Dopo 3 anni dall'uscita in Giappone, God Eater 2 sbarca finalmente in Europa ed America nella sua versione migliorata Rage Burst, riesumando un franchise nato e "morto" nel 2011, almeno sui nostri lidi. Un sequel, ed una serie, su cui Bandai Namco sembra voler puntare parecchio, forse dopo aver notato il forte interesse in tale genere da parte del pubblico Occidentale o per accompagnare, molto più probabilmente, il rilascio ed il successo dell'omonimo anime. Ma l'attesa si è effettivamente rivelata degna?
 
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TRAMA

Sono passati tre anni dalle vicende che videro coinvolti i membri dell'Unità 1 della Divisione Estremo Oriente di Fenrir, capitanati dal nostro personaggio o, canonicamente parlando, da Yuu Kannagi, protagonista del manga, atti a sventare un piano che avrebbe completamente distrutto l'umanità, salvo per qualche fortunato membro. La situazione mondiale non è cambiata: i God Eater combattono costantemente ogni giorno per proteggere la vita di tantissime persone, nuvole rosse appaiono ad intervalli regolari rilasciando una pioggia cremisi che, al contatto, uccide tramite una malattia indebellabile chiamata Peste Nera, nuovi e potentissimi Aragami denominati Psion minacciano ulteriormente i superstiti. Ed è da questa situazione, per certi versi peggiorata, che ricominceremo la nostra storia come God Eater, impersonando una nuova recluta arruolatosi nella Blood Unit, una divisione speciale di Fenrir avente come membri diversi ragazzi e ragazze capaci di risvegliare il potere Blood e, di fatto, gli unici in grado di contrastare la nuova minaccia Aragami.

Nonostante il forte senso di deja-vù, dovuto al test di compatibilità della God Arc e a diverse similitudini iniziali, God Eater 2 Rage Burst innalza sotto ogni aspetto il livello narrativo della serie: la storia risulta, fin dalle prime ore di gioco, più complessa e ben costruita rispetto al precedente capitolo, grazie ad un uso nettamente più ampio dei filmati e delle scene. Un discorso analogo vale per gli stessi personaggi, a partire da Nana Kozuki e Romeo Leoni, che sembreranno particolarmente stereotipati inizialmente, per mostrare in seguito aspetti molto più approfonditi del loro carattere e della loro vita, nonché le preoccupazioni e il passato che li attanaglia, come nel caso di Gilbert McLane. La presenza degli Episodi dei Personaggi, dedicati anche a personaggi “minori”, dona a God Eater 2 Rage Burst un'identità tutta sua: se il primo capitolo offriva la storia come se fosse un piccolo incentivo extra per la prosecuzione, in quest'ultimo la trama ricopre un ruolo decisamente più attivo e coerente col gameplay stesso.
 
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Il ritorno di tante vecchie conoscenze, inoltre, regala al titolo il giusto pizzico di nostalgia, rivelandosi come uno stupendo "Welcome Back" da parte degli sviluppatori che, pur avendo adottato un reset parziale della storia del nostro precedente protagonista, hanno voluto mantenere un saldo legame con il capostipite della serie.
 
GAMEPLAY

Se avete giocato al precedente capitolo della serie prima di avventurarvi nel mondo di God Eater 2 Rage Burst, vi troverete sicuramente a vostro agio per ovvi motivi. Le meccaniche base del gameplay risultano pressoché inalterate, dimostrando la sua solidità in quanto hunting game, come già visto nella recensione di God Eater Resurrection. Tuttavia, le differenze tra due titoli, per quanto possano essere viste come marginali, possono decretare in maniera netta la preferenza tra i due. Tra i primi cambiamenti che potreste notare abbiamo l'abbandono degli Stili Predatore, rimpiazzati dalle meccaniche “Blood”: le “Blood Art” e la “Rabbia Blood”.

La prima di esse è basata su un concetto semplice quanto estremamente funzionale, ovvero il potenziamento permanente di una mossa specifica del nostro moveset. Se, per esempio, adoriamo frantumare i nostri nemici con la combo base del Martello, assegnata a Quadrato/Triangolo, potremo equipaggiarla come nostra Blood Art per eseguire molti più danni del normale. La praticità di questa meccanica è resa ancor più pratica dal suo livellamento, in quanto ci basterà combattere normalmente per livellare ogni Blood Art di una particolare arma.
Il funzionamento della Rabbia Blood, invece, risulta più complesso ma incredibilmente più appagante, nonché distruttivo. Dopo aver riempito una barra specifica combattendo gli Aragami, potremo selezionare una tra diverse condizioni su schermo da soddisfare entro un determinato periodo di tempo e, in caso di successo, attiveremo la modalità Rabbia Blood sul nostro personaggio per 30 secondi circa. Essa ci garantirà, oltre ad una modifica estetica particolarmente bella, un potenziamento non indifferente, insieme ad una riduzione praticamente completa dei danni subiti e del Vigore speso.
 
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Per quanto concerne le missioni, anch'esse hanno subito cambiamenti minimi ma decisamente gradevoli, come la possibilità di attivare i Dispositivi Ausiliari di Supporto che ci garantiranno, in base alla God Arc del personaggio scelto, svariati ed utili effetti per la battaglia. Potremo, per esempio, impostare il God Arc di Julius per offrire al party un Link Burst di LV.3 dopo 2 minuti dall'inizio della battaglia oppure ridurre del 30% di danni per un certo periodo di tempo grazie all'aiuto di Ciel. L'unico “svantaggio” di questa funzionalità consisterà nell'impossibilità di portare con noi il personaggio che starà utilizzando la propria God Arc per fornirci supporto.

L'ultima vera novità consiste negli Episodi dei Personaggi, precedentemente accennati nella sezione dedicata alla trama, dove potremo, come facilmente intuibile, dedicare il nostro tempo ai diversi personaggi del gioco. E tale funzione non ricoprirà un semplice ruolo di “fanservice”, ma permetterà di migliorare sensibilmente le abilità dei compagni con cui interagiremo, resi più “svegli” in termini di IA rispetto al precedente capitolo, oltre ad ottenere noi stessi dei vantaggi non indifferenti. Nel caso di Ciel Alençon, per esempio, avremo modo di sbloccare i Blood Bullets, moduli speciali capaci di aggiungere effetti molto più devastanti ai proiettili durante le battaglie.
 
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I difetti di God Eater 2 Rage Burst, purtroppo, rimangono essenzialmente gli stessi del primo capitolo: i mostri, nonostante qualche nuova aggiunta, rimangono sempre scarsi numericamente a causa del solito uso smodato delle ricolorazioni. Gli stessi Psion introdotti in God Eater 2 sono semplicemente versioni leggermente riviste degli Aragami che abbiamo già affrontato numerose volte. Un chiaro esempio lo avremo da subito con il primo di essi che affronteremo durante la storia, Yan Zhi, praticamente identico al Chi-You, salvo qualche aggiunta di attacchi nel suo moveset. Per le mappe equivale lo stesso discorso, in quanto ne troveremo pochissime di effettivamente nuove e ci ritroveremo, molto spesso, a combattere nelle zone già esplorate fino alla nausea in God Eater Burst/Resurrection.
 
COMPARTO TECNICO

Graficamente parlando, God Eater 2 Rage Burst non si discosta tantissimo da God Eater Resurrection, poiché l'utilizzo degli stessi assets di gioco è decisamente evidente, tra modelli poligonali, mappe, menù di gioco e personaggi. Quest'ultimi, tuttavia, sono stati resi decisamente meglio, in quanto mostrano espressioni facciali più definite e consone alla situazione del filmato o dell'evento. Purtroppo, almeno per quanto concerne la versione PlayStation 4, sarà impossibile non notare la vera natura di God Eater 2, nato su PSP e migliorato su PlayStation Vita. Sono dettagli forse minimi per chi decide di acquistare un hunting game ma ciò non toglie che un deciso upgrade grafico, nonché l'aggiunta dei tanto decantati 60 FPS, avrebbero decisamente giovato ad un gioco più che buono.
 
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Il comparto sonoro, invece, offre una sensazione mista a riguardo: le OST, composte nuovamente da Go Shiina si rivelano molto più variegate e coinvolgenti rispetto al primo capitolo della serie, accompagnando, senza essere invasive, le diverse battaglie che affronteremo. Il doppiaggio si mostra ben fatto per quanto riguarda la maggior parte dei personaggi anche se, nei filmati, persiste un fastidioso “effetto eco” durante i dialoghi, come se le registrazioni delle voci siano state fatte da una vecchia pellicola cinematografica.

Per concludere, la localizzazione italiana, fortunatamente, è stata sensibilmente migliorata dal primo God Eater, salvandoci dalla lettura di strafalcioni indefinibili. Al contrario, la traduzione rispecchierà spesso il registro colloquiale utilizzato dal personaggio con cui dialogheremo: Nana, per esempio, parlerà con termini decisamente più comuni e semplici, mentre Ciel utilizzerà termini più ricercati oltre ad essere più formale complessivamente.
 
 
CONCLUSIONI
 
God Eater 2 Rage Burst è esattamente ciò che ci si poteva aspettare da un sequel di God Eater: una storia più coinvolgente, personaggi accattivanti, un gameplay solido mirato a limare i diversi difetti che attanagliavano God Eater Burst all'epoca. Non è perfetto e la preferenza tra Rage Burst e Resurrection potrebbe tradursi perfettamente in un “degustibus” per le poche differenze effettive. Nonostante ciò, la speranza per God Eater 3 rimane, augurandoci che l'identità acquisita da questa serie venga mantenuta e migliorata, perché le potenzialità per un capitolo da 90 sono presenti e devono essere solo sfruttate a dovere.