La serie di Final Fantasy ha avuto una storia molto particolare fatta di alti e bassi, amore e odio da parte dei fan ma è comunque riuscita nel tempo a conquistare il cuore di milioni di appassionati di videogames.

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Square Enix non ha mai nascosto la voglia di remake e remaster per questa saga che è una vera e propria gallina dalle uova d'oro e dopo l'uscita di Final Fantasy XIV Stormblood  (di cui potete leggere la nostra recensione a questo indirizzo) ha pensato ad una riedizione in HD di uno dei capitoli più controversi della serie, Final Fantasy XII.
Final Fantasy XII uscì nel lontano 2007 su PlayStation 2 e fu un vero e proprio successo di critica ma al contempo fu l’episodio meno considerato e lodato dagli utenti, in quanto dopo una serie di capitoli strepitosi, Square Enix deluse in parte i fan con Final Fantasy X-2  e questo generò un malumore generale che si è ripercosso su questo episodio.
Grazie a questa riedizione per PlayStation 4 molti utenti potranno finalmente dare una seconda occasione a questo titolo e magari rivalutarlo dando giustizia ad uno degli episodi più profondi di sempre con una delle migliori narrazioni della storia dei jrpg, anche se alcuni dei personaggi principali non hanno una caratterizzazione tale da entrare nell’immaginario collettivo della fanbase. Questa riedizione in alta definizione chiamata Final Fantasy XII The Zodiac Age inoltre porta con sé tante migliorie che arricchiscono ed impreziosiscono ancora di più l’opera originale.
 
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Bentornati ad Ivalice
 
Il gioco si sviluppa nel continente di Ivalice che già abbiamo potuto parzialmente esplorare in Final Fantasy Tactics Advance per Gameboy Advance. Senza rivelarvi troppo della trama del gioco possiamo affermare con certezza che è davvero degna di essere seguita, assaporata e vissuta dal giocatore, dialogo dopo dialogo, scena dopo scena, filmato dopo filmato, andando a creare ed intrecciare degli avvenimenti degni di una produzione Hollywoodiana creando un grande puzzle narrativo che riesce a coinvolgere fino alla schermata dei crediti. Final Fantasy XII The Zodiac Age dunque risulta essere un susseguirsi di situazioni imprevedibili, colpi di scena ed escalation di eventi che abbracciano i più diversi argomenti e tematiche: odio, vendetta, amicizia, sacrificio e tradimento saranno trattati con una maturità psicologica e profondità tali che il giocatore si ritroverà ad empatizzare velocemente con i personaggi a schermo che oltretutto sono definiti e delineati magistralmente. Ognuno dei protagonisti infatti è stato reso “umano”, con punti di forza e debolezze che lo caratterizzano e dove il bene e il male sono visti dai propri punti di vista.
In un lungo prologo ci vengono narrate le vicende che vi porteranno a prendere il controllo di Vaanuno dei protagonisti dell’intera vicenda - e ci ritroveremo nel villaggio di Rabanastre dove inizierà la nostra avventura partendo dal basso (e con basso intendiamo proprio le fogne!). Dopo la violenta battaglia iniziale e i cruenti avvenimenti che ci vengono mostrati, gli assetti del potere della cittadina troveranno un nuovo equilibrio che però ha il sapore di una resa incondizionata. Il malumore serpeggia tra la gente ma nessuno ha il coraggio (o comunque la forza) di ribellarsi ai nuovi "padroni". Vaan è profondamente "scontento" di questa nuova situazione è durante i festeggiamenti per inaugurare il nuovo "Console" decide di infiltrarsi nel palazzo reale per rubare un tesoro. Questa scelta ci porterà ad incontrare diversi personaggi già ad inizio gioco e scatenerà un susseguirsi di eventi che ci porteranno all'inevitabile scontro con i nuovi regnanti.
 
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La qualità delle ambientazioni è davvero notevole e ancora oggi risulta davvero godibile (fermo restando che si tratta di una versione in alta definizione e non di una completa rimasterizzazione). Le situazioni e il senso di “vitalità” delle città immergono il giocatore in questo mondo capace di restituire sensazioni che nei jrpg è davvero difficile ritrovare. In fin dei conti, se non si fosse capito, le città sembrano vive e questo riesce a donare una atmosfera unica. Il lavoro svolto in questa riedizione dal punto di vista grafico risulta davvero buono: le textures e i dettagli sono stati portati a livelli più elevati, così come diverse piccole aggiunte (come effetti particellari di nuova generazione e filtri per ridurre la spigolosità dell’immagine a schermo) che riescono a dar nuova vita a questo titolo. Graficamente il titolo originale che girava sull’hardware di PlayStation 2 era già eccellente in quanto le espressioni facciali, le sequenze in FMV e la caratterizzazione di boss e nemici erano degne di nota ma su Playstation 4 tutto viene potenziato con dettagli in alta definizione riuscendo così nella impresa di svecchiare il tutto e renderlo più appetibile anche alle nuove generazioni di videogiocatori. Se tutto ciò non fosse abbastanza i lunghi caricamenti che affliggevano e minavano in parte l’esperienza del gioco originale in questa versione sono stati notevolmente ridotti.
Le migliorie non si fermano qui; sono stati introdotti infatti dei piccoli ma mirati accorgimenti per migliorare l’esperienza dell’utente finale come ad esempio accelerare la corsa sulla mappa (da 2x a 4x di velocità) per ridurre il tempo di percorrenza di lunghe distanze per non parlare del Trial Mode e dello Zodiac Sistem Job che tratteremo in un capitolo a sé stante.
 
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Tra passato e presente
Final Fantasy XII ha rappresentato una vera e propria rottura con i precedenti capitoli pur mantenendo le fondamenta della serie. Vengono infatti introdotte delle innovazioni che sono state parzialmente riprese sia nei capitoli successivi che in altri giochi (vedi Final Fantasy XV per citarne uno). Ad esempio il sistema di icone è uno di quelli che nelle prime fasi di gioco salta subito all’occhio dei veterani delle serie: avvicinandoci ad una persona con cui è possibile interagire o con degli oggetti di interesse, un piccolo fumetto apparirà sopra la testa del protagonista che segnalerà al giocatore la presenza di questi elementi. In realtà nel 2017 questa funzione può apparire scontata, ma all’epoca fu una gradita introduzione che permise all’utente finale di risparmiare moltissimo tempo alla ricerca di elementi nascosti nella mappa.
Il secondo cambiamento che venne introdotto per la prima volta nella serie è il navigatore, ovvero una piccola mappa che rimane sempre visibile a schermo che vi dà una rappresentazione particolareggiata dell’area in cui vi ritrovate, degli oggetti più importanti, degli npc con cui potrete interagire, dei negozi presenti nella zona, dei punti di salvataggio (qui chiamati Salvocristalli) e dell’obiettivo da raggiungere. Questa aggiunta fu essenziale all’epoca e lo è ancora oggi perchè permette di orientarsi sempre e non perdersi nelle vaste aree di gioco.
La terza novità, forse la più importante tra tutte quelle viste, è stata l’eliminazione degli scontri casuali rendendo il titolo parzialmente più action. Questa scelta divise in due la fan base dell’epoca in quanto la “vecchia guardia” preferiva i combattimenti casuali a turni fissi, invece i nuovi giocatori apprezzarono molto l’idea di vivere un’avventura con i nemici sulla mappa visibili per la prima volta prima di entrare in combattimento. Molti anni dopo possiamo affermare che l’abolizione degli scontri casuali è stata comunque un successo che venne tramandato per il resto della saga e furono in molti a perseguire questa strada.
La libertà di poter decidere se affrontare un nemico o meno si è rivelata vincente in quanto dona al giocatore quel senso di libertà che mancava alla serie; questo non sta a significare che il giocatore è totalmente libero di girovagare per la mappa senza preoccupazioni di sorta, infatti i nemici hanno un campo visivo abbastanza elevato (soprattutto quelli con un livello molto superiore al vostro) e se entrerete in questo spazio l'avversario vi attaccherà. In questo momento inizierà lo scontro e il giocatore avrà una certa libertà di movimento potendo decidere da quale lato attaccare. Anche questo posizionamento taglia di netto con il passato dove ci si ritrovata fermi ed ancorati ad una griglia specifica.  Una volta attivato il bersaglio inoltre si avrà una sorta di “aggancio visivo” definito da delle linee colorate che fanno capire al giocatore chi sarà la prossima vittima a subire un attacco. Uccidendo diversi nemici in successione inoltre, si creerà una “catena” che darà al giocatore diversi bonus come esperienza extra o oggetti rari.
 
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Active Dimension Battle
Il cambiamento del sistema di combattimento di Final Fantasy XII può far pensare all’utente finale che ci si ritrovi davanti a scontri frenetici e votati interamente all’action ma vi possiamo assicurare che non è propriamente così. Gli scontri sono gestiti infatti da un sistema che mescola la libertà di azione al classico ATB (Active Time Battle) che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti capitoli della saga. Sapientemente gli sviluppatori hanno deciso di unire queste due meccaniche dando vita all'Active Dimension Battle (ADB) che ci permette di muoverci all’interno della mappa liberamente ma ogni azione offensiva e difensiva richiederà un determinato tempo di caricamento terminato il quale sarà possibile eseguire l’azione. A primo impatto questa soluzione può sembrare troppo macchinosa e difficile da apprendere ma una volta presa la mano risulta essere un ottimo compromesso tra staticità e dinamismo delle battaglie; ancora oggi questo sistema di combattimento risulta godibilissimo e anche i più giovani di voi potranno apprezzarlo al meglio. Certo siamo molto lontani dallo stile di Final Fantasy XV dove Square-Enix ha intrapreso una strada dedicata all’azione e allo spettacolo ma questo tuffo nel passato vi farà riscoprire il piacere di pianificare le azioni in modo più ragionato.
Il fattore strategico quindi riveste un ruolo essenziale nel gioco e il giocatore dovrà sempre ponderare al meglio le sue azioni per poter avere la meglio sull’avversario. Ed è qui che entrano in gioco due aspetti importantissimi del gameplay che rivoluzionarono (almeno all’epoca) il modo di concepire il combattimento, stiamo parlando infatti del sistema Gambit e delle Licenze.

Il Gambit fu all’epoca molto criticato perchè molti utenti (soprattutto quelli abituati ad avere il totale controllo dei personaggi)  trovano in questa meccanica molte limitazioni. La sua peculiarità infatti sta nel gestire le azioni dei personaggi che non sono controllati dall’utente tramite un complesso algoritmo che va a modificare l’intelligenza artificiale dei comprimari. Il giocatore quindi si ritrova a controllare in modo diretto un solo personaggio alla volta e a decidere come il resto del team si comporterà.
Per creare un Gambit dobbiamo selezionare, attraverso un menù dedicato, una certa azione (da un ventaglio di comandi disponibili) e selezionare il bersaglio in modo che ogni mossa possa essere eseguita. Per esempio possiamo stabilire l'ordine secondo cui un nostro compagno lanci una magia curativa quando gli HP scendano sotto una determinata soglia, o lanciare magie difensive o offensive a seconda dell’avversario che abbiamo davanti. Per i più pigri invece, gli sviluppatori hanno pensato di settare delle azioni di default automatiche che vi permetteranno di lasciare tutto in mano all’IA e voi potete concentrarvi ad utilizzare un unico personaggio.
 
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Naturalmente al giorno d'oggi queste meccaniche possono risultare un po' “lente”, in quanto pochissimi titoli ormai hanno mantenuto questa struttura di gioco (vedi i recenti Bravely Default e I am Setsuna che utilizzano un sistema puramente a turni statico) in favore di un'azione molto più dinamica e veloce. Per utilizzare al meglio il Gambit è necessario fare un po' di pratica dato che come già accennato il sistema a primo impatto può risultare un po' macchinoso. Comunque dopo un paio di battaglie sarà possibile riuscire a padroneggiarlo con maestria ed è a questo punto che il giocatore potrà ottenere il meglio da questo sistema. Il Gambit quindi risulta essere una perfetta fusione tra passato e presente.  

Le licenze invece sono dei veri e propri attestati che possono dimostrare le vostre abilità nel combattimento e che risultano vitali per lo sviluppo del vostro personaggio. In questa edizione, bisogna scegliere una classe che corrisponde ad un segno zodiacale: si va dal monaco al mago bianco, dal samurai al cavaliere e tante altre, ognuna dotata di caratteristiche uniche. Una volta scelta la classe vi troverete di fronte alla scacchiera dove ogni casella corrisponde ad una abilità specifica da sbloccare tramite la racconta dei PL (Punti Licenza) che si acquisiscono sconfiggendo nemici. A prima vista questo metodo potrebbe sembrare una sorta di Sferografia ereditata da Final Fantasy X ma il sistema a mio avviso è più complesso e articolato, nonché appunto evoluto. Ogni casella vi permetterà di sbloccare diverse aspetti legati al vostro personaggio tra i quali il tipo di armi equipaggiabili, magie, attacchi speciali, gambit e potenziamento dei parametri primari (come difesa,hp,evasione etc..) e per le classi specifiche è possibile sbloccare anche le invocazioni marchio di fabbrica indissolubile della serie. Ogni volta che acquisiremo una casella verranno liberate quelle adiacenti che richiederanno altri PL per poter essere sbloccate e qui sta al giocatore decidere come il proprio personaggio si evolverà. Lo Zodiac System quindi introduce una ventata di novità al titolo rispetto all’originale uscito su Playstation 2, caratterizzando ancora di più i propri personaggi e donando una ulteriore stratificazione e diversificazione al gameplay nonché alla sua profondità.
 
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Cappa e Spada!
 
Il gioco propone diversi innovazioni dunque ma come abbiamo accennato prima al suo interno troveremo molto dei precedenti Final Fantasy. Le evocazioni (qui Esper) sono assegnate ad un unico personaggio e quando li richiameremo in battaglia prenderanno il posto dello stesso, divenendo a tutti gli effetti un membro del team per un limitato numero di azioni. Come accadeva in molti dei precedenti titoli, questi Esper vanno ricercati in lungo e in largo per il continente e bisogna prima sconfiggerli per poterli usare. Un altro elemento ereditato dalla saga ma che è stato leggermente rivisto sono le “Limit Break” qui chiamate “Apoteosi”, ovvero abilità uniche che ogni personaggio possiede e che permettono, una volta caricate, di sprigionare un attacco devastante. Naturalmente anche le svariate tecniche e le magie sono rimaste e sono fondamentali per vincere gli scontri con i nemici, anche se da un punto di vista strettamente scenografico queste risultano essere meno dettagliate e spettacolari che in passato.
Per quanto riguarda invece le quest e le attività “secondarie”, Final Fantasy XII The Zodiac Age ne propone tantissime e variegate tra loro che vi permetteranno di ricevere esperienza ed oggetti extra una volta completate, magari prendendovi una pausa dalla quest principale. Nota di merito va all’attività della Caccia che vi permette di andare alla ricerca di mostri da eliminare sotto lauto compenso.
Per poterci spostare da un posto all’altro ritroveremo anche in questo capitolo i famosi Chocobo che stavolta, fin dalla prima scena, ci vengono proposti come elemento “essenziale” del mondo di gioco e non solamente dei “pennuti da trasporto”. Essendo il titolo ambientato in un epoca “Cavalleresca”, i nostri amati pennuti possono essere considerati alla stregua dei cavalli dei cavalieri, essenziali sia al giocatore quindi che alla trama di gioco.
 
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Rispetto a lavoro svolto per la versione originale che vantava una delle migliori grafiche qualitativamente parlando, questa revisione in alta definizione non spreme certamente l'hardware della PlayStation 4, ma come detto all'inizio riesce a svecchiare il titolo che ha ormai alle spalle dieci ani di vita. I personaggi risultano essere curati in maniera maniacale così come le loro espressioni facciali che convincono in pieno. Anche i vestiti e gli accessori (come nodi, cinture, anelli) hanno subito un incremento di definizione donando al tutto il gioco un'atmosfera unica. Una ulteriore nota positiva e il chara design dei protagonisti che sono modellati davvero bene e riescono a dare al titolo un senso di eterogeneità di razze presenti nel gioco. Gli Umani, i Seeq, i Bangaa e le Viera riescono a dare un senso di vitalità al titolo (specialmente le Viera e le loro armature succinte) essendo unici ma allo stesso tempo parte integrante di un mondo vastissimo. Le location nel gioco, come ogni Final Fantasy che si rispetti, sono diversificate ed immense e nel corso dell'avventura si visiteranno pianure, ghiacciai, vulcani e zone desertiche. Le aree però non sono tutte disponibili a vista ma sono suddivise in sezioni. Questo è probabilmente dovuto ai limiti tecnici che vi erano all'epoca ma ci si farà presto l'abitudine. 
Durante tutto il vostro viaggio la colonna sonora (ed il reparto sonoro in generale), vi accompagnerà arrangiando una composizione più bella dell'altra e che servirà ad esaltare tutto quello che succede a schermo. Le musiche quindi sono state completamente rifatte con la possibilità scegliere anche quelle originali per un effetto "retro" così come è possibile selezionale sia il doppiaggio in inglese che quello giapponese.
 
Il Trial Mode
 
Il Trial mode è una nuova modalità che fa capolino all'interno di Final Fantasy XII. In questa particolare sezione potete avventurarvi con i vostri personaggi in delle prove di difficoltà crescente. Una volta completata il primo scenario, si prosegue e l'obiettivo è quello di arrivare alla fine incolumi. La strategia e l'uso del Gambit qui si rende davvero necessaria e bisogna prestare attenzione alle scelte che si fanno per poter proseguire. Inoltre, tutte le ricompense che troverete all'interno della Trial Mode potrete "trasferirle" nell'avventura principale. Questa modalità risulta essere un ottima aggiunta che vi permetterà di affinare le vostre tecniche di combattimento.
 
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Square Enix ha confezionato un ottimo pacchetto andando a rinfrescare uno dei capitoli più "bistrattati" dell'intera saga. La riedizione in alta definizione con tutte le aggiunte che si porta dietro riesce a convincere appieno rendendo l'opera godibile anche alle nuove generazioni di videogiocatori. Una trama degna di essere vissuta, un sistema di combattimento particolare e le sessanta ore di gioco necessarie per completare l'avventura valgono il prezzo del biglietto.
Il trial mode inoltre è una aggiunta interessante che va ad ampliare l'opera originale. Chi ha già giocato il titolo all'epoca però potrebbe non trovare in queste (seppur buone) aggiunte un valido motivo per spendere nuovamente i soldi.