E' risaputo che i titoli di grande successo sono destinati ad essere emulati o, più precisamente, fornire ispirazione per la creazione di altri giochi. Abbiamo avuto esempi come Dark Souls imitato da Lords of the Fallen, Terraria nato come alternativa a Minecraft, o Darksiders, frutto di una relazione tra The Legend of Zelda e God of War.

Dragon Quest Builders, nuovo e particolare spin-off dell'omonima e longeva serie JRPG, sarà ricordato tra i titoli di tale categoria: in arrivo il 14 ottobre in Europa, giusto in tempo per il 30° anniversario della saga, questo gioco offre un'esperienza totalmente inedita ai fan di Dragon Quest, magari ancora immersi nell'ultimo remake Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato, che potrebbe segnare l'inizio di una nuova sottoserie.
 
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Un Dragon Quest senza uno straccio di trama si potrebbe definire un'eresia e Dragon Quest Builders, fortunatamente, rispetta i canoni della serie in tale ambito. Il titolo si offre, innanzitutto, come un “what if” legato all'epilogo del primissimo Dragon Quest: cosa sarebbe successo se il protagonista avesse accettato la proposta di Dragonlord di dominare il mondo insieme? Gli antagonisti, normalmente, non sono nominati tali senza motivo e, in questo caso, Dragonlord non esiterà ad eliminare a tradimento l'eroe di Dragon Quest per regnare sovrano su tutta Alefgard, distruggendola e rendendola una landa inospitale ricca di mostri. La nostra storia inizierà molto tempo dopo quest'evento, impersonando Bildus (nome predefinito del nostro eroe) svegliatosi all'interno di una... cripta. Ebbene sì, prendendo coscienza di sé esattamente come un morto tornato nel mondo dei vivi, Bildus si ritroverà, guidato dalla voce misteriosa della dea, ad uscire letteralmente dalla tomba per trovarsi nella terra di Alefgard, resa ostile all'uomo ed avvolta da una nube oscura che aleggia costantemente nel cielo. Il nostro compito sarà semplice quanto decisamente lungo ed impegnativo: ricostruire, grazie ai nostri poteri, tutta Alefgard, riportandola all'antico splendore o addirittura migliorandola durante un'avventura dalla trama molto basilare, suddivisa in quattro capitoli, che fungerà da pretesto per esplorare l'intero continente, tra mille dialoghi ricchi dell'umorismo tipico della serie e tanti riferimenti a chi ha precedentemente giocato il capostipite di questa prolifica saga.
 
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Gli aficionados di Minecraft noteranno da subito la forte ispirazione presa dal titolo per la creazione di Dragon Quest Builders, a partire dai primi minuti di gioco: blocchi di terra, erba, roccia e quant'altro che formano l'intero mondo di gioco, un personaggio in grado di costruire essenzialmente ogni cosa con un rudimentale banco di lavoro ed un'enorme continente, generato casualmente solo per certi frangenti, da esplorare. Eppure, da queste banali similitudini Dragon Quest Builders si differenzia, portando all'interno del titolo la sua enorme eredità di JRPG. Il nostro personaggio, di cui potremo decidere sesso, colore di capelli, occhi e capelli e, ovviamente, il nome, verrà essenzialmente imbarcato in un'avventura atta a risanare il mondo, come già accennato precedentemente, tramite il suo potere di costruzione, nella maniera più classica. Avremo quindi un obiettivo da seguire, contrariamente a Minecraft, tanti diversi NPC con cui interagire e ricevere svariate quest, ed intere città da ricostruire. La prima tra queste sarà Cantlin, ridotta ad un misero cumulo di terra e pietra, e luogo in cui, dopo un breve ma esaustivo tutorial sulle basi del gioco nella cripta, pianteremo il nostro primo Stendardo di Luce, un oggetto capace di rischiarare la cortina oscura del male ed offrire una flebile protezione ad una città, nonché attirare nuovi abitanti per ripopolarla. La prima tra questi sarà Britta, una ragazzina che, con l'ausilio della dea, ci mostrerà come creare e completare una camera da letto, intrecciare un pagliericcio su cui dormire, seguire il progetto di una determinata stanza e molto altro. Ovviamente, per costruire tutto ciò non potremo stare tranquillamente seduti aspettando che siano gli abitanti a fare tutto il lavoro pesante per noi.

La chiave per proseguire nell'avventura sarà, appunto, l'esplorazione dell'intero mondo di gioco, completamente libera da strade o percorsi predefiniti, e che ci vedrà raccogliere materiali da ogni elemento dell'ambiente o dai mostri che troveremo. Le nostre scorribande, tuttavia, dovranno essere regolamentate da svariate regole di base per assicurarsi un viaggio tranquillo e fruttuoso: durante ogni giornata, seguendo un tradizionale ciclo di giorno/notte, ci converrà sensibilmente “cacciare” i materiali durante la luce del sole. I nemici, infatti, saranno molto più innocui e facili da abbattere in quell'arco della giornata, motivo per cui, al tramonto, dovremo spesso decidere se costruire una piccola base per riposare o tornare in città grazie alla tradizionale Ala di Chimera per evitare di essere costantemente attaccati da ogni tipo di nemico. Nulla ci vieterà di proseguire al buio ma tale scelta andrà inevitabilmente a nostro rischio e pericolo, specie nell'eventualità rimanessimo senza cibo che, nonostante sia mediamente facile da reperire nel caso di Prugnirtilli, fave e grano, sazierà decisamente meno il protagonista rispetto a uova bollite o funghi arrostiti, piatti nettamente più facili da creare nella tranquillità della propria cittadina.
 
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Un altro elemento particolarmente ben integrato nel titolo sono le ricette per creare nuovi oggetti, estremamente facili ed intuitive da ottenere: ci basterà, semplicemente, completare quest, parlare con alcuni personaggi od acquisire un materiale affinché Bildus abbia letteralmente un lampo di genio! Trovando del rame potremo ideare dei lingotti dello stesso materiale, sconfiggendo degli Slime ed ottenendo il loro olio avremo la possibilità di creare dal nulla una torcia (a patto di avere un ramo), un singolo frammento di pietra potrà garantirci tantissime creazioni quali la spada di pietra, una fucina, tavoli, sedie e tante altre cose ancora. Per raccogliere un qualsiasi oggetto interessante sarà semplicemente necessario romperlo (esattamente come in Minecraft) a furia di attacchi ripetuti che ci permetteranno anche di modellare a nostro piacimento i territori e gli edifici che troveremo, garantendo una libertà estrema su ciò che vorremo creare. Proseguendo nel gioco gli elementi che potremo inventare saranno veramente tantissimi e ci permetteranno di ideare oggetti sempre più elaborati ed edifici come botteghe, locande, castelli e quant'altro, esattamente come quelli presenti nei diversi capitoli di Dragon Quest. L'unico limite, ed è veramente il caso di dirlo, sarà la nostra immaginazione.

Ciò non vuol dire che Dragonlord e i suoi scagnozzi staranno immobili a guardare la rinascita degli umani nel territorio ma che, al contrario, dovremo saltuariamente mobilitarci in prima persona per difendere la città da ondate crescenti di nemici, attivate tramite l'avviso di un abitante o generate casualmente durante la giornata. Essendo un titolo incentrato sull'esplorazione e sulla costruzione di edifici, il sistema di combattimento presente in Dragon Quest Builders si rivela estremamente semplice: per attaccare i mostri ci basterà utilizzare il tasto Triangolo per sferrare fendenti con il nostro bastone o la nostra spada (o addirittura col nostro Grande Maglio), schivando occasionalmente le mosse degli avversari per avere la meglio e non perdere troppi PV nel processo. Tuttavia, il nostro protagonista è tutto fuorché un abile guerriero e dovrà sfruttare, giustamente, il suo ingegno creativo per vincere, più che la mera forza bruta. Per tale motivo avremo la possibilità di costruire del valido equipaggiamento per difenderci quali armature e scudi di pelle, spade e clave (tutte componenti visibili sul nostro eroe) oltre a cose più complesse come bombe e, soprattutto, barricate e trappole che blocchino le avanzate inesorabili dei mostri. Dragon Quest Builders, nell'insieme, propone un gameplay incredibilmente semplice e divertente, capace di trascinarvi per ore ed ore anche per costruire un particolare arredamento da posizionare nella vostra stanza in città o, in alternativa, scoprire cosa si nasconde al di là di una montagna particolarmente ostica da scalare.
 
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Dal punto di vista grafico Dragon Quest Builders non grida al miracolo, complice lo stile simil chibi adottato e il feeling cartoonesco disegnato da Akira Toriyama (storico concept artist della serie) nonché la sua natura cross-gen condivisa tra PlayStation 4, PlayStation 3 e PlayStation Vita. Ciononostante il titolo si dimostra piacevole da osservare in tutte le sue forme, più o meno cubiche, specie nei momenti in cui combatteremo contro i mostri tipici della serie, riprodotti fedelmente con tanto di effetti sonori caratteristici dei loro attacchi. Ciò che risulterà probabilmente più piacevole sarà l'accompagnamento musicale presente nel titolo, composto come sempre da Koichi Sugiyama, ricco di riarrangiamenti di vecchi classici come il tema della world map del primo Dragon Quest e tanti svariati effetti sonori ripresi dai precedenti capitoli, come il celebre “Intermezzo” alla selezione del file di salvataggio e la fanfare del Level Up, che non potranno non generare una forte sensazione di nostalgia. Ciò che Dragon Quest Builders non offre, purtroppo, è una qualsiasi forma di multiplayer, locale o online, che avrebbe certamente fatto piacere a più di qualche giocatore. Che sia stata una scelta voluta per offrire un'esperienza JRPG totalmente in singolo come da tradizione per la serie (con le eccezioni quali Dragon Quest IX, Dragon Quest X e Dragon Quest Heroes II), pensiamo che la possibilità di poterci avventurare con un amico per queste sconfinate lande cubiche sarebbe stata una bellissima aggiunta ad un titolo già più che divertente in solitaria.
 
Dragon Quest Builders è esattamente ciò che che sembra a primo impatto: un open world sandbox volutamente ispirato al celebre Minecraft, immerso nel mondo e nelle musiche di Dragon Quest e che ci accompagnerà in una lunghissima avventura ricolma di fanservice per gli amanti della serie. Che siate tra coloro che apprezzano il titolo di Mojang o meno, o che abbiate semplicemente un desiderio inconsueto di costruire a vostro piacimento i paesi visti nei diversi Dragon Quest, questo titolo saprà intrattenervi per ore ed ore. Ovviamente rimane vivamente sconsigliato a chi cerca una storia epica o per chi ha sempre odiato costruire qualsiasi cosa, a partire dai mattoncini Lego.