta pensare che a dare la voce a Venom Snake c’ è Kiefer Sutherland, che sostituisce la voce storica di David Hayter, mentre Revolver Ocelot è stato affidato da Troy Baker che sostituisce Patric Zimmerman e Josh Keaton. Il problema invece è che il gioco è in inglese con sottotitoli in italiano, la scelta fatta da Konami costringerà quindi gli utenti meno pratici a dover ascoltare le audiocassette da fermo non potendo leggere i sottotitoli mentre si gira per la mappa. Da segnalare poi un problema che può capitare qualche volta, se si sovrappone l’ audio di una cassetta ad altre voci allora si perderà spesso la traduzione a video della prima.
CONSIDERAZIONI FINALI
Da questo lungo incipit avrete sicuramente intuito che Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è un titolo complesso, ma è anche bello? Scopritelo con noi!
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain la nostra recensione

TRAMA
Il gioco inizia con il risveglio di Venom Snake (ovvero Big Boss) in un letto di ospedale, il dottore ci spiega che a causa dei fatti narrati nel finale di Ground Zeroes siamo finiti in coma per ben 9 anni, arrivando quindi al 1984, e questo non è tutto visto che la nostra situazione clinica non è delle migliori, abbiamo in corpo numerosissimi frammenti dovuti all’ esplosione che ci ha travolti ed abbiamo pure perso l’ avambraccio sinistro. Durante i giorni post risveglio la situazione intorno a noi precipita, l’ ospedale viene infatti preso d’ assalto da alcuni soldati che sono li per ucciderci, riusciamo però a salvarci grazie un altro paziente presente nella nostra stanza e che è stato messo appositamente per proteggerci. Grazie a lui affrontiamo una sequenza molto emozionante, che fa da primo tutorial sui movimenti di base, che ci porterà a fuggire dal nosocomio cipriota e ci chiariamo anche un minimo le idee su cosa stia accadendo intorno a noi, ci viene quindi spiegato che Cipher, l’ organizzazione responsabile dell’ esplosione della nostra base alla fine di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes e che ha causato anche la fine della nostra organizzazione chiamata Militaires Sans Frontieres, ci sta cercando da quel maledetto giorno, per sfuggire quindi alla loro caccia alcuni soldati fedeli hanno pensato bene di portarci a Cipro perchè ritenuta una località sicura.

Fuggendo dall’ ospedale ci imbattiamo in Revolver “Shalashaska” Ocelot, personaggio storico della serie ed apparso in tutti gli episodi della serie Solid, che ci offre una via di fuga da Cipro oltre al suo aiuto per vendicarci di Cipher. Prima della vendetta però dovremo affrontare un viaggio di 2 settimane in nave per giungere in Afghanistan, la località non è scelta a casa ma perchè li si trova Benedict “Kazuhira” Miller nostro compagno d’ avventura e pedina fondamentale nella guerra che ci attende. Il viaggio ci permette di rimetterci in forma ed abituarci alla nostra nuova situazione fisica compreso il braccio bionico che c’ è stato dato per sostituire l’ arto mancante. Lo stesso Ocelot ci spiega che questa missione di salvataggio ci servirà come primo allenamento in vista dei successivi impegni più complessi, dovremo quindi sfruttarla per tornare in piena forma.

Quanto appena raccontatovi alla fine copre le prime 2/3 ore di gioco e ci da modo di parlare già di novità rispetto al passato, in The Phantom Pain infatti l’ evoluzione della storia non è più affidata a lunghe e frequenti sequenze video come in passato, avremo invece pochi intermezzi e per comprendere tutto dovremo invece raccogliere delle audiocassette durante il gioco, l’ ascolto di questi nastri ci permetterà di venire a conoscenza di fatti più o meno importanti del mondo che ci circonda.
Completare Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non è un’ operazione rapida, dopo l’ uscita di Ground Zeroes Kojima dichiarò che il nuovo gioco sarebbe stato 100 volte più vasto, la dichiarazione all’ inizio parve molto una sparata pubblicitaria ma non aveva tutti i torti. Rispetto al passato il tempo di gioco è aumentato notevolmente, questo non solo per l’ assenza dei lunghi filmati ma proprio per un maggiore tempo passato a giocare, a seconda di come affronteremo l’ avventura, ma di questo parleremo tra poco, le ore richieste possono variare e non poco ma comunque per la sola quest principale siamo nell’ ordine di almeno una quarantina di ore. A quanto detto si devono comunque aggiungere le ore spese con la modalità FOB, sbloccabile a metà gioco più o meno e che consiste in assalti e difese della base, e Metal Gear Online che verrà attivato ad ottobre.
GAMEPLAY
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è un action con una forte componente stealth, non obbligatoria però, e qui più o meno finiscono le parentele con gli altri episodi della serie. Questa affermazione probabilmente vi avrà lasciati spiazzati, è giusto quindi dirvi subito che questo capito “non è” Metal Gear o almeno non come siamo abituati a conoscerlo e non solo per quanto detto sulle sequenze filmate e la loro assenza nell’ evoluzione della trama. Kojima con The Phantom Pain ha voluto un po’ rivoluzionare la serie ed a nostro modo di vedere l’ ha fatto bene. Ground Zeroes, pur essendo più tradizionale rispetto a questo capitolo, doveva servire a far abituare le persone alle nuove meccaniche open world che sarebbero state introdotte e The Phantom Pain completa l’ opera di rinnovamento.

Non ci troveremo più a vivere un’ avventura “unica e scriptata”, avremo invece tutta una serie di missioni da affrontare e che spezzettano il gioco in varie sequenze, degli episodi con tanto di titoli di testa e di coda. Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di modi differenti di affrontare il gioco, questo è dovuto alla suddivisione delle missioni in principali, quelle che porteranno avanti la storia e che andranno affrontate più o meno in sequenza, e secondarie, necessarie sia per racimolare soldi che facilitarci la vita e che invece vanno sbloccate e si possono affrontare come e quando si vuole. Le missioni secondarie però non andranno trascurate, ci serviranno per esempio per catturare interpreti in modo da riuscire a capire cosa dicono i soldati nemici, poterli comprendere sarà utilissimo perchè immobilizzare un soldato ed interrogarlo ci farà ottenere informazioni vitali per lo svolgimento delle missioni oppure per scoprire dove sono oggetti, progetti oppure soldati specializzati.
Altra innovazione riguarda la parte evolutiva che è stata introdotta in questo nuovo capitolo. Dopo aver recuperato Miller avremo finalmente accesso alla nostra base, una piattaforma petrolifera chiamata Mother Base che sostituisce quella andata distrutta alla fine di Ground Zeroes, ed andando avanti con l’ avventura questa sarà modificabile in dimensioni e settori, l’ ingrandimento della Mother Base sarà fondamentale perchè ci permetterà di ampliare il nostro esercito, chiamato Diamond Dogs, ma non solo, avremo modo di creare piattaforme dedicate a vari settori come lo spionaggio (utile per avere informazioni sul mondo che ci circonda) o l’ esercito (da mandare in missione e guadagnare così ulteriori crediti). Il tutto però non è finalizzato ad un solo scopo estetico o di puro vanto numerico, avere personale specializzato nei vari settori ci aiuterà a farli crescere di livello e sbloccare così il miglioramento delle armi, degli oggetti di gioco, dei mezzi e dei nostri compagni d’ avventura. Lo spionaggio poi sarà utile per sapere in che area più o meno sono i nemici durante la missione, dove trovare materiale da recuperare o le variazioni atmosferiche utili in alcune situazioni, per esempio infiltrarsi in un accampamento durante una tempesta di sabbia o la pioggia ci renderà la situazione meno complicata. L’ evoluzione però non si basa solamente sulla quantità di personale presente alla Mother Base, che potremo far aumentare o con le missioni di recupero oppure rapendo i soldati nemici, sarà infatti necessario anche possedere abbastanza risorse economiche, accumulabili completando le missioni principali e secondarie, ma anche materiali e piante che troveremo esplorando l’ ambiente di gioco. Questa nuova componente è sì interessante, c' è da dire però che forse è per certi versi pure troppo complessa per un titolo come Metal Gear che non è né un gestionale né un rpg.

Purtroppo c’ è da annotare comunque qualche aspetto negativo. Il primo riguarda la trama, dopo un avvio con il botto il tutto si appiattisce, troveremo quindi a fare molte missioni, soprattutto le secondarie, simili tra loro anche se in ambienti differenti, si tratterà principalmente di infiltrarsi in qualche posto per recuperare qualche persona a fini economici o per vantaggi nel gioco (comprendere la lingua dei soldati, sviluppare qualcosa o rinfoltire i gruppi). Altro problema è quello dell’ infiltrazione, spesso sarà più comodo mollare l’ approccio stealth, magari perchè abbiamo già fallito una o più volte la missione, per giocare più alla Rambo, il tutto però solo se non si cerca di finire la missione con un grado molto alto, a fine missione infatti avremo una serie di dati per giudicare come siamo andati ed un voto finale variabile in base a parametri come il tempo, allerte create o soldati uccisi. Prima di una missione potremo personalizzare Snake, o il soldato che vorremo usare, per quanto riguarda la spalla, un compagno della missione, ma soprattutto le armi da portarci dietro, sviluppare quindi la componente di ricerca di cui parlavamo in precedenza ci darà quindi accesso a nuove armi letali e non oltre ad accessori per affrontare l’ avventura con maggiore facilità. In The Phantom Pain comunque troveremo anche elementi classici ed iconici della serie, parliamo per esempio del problema classico che se si viene avvistati dai soldati questi si mettono in modalità di ricerca, se dopo un po’ non verrete trovati la situazione tornerà più o meno come se nulla fosse o quasi. Questa comunque è una scelta voluta probabilmente per non complicare troppo il gioco, non sarebbe stato male se ci fosse stata un’ opzione tra un sistema più “arcade” ed uno più “simulativo”. Abbiamo detto comunque che turno torna quasi come se nulla fosse accaduto, la differenza è che rispetto al passato il vostro approccio influirà sulle missioni future, avrete quindi modo di vedere i soldati che piano piano prendono contromisure come l’ adozione di elmetti, scudi anti sommossa o giubotti anti proiettile, avremo comunque modo di prendere anche noi delle contromisure tramite le missioni esterne, questa opzione permette di mandare un gruppo di nostri soldati scelti a compiere varie missioni comprese alcune il cui scopo è bloccare i rifornimenti di protezioni varie verso l’ esercito nemico.

Ultima nota dolente del gioco riguarda i salvataggi ed i checkpoint, il sistema non è il massimo e salva quando vuole lui, questo porta anche a casi in cui avrete quasi completato la missione e venendo uccisi sarete costretti a ricominciarla da capo invece che da un punto intermedio, in questi casi l’ unica facilitazione sarà di ritrovarsi già marcati i soldati che avevate evidenziato durante il tentativo precedente (avrete modo di segnare i soldati con un triangolo rosso in testa in modo da seguirne gli spostamenti).
GRAFICA ED AUDIO
Piccola premessa, la versione da noi testa è quella PS4 che, tra quelle console, risulta quella sulla carta migliore dal punto di vista dei numeri, il gioco infatti gira a 1080p a 60 frame, su Xbox One invece la risoluzione scende a 900p mentre le vecchie console devono accontentarsi di una risoluzione ancora più bassa (720p) ed un fluidità dimezzata (30 fps). Su PC c' è il solito discorso del risultato variabile in base alla configurazione di gioco, il parametro massimo comunque è una risoluzione 4k (3840*2160 pixel) a 60 frame.
Graficamente Metal Gear Soldid V: The Phantom Pain è maestoso soprattutto in relazione alla dimensione ed il tipo di ambiente in cui ci troviamo. Nonostante un orizzonte molto vasto e dei buoni modelli, il gioco gira quasi sempre fluido anche se affetto da qualche problema di bad clipping soprattutto mentre ci si avvicina sempre più a qualche posto. I filmati poi metto in evidenza l’ ottimo lavoro fatto dal team di Kojima che riesce a sfruttare molto bene il Fox Engine, il motore grafico creato appositamente per il titolo e sfruttato poi anche da Pro Evolution Soccer sempre di Konami.
L’ ambiente di gioco, nonostante sia molto vasto, è abbastanza vario e dettagliato, sono presenti poi varie chicche come l’ ottima riproduzione delle tempeste di sabbia e della pioggia oppure il ciclo giorno notte che influirà anche sulle missioni (di notte avremo meno possibilità di essere avvistati dai nemici).

Il comparto audio invece è abbastanza classico, abbiamo quindi la solita raccolta di suoni più una buona riproduzione delle armi con suoni differenti dei colpi a seconda che impattino su dei corpi oppure su oggetti metallici (come possono essere anche i caschi dei soldi che di conseguenza voleranno via). Il tutto è poi affiancato da una bella colonna sonora che vede anche la presenza di brani noti di quel periodo che affiancano alcune musiche locali.
Piccolo neo invece per il comparto parlato, la questione però non riguarda certamente la recitazione che è ad alti livelli e per capirlo basta pensare che a dare la voce a Venom Snake c’ è Kiefer Sutherland, che sostituisce la voce storica di David Hayter, mentre Revolver Ocelot è stato affidato da Troy Baker che sostituisce Patric Zimmerman e Josh Keaton. Il problema invece è che il gioco è in inglese con sottotitoli in italiano, la scelta fatta da Konami costringerà quindi gli utenti meno pratici a dover ascoltare le audiocassette da fermo non potendo leggere i sottotitoli mentre si gira per la mappa. Da segnalare poi un problema che può capitare qualche volta, se si sovrappone l’ audio di una cassetta ad altre voci allora si perderà spesso la traduzione a video della prima.
CONSIDERAZIONI FINALI
Abbiamo detto che questo Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non è il Metal Gear classico ma questo non è assolutamente un male, le novità sono ben riuscite ed è un peccato che la serie possa finire qui per via del licenziamento di Kojima (salvo colpi di scena nei prossimi mesi/anni) e le nuove voci che vogliono Konami intenta ad abbandonare i giochi tripla A in favore quasi solo del mercato mobile. Chi non ha mai giocato un titolo della serie, o l’ ha abbandonata in passato per la struttura, potrebbe quindi apprezzare molto la nuova formula mentre i fan non dovrebbero disdegnarlo nonostante sia diverso dagli altri episodi perchè comunque ci ritroveranno lo spirito della serie che amano.
Considerando la qualità, la notevole longevità ed il fattore sorpresa che non finirà molto presto (anche dopo decine di ore verranno sbloccate cose nuove!) è un titolo sicuramente da consigliare. Nel caso aveste dubbi sul comprendere a pieno la trama non conoscendo o ricordanto gli altri episodi, vi ricordiamo che potete sempre consultare la timeline creata dall’ italiano Alex Camilleri
Considerando la qualità, la notevole longevità ed il fattore sorpresa che non finirà molto presto (anche dopo decine di ore verranno sbloccate cose nuove!) è un titolo sicuramente da consigliare. Nel caso aveste dubbi sul comprendere a pieno la trama non conoscendo o ricordanto gli altri episodi, vi ricordiamo che potete sempre consultare la timeline creata dall’ italiano Alex Camilleri
Pro
- La nuova struttura funziona bene
- Graficamente molto valido
- Ottima longevità
Contro
- Qualche problema con salvataggi automatici
- Un po' di bad clipping
- Il ritmo della trama non è costante
Ma scrivere in italiano no eh? Neanche fossero termini usati... no davvero, sono curioso di sapere in quanti conoscono il significato senza cercare su google (chi lo conosce un pollice rosso please, mentre chi non lo conosce uno verde).
In effetti nessuno in italiano usa clipping come termine tecnico sul 3D.
Poi si può discutere per ore sul fatto che scrivere compenetrazione poligonale magari era più chiaro per i neofiti (ma anche un po' meno corretto), ma lamentarsi perché nella parte tecnica di una recensione vengono usati i corretti termini tecnici vuol dire:
1) pretendere che i contenuti riflettano l'ignoranza di chi li legge (ovvero prendiamo il minimo comun demoninatore e appiattiamo tutto, bel modo di rendere i lettore più consapevoli e informati)
2) aver letto una parte a cui non si era palesemente interessati (chi lo è al massimo googla il termine ed è contento di aver imparato qualcosa di nuovo, o almeno è quello che faccio io quando leggo parti tecniche su argomenti su cui non sono informatissimo)
3) il sabato sera non avere nulla di meglio che lamentarsi di contenuti forniti gratis da un sito di appassionati
@Chibi Goku: non è una compenetrazione poligonale ma altro, forse era più corretto parlare di pop up. Per chiarire, più ti avvicini ad un oggetto e più ne aumenta il dettaglio visivo (lod ovvero level of detail) ma qui abbiamo in alcune occasioni che appaiono proprio di botto alcune cose come se abbiano adottato una "scala" molto grezza, non c' è un vero bad clipping/pop up con oggetti grandi che appaiono improvvisamente
@Darktommy: hai visto il primo o secondo finale?
Pur non essendo un vero e proprio videogiocatore posso dire di essere un fan di vecchia data di questo titolo, devo però confessare di essere ormai fermo alla terza incarnazione, ovvero Snake Eater. Se mai dovessi acquistare una consolle di nuova generazione penso che lo farei quasi esclusivamente per completare i capitoli mancanti di questa fantastica saga.
@Pipps: ti ringrazio per avermi dato del bastardo
Per quanto riguarda il voto, per te non è da 90 mentre per me sì, vedendo i voti in giro ( http://www.metacritic.com/game/playstation-4/metal-gear-solid-v-the-phantom-pain e http://www.gamerankings.com/ps4/718564-metal-gear-solid-v-the-phantom-pain/index.html ) quello che la pensa diversamente dalla maggior parte delle persone non sono io ma te ma ognuno ha i propri gusti e metri di giudizio
Ma quale profano masochista è che inizierebbe un gioco simile senza conoscere la trama dei precedenti 8 (9 se contiamo Portable Ops)?
Io sono giunto alle prime 10 ore e mi sta piacendo molto, anche se personalmente il design dei super-boss è esagerato a dir poco, roba da God of War più che da MGS (per quanto la saga non abbia mai rinunciato a nemici assurdi e dotati di poteri paranormali, per carità, ma c'è un limite a tutto).
Con la differenza che gli altri ignoranti almeno si aggiornano, tu piangi per quel che non sai e fai la figura dell'ignorante. E non è la prima volta che succede.
Tornando alla saga, io ieri ho trovato Metal Gear Solid per Game Boy Color... mica male!
??
Di che stiamo parlando?
In particolare, si fa riferimento al fatto che la trama, eccezion fatta per il prologo, non sia il vero punto forte dell'opera, e anzi pecchi un po' in quanto a coinvolgimento e ritmo narrativo ("dopo un avvio con il botto il tutto si appiattisce"). Se può essere qualcosa di trascurabile in un gioco che si chiama, che ne so, Mario, non credo che possa avere lo stesso peso in un Metal Gear. Prendetemi per pazzo, ma io ho giocato (e rigiocato) solo al capitolo per PS1 (Metal Gear Solid), e lo ricordo benissimo sia per la trama epocale che per i personaggi che bucavano lo schermo.
Se di questo gioco non si può dire lo stesso, allora non sono d'accordo con l'inserirlo come ultimo tra i difetti e liquidarlo con un semplice "Il ritmo della trama non è costante".
Anzi, leggendo dettagliatamente la recensione, si parla di missioni principali, missioni secondarie e collezionabili... se unisco tutto ciò ad una trama piatta, mi viene quasi da pensare ad uno Skyrim con le armi. E ci tengo a precisare che non sono affatto un fan di Skyrim, proprio perché odio i giochi senza trama (eccetto poche eccezioni in cui il gameplay sia davvero valido).
Infine, mi sorgono dubbi con il nuovo sistema di gioco: un abbandono dello stealth in favore di un approccio più "action" è qualcosa che non mi sarei augurato nella serie Metal Gear, soprattutto se parliamo del suo capitolo conclusivo (ma, ripeto, prendetemi per un pazzo che ha giocato solo al capitolo su PSX, dove giocare Stealth era OBBLIGATORIO).
Un Open World con tante ore di gioco, missioni secondarie ripetitive, gameplay rivolto all'action e trama non eccelsa (leggendo i commenti, addirittura incompleta) sono per me ottimi motivi per NON comprare questo gioco. Non che lo avrei fatto, dato che, non avendo giocato i precedenti capitoli (e non avendo la possibilità di farlo), mi sarebbe stato difficile farlo.
E in quello per Game Boy Color (che aggiunge alla meccanica dei giochi per MSX le evoluzioni di MGS per PS1).
Franz, se non ci fossi io... cambierebbe nulla. E tu vantati di essere ignorante
La cosa della trama incompleta ancora vorrei sapere di che cosa si sta parlando, francamente.
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