La (ri)nascita della serie Star Wars Battlefront può essere vista, secondo certi aspetti, allo stesso modo della trilogia cinematografica basata su Anakin Skywalker: dapprima attesa ed osannata, per poi finire, inevitabilmente, sommersa da una valanga di critiche in merito ad ogni elemento ideato, azzardato o, magari, preso pari pari dai capitoli precedenti.
Se il primo Star Wars Battlefront sta a “La Minaccia Fantasma”, possiamo quindi affermare che Star Wars Battlefront II sta a “L'Attacco dei Cloni”? La risposta, purtroppo, è un grosso e non ci riferiamo affatto alla bufera causata dalle microtransazioni presenti nel titolo in quanto DICE, nonostante abbia capito che il fanservice stia alla base di tutto, ha letteralmente cannato su altre ovvietà, a partire dalla tanto attesa (e richiesta) modalità Campagna.
 
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Pubblicizzata come piatto forte della nuova esperienza firmata George Lucas, la modalità storia introdotta in Star Wars Battlefront II è ciò in cui molti giocatori tenderanno a lanciarsi sin dal primo avvio (o almeno si spera), avventurandosi in una trama sponsorizzata come inedita e con la possibilità di osservare diverse vicende dal punto di vista dell'Impero, un elemento trascurato spesso e volentieri nelle altre opere videoludiche dedicate al vasto universo di Star Wars. Il problema, senza troppi giri di parole, è che tutto ciò si rivela totalmente falso.

Vestendo i panni di Iden Versio, comandante della Squadra Inferno, un team speciale del sopracitato Impero Galattico, ci ritroveremo a guidarla attraverso l'immediato epilogo in seguito alla morte dell'Imperatore, durante gli eventi conclusivi de “Il ritorno dello Jedi”. Gli ordini di Versio consisteranno, molto semplicemente, nell'eseguire l'Operazione Cenere, un'ultima direttiva lasciata da Palpatine che prevede la distruzione di svariati pianeti per instillare un alone di terrore in tutta la galassia, proprio a causa del prematuro decesso dell'Imperatore. E se l'inizio della campagna si dimostra avvincente, ciò che ne consegue dopo un determinato evento è quello che si può definire l'effettivo tradimento delle tante promesse nate durante il lungo processo di marketing del titolo, trascinandoci in un percorso ricco di fanservice (parola d'ordine durante la creazione di Star Wars Battlefront II, apparentemente) che, paradossalmente, nasce per essere il principale problema dell'intera modalità, senza approfondire oltre per ovvi e grossi spoiler: parliamo pur sempre di una campagna totalmente canon nell'universo di Star Wars, con tutti i retroscena essenziali ed indizi sparsi che si ricollegano fortemente sia a “Il Risveglio della Forza” che al prossimo “Gli Ultimi Jedi”.
 
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Un altro difetto della storia è proprio la lunghezza di quest'ultima che, anche proseguendo con una calma disarmante per raccogliere i pochi collezionabili presenti o per osservare le ambientazioni riprodotte con una fedeltà grafica spaccamascella, non supererà le cinque ore nel migliore dei casi. E non è solo la lunghezza in sé il problema, quanto il processo di narrazione che si rivela scostante e non riesce mai a raggiungere un climax effettivo degli eventi; arrivando al termine della campagna potreste effettivamente chiedervi “Tutto qui?”. Ed è un peccato, in quanto grazie a tale modalità, che vanta tra l'altro una componente cinematografica in grado di far impallidire gli episodi della serie su grande schermo, DICE ha saputo dimostrare un enorme potenziale che va ben oltre ciò che ha creato tramite la modalità multiplayer, ancora una volta vero nucleo del titolo. Ed anch'esso tutto fuorché perfetto, e non per colpa delle microtransazioni.

Avventurandoci nei menù multiplayer noteremo da subito una spiacevole sorpresa in merito al numero di attività in cui cimentarsi: le modalità multigiocatore, infatti, sono state sensibilmente ridotte persino rispetto al lancio del primo Star Wars Battlefront. Potremo semplicemente scegliere tra Assalto Galattico, la consueta modalità a 40 giocatori che ci vedrà scontrarsi per la conquista di svariati obiettivi, Assalto Caccia Stellari, dove ingaggiare in frenetiche battaglie aeree tra 24 giocatori, o, in alternativa, tra Eroi contro Malvagi, Attacco ed Eliminazione; quest'ultime tre modalità decisamente più ridotte sotto ogni aspetto, che si parli di utenza, ispirazione e grandezza delle mappe. Infatti, nonostante si parli di un sequel atto a migliorare la base di un primo capitolo che, al di là delle critiche, era piuttosto solida, ci ritroviamo con un titolo che offre meno del predecessore su tanti, troppi elementi: la selezione delle aree, sebbene gigantesche e, come ripetuto più volte, visivamente spettacolari, è alquanto scarna mentre nel caso di modalità come Eliminazione – la meno ispirata tra tutte essendo un tradizionale Deathmatch – sono presenti veri e propri problemi di fondo, tra cui i punti di respawn che non funzionano proprio, rigenerando i giocatori alleati dietro a quelli nemici o viceversa. Anche sottoponendo ad esame Eroi contro Malvagi, in cui finalmente ci si affronta solo ed esclusivamente tra personaggi storici senza (inutili) soldati base tra le scatole, il bilanciamento negli scontri che avvengono tra Jedi/Sith ed eroi “semplici” come Han Solo, Leia e compagnia viene gettato completamente al vento; qualche furioso fendente di Rey o Kylo Ren e qualsiasi blaster volerà allegramente nel cielo dopo la notifica dell'eliminazione avvenuta.
 
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Star Wars Battlefront II non è comunque un disastro a livello di gameplay. Nell'insieme, ci sono due elementi in grado di far risplendere il gioco rispetto al suo predecessore: il feeling delle battaglie e il sistema di classi (re)introdotto, nonché fortemente ispirato ai titoli usciti su PlayStation 2.
Scegliere la propria classe preferita (o quella più adatta alla situazione) tra le quattro disponibili riesce ad immergere più che mai nei conflitti tra Repubblica e Federazione, o Ribelli ed Impero: utilizzando le classi d'Assalto avremo a disposizione un set equilibrato e generico per ogni occasione, passando invece al soldato Pesante accederemo ad un rateo di fuoco decisamente più d'impatto oltre ad avere una resistenza maggiore a discapito della mobilità. Per chi invece predilige il gioco di squadra o il supporto tattico, si potrà far uso dell'Ufficiale, in grado di piazzare torrette e trappole nonché potenziare i propri alleati tramite incoraggiamenti; mentre gli amanti del cecchinaggio potranno ricorrere allo Specialista per ridurre sensibilmente i rinforzi avversari a furia di headshot. Qualunque sia la nostra scelta – tra l'altro intercambiabile ad ogni respawn – il feeling trasmesso da ogni colpo dei blaster si traduce in un'esperienza veramente di alto livello per ogni fan di Star Wars, soprattutto nel momento in cui, dopo un certo totale di punti guadagnati tra uccisioni ed obiettivi, potremo sfruttare la valuta accumulata per scendere in campo come Wookie, AT-ST, veicoli vari ed eroi da ogni epoca, magari ribaltando completamente la sorte del match per la nostra squadra.

Le partite, inoltre, sono state ribilanciate con un piccolo ma sostanziale cambiamento: se nel primo capitolo, qualora fossimo nella squadra intenta a difendere, dovevamo resistere fino allo scadere nel tempo, in Star Wars Battlefront II ci basterà eliminare abbastanza rinforzi per assicurarci una ritirata delle forze d'attacco. Insomma, niente più resistenze infinite quanto un focus ancora maggiore sugli obiettivi, con una conseguente generazione di match molto più intensi di quanto ci si potesse effettivamente aspettare.
Analogamente, un altro punto di forza di questo capitolo si rivelano essere le battaglie spaziali (come avrete già potuto notare nel caso abbiate provato la beta), ridisegnate a tal punto, sia in merito a comandi di volo, sparatorie e quant'altro, da trasmetterci la sensazione di essere veramente piloti di X-Wing – o di qualsiasi altro veivolo – grazie al totale abbandono di una mira automatica per i laser e la possibilità di schivare, senza manovre in cooldown, eventuali missili a ricerca e simili. Pure le navette degli Eroi, che nel primo capitolo non erano altro che vere e proprie fortezze spaziali, sono state depotenziate, risultando decisamente più realistiche a livello di canonicità: non stiamo parlando, dopotutto, di un misero droide intento a sparare disperatamente ad un Jedi.
 
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Purtroppo, a fronte di tutti i pregi e difetti presentati da questo capitolo di Battlefront, l'intera baracca crolla davanti ad un sistema di progressione che, semplicemente, è sviluppato male. Sebbene il sistema in questione abbia subito un ridisegnamento marcato rispetto a quello introdotto nella beta, il prodotto finale, anche escludendo le microtransazioni attualmente disabilitate, ci propone qualcosa che garantisce veramente poco equilibrio sul campo di battaglia: potenziare determinate Star Cards e combinarle insieme ad altre in un determinato set permette un vantaggio tattico non indifferente qualora ci ritrovassimo a duellare con altri giocatori.
Ciò che ci ha lasciato completamente perplessi sin dalle prime ore di gioco è stata proprio la scelta di abbandonare il sistema introdotto dal primo capitolo, ed i conseguenti Contratti Hutt per sbloccare le armi migliori tramite obiettivi variegati, completamente funzionante e ben collaudato, per lanciarsi in una sorta di gioco d'azzardo e grinding estensivo per comprare una singola cassa di carte e componenti completamente randomizzati. E' chiaro che tutto ciò è stato volutamente ideato per ruotare attorno alla manovra commerciale più criticata degli ultimi dieci anni, ma tale scelta riuscirà a tenere incollati allo schermo anche i fan più hardcore della serie? Sinceramente, ne dubitiamo.
 
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E per chi non avesse voglia di gettarsi online, o semplicemente abbia una forte avversione per esso? In tal caso, come Star Wars Battlefront, vi consigliamo caldamente di passare oltre. Pur avendo introdotto la modalità Campagna, il resto delle modalità offline non vale minimamente l'acquisto, proponendo – nuovamente – ai giocatori battaglie scriptate e molto, molto basilari contro i bot o un amico in splitscreen. E' vero, parliamo di un prodotto teoricamente immancabile nelle case di ogni appassionato della serie ma la verità è che, oltre al ripieno di fanservice e al tripudio grafico ed orchestrale presente, Star Wars Battlefront II vale la pena acquistarlo solo ed unicamente nel caso si abbia un bisogno disperato di una grossa dose di spade laser e blaster. O di Chewbacca.
 
 
Star Wars Battlefront II è il classico esempio di sequel che poteva essere un capolavoro, ma si è preferito adagiarsi sugli allori di una licenza conosciuta ed amata. I futuri DLC gratuiti potrebbero sensibilmente migliorare diversi aspetti del gioco ma, per il momento, è un seguito che risulta, ironicamente, incompleto ed incerto su elementi che dovrebbero essere stati consolidati già due anni fa. Magari toccherà a Star Wars Battlefront III impersonare “Il ritorno dei Sith” e riportare la serie ad uno standard accettabile, puntando possibilmente ad un'esperienza ricca e completa sotto ogni elemento disponibile. E pregando nuovamente che Jar Jar Binks non venga mai inserito nel roster degli eroi.

Il titolo è stato testato su una PlayStation 4 standard.