Call of Duty è un franchise storico del mondo videoludico composto da ben quindici capitoli ufficiali e otto spin off, impostosi dal 2003 sino al 2010 come uno dei punti di riferimento degli FPS. Il picco del successo di Call of Duty giunse con Modern Warfare 2 (2009), poi però, dopo il rilascio del primo Black Ops (2010) qualcosa nella collaudatissima ricetta della saga si ruppe.
 

Infatti i capitoli successivi al sopracitato Black Ops hanno fatto storcere il naso anche al più accanito dei fan della saga, per tutta una serie di scelte legate al gameplay,  alla declinazione futuristica che ha preso il titolo ad un certo punto e per la trama che si è appiattita; ma intendiamoci Call of Duty è a tutt’oggi una saga che vende tantissimo e che presenta una buona qualità, anche se è ben lontana dai fasti di Moder Warfare 2. Per uscire da questa situazione che vi abbiamo descritto, andavano prese decisioni nette, cosa che i Treyarch, il team dietro lo sviluppo di World at War e della saga Black Ops (otre che ideatori della modalità zombie), hanno fatto decidendo di eliminare la campagna single player e sostituendola con una modalità Battle Royale denominata Blackout. La scelta da loro realizzata ha scatenato una vera e propria scissione nella fan base tra chi rivendicava la necessità  della campagna e chi riteneva la stessa un semplice orpello realizzato solo per accontentare i puristi. In realtà come spesso accade la verità sta nel mezzo ed effettivamente è dalla campagna del primo Black Ops che non viene creata una storia all’altezza dei suoi predecessori, quindi piuttosto che realizzare trame scialbe perché si è costretti forse è preferibile la strada prescelta dai Treyarch, andando a reinserire una campagna quando si avrà qualcosa da raccontare e non perché si è obbligati.
 
Call of Duty Black Ops 4 i Treyarch tornano in nero- recensione 1.jpg
 

Passato e futuro a confronto

Black Ops IIII è un titolo che abbatte completamente le mire futuristiche dei precedenti capitoli, niente più esoscheletri, doppi salti, corse sui muri, gadget fantascientifici o amenità varie, si combatte a terra nella maniera più pura possibile riprendendo il gameplay dai capitoli passati e miscelandolo con trovate create ad hoc dai Treyarch, ponendosi in bilico tra passato e futuro. Non a caso durante le ore di gioco vi ritroverete dinanzi a personaggi o luoghi che provengono dai capitoli più famosi e amati di Call of Duty.
Il vero è proprio sostituto della campagna in singolo in realtà non è la Battle Royale, infatti posto in un angolo del menù iniziale, vi è una modalità denominata QG operatori che funge da tutorial al gioco (con Frank Woods che ci farà da tutor) e da surrogato alla campagna. Infatti è in questa sezione che ci verranno presentati i 10 specialisti che possiamo scegliere nella modalità multigiocatore, ci verrà descritto come utilizzare le loro abilità con varie missioni e, in stile Rainbow Six Siege, troveremo le schede con la loro storia personale; al completamento di ciascuno dei tutorial sbloccheremo un pezzettino di filmato che andrà a svelarci una storia in cui sono coinvolti i 10 operatori del gioco. L’idea alla base è anche interessante, se non fosse che alla fin fine sia le storie narrate che le schede degli operatori sono molto scarne e si dimenticano quasi subito. Detto ciò passiamo alla ciccia di Black Ops IIII ed iniziamo dalla modalità Blackout.
 
 

Il Battle Royale in salsa Call of Duty


Blackout è il nome che i Trayarch hanno prescelto per la loro visione del genere Battle Royale, che grazie a titoli come Fortnite e PUBG va tanto di moda. Appena selezionata la sezione Blackout vi ritroverete in un menù dove potrete creare il vostro combattente o prescegliere uno dei personaggi storici del brand, fatto ciò potrete iniziare il vostro match. Come nei più classici esponenti del genere, vi troverete prima in un hub centrale per poi essere trasportati su un elicottero che solcherà l’intera mappa, una volta prescelto il punto non vi servirà altro che saltare dal velivolo e planare dove più vi aggrada.
Ciascuno dei punti della mappa rappresenta un luogo storico della serie, infatti troviamo posti come Nuketown o il Manicomio (sede di una delle prime mappe Zombie), ma la lista è molto più lunga; una volta atterrati bisognerà reperire l’equipaggiamento in loco e per l’occasione abbiamo un menù azionabile con i tasti direzionali che permette di personalizzare le armi e controllare i vari oggetti raccolti. Non mancano i veicoli per spostarsi più velocemente e i classici approvvigionamenti che piovono dal cielo, inoltre ci sono una serie di piccole chicche come le scimmie lanciabili che richiamano gli Zombie (ma è solo una delle tante sorprese che cela la mappa). Il gunplay resta fondamentalmente quello classico dei vari Call of Duty con azione veloce e frenetica, quindi a meno che non abbiate un armatura indosso aspettatevi di morire facilmente, spesso mentre cercate di spostarvi per sfuggire alla solita tempesta che man mano restringe l’area di gioco.
La scelta di cimentarsi con un nuovo genere è si apprezzabile ma i risultati sono soltanto discreti, ora come ora Blackout appare una modalità molto piatta e che non ha nulla da dire rispetto ad altri esponenti del genere, una volta perso lo slancio della novità o l’interesse nello scoprire la mappa difficilmente tornerete a cimentarvi in questa modalità sottraendo tempo al multigiocatore classico o agli zombie. Nonostante ciò un giudizio definitivo su Blackout non può essere dato perché soltanto i mesi a venire e gli interventi dei Treyarch potranno determinare la riuscita o meno di questo Battle Royale.
 

Il multiplayer


Una delle più grandi novità introdotta da Black Ops IIII nel multiplayer è rappresentata dalla presenza dei 10 specialisti, che potremo prescegliere all’inizio di ogni partita e dopo ogni morte; in verità già il terzo capitolo della serie dei Treyarch introduceva il concetto degli operatori ma in questo caso la formula è stata rivista e corretta.
Ciascuno degli agenti ha un gadget speciale attivabile con R1 e una specialità utilizzabile con la pressione congiunta di L1 e R1, il gadget speciale è sottoposto a un cool down mentre la specialità si carica durante la partita come accade per le ultimate in Overwatch. Ovviamente dato che ogni specialista ha le proprie caratteristiche, bisognerà ragionare su quale si adatti meglio al proprio stile di gioco e al tipo di incontro che si sta disputando, ma non temete sia che siate lupi solitari o giocatori di squadra, troverete sempre una soluzione adatta a voi. Torna la classica creazione delle classi: personalizzazione delle armi, serie di uccisione, gadget e le wildcard; le bocche da fuoco vengono sbloccate in base al livello ed inoltre avrete la possibilità di assegnare un oggetto speciale al tasto L1, tra questi spicca l’iniezione che vi permette di recuperare la vita durante il match: tranquilli è ben bilanciata, infatti il recupero della salute non è immediato ed inoltre bastano pochi colpi per morire. Da elogiare la scelta di rendere le armi più forti del gioco disponibili nelle classi predefinite, così facendo anche i giocatori novizi possono provare con mano armi che altrimenti non sarebbero a loro accessibili se non dopo molte ore di gioco.
Oltre alle classiche tipologie di match come dominio, death match a squadre, cerca e distruggi ecc., spiccano le due nuove modalità: Furto e Controllo. In Furto ciascuno dei giocatori parte con una pistola e 500 dollari, prima dell’inizio di ogni round del match si aprirà un menù con tutte le armi e gli oggetti del gioco acquistabili spendendo il denaro in vostro possesso, la partita termina quando uno dei due team vince 4 round, ogni round non ha respawn quindi significa che una volta morti rinascerete al successivo e inoltre ogni azione in partita vi farà guadagnare denaro che vi permetterà di potenziarvi all’inizio di ogni round. Controllo vede due team, uno di attaccanti ed uno di difensori, battersi per la conquista (o la difesa) delle postazioni presenti sulla mappa, in questo caso vince chi ottiene la vittoria in 3 round, i respawn sono fissi e ognuna delle 3 partite termina quando uno dei team finisce i rientri a disposizione. Il multiplayer di Black Ops IIII è estremamente divertente e assuefante, soprattutto in relazione alle due modalità descritte poco prima, le mappe sono ispirate e ci sono grandi classici che ritornano dal primo Black Ops, ma vi è un grandissimo problema legato ai respawn quando si gioca in death match, dominio, controllo o in generale ogni qualvolta non ci sia un respawn fisso. In questi casi non solo vi troverete nemici ovunque ma molte mappe hanno punti di rientro in spazi completamente aperti, esponendovi facilmente agli attacchi dei giocatori più aggressivi.
 

Il ritorno dei morti viventi


Immancabili sono gli zombie, visto che sono stati i Treyarch a creare questa modalità che è oramai presente in ogni capitolo dei Call of Duty. Ma qui parliamo degli zombie originali e quindi ritornano anche i 4 personaggi originali della serie: Takeo, Richtofen, Nikolai e Dempsey.
In realtà quest’anno la modalità zombie si divide in due linee narrative diverse denominate Caos e Etere: la prima è ambientata nelle mappe Viaggio disperato e IX e i protagonisti sono i nuovi 4 personaggi creati dai Treyarch: Scarlett, Bruno, Shaw e Diego, mentre la linea narrativa Etere, vede lo storico quartetto impegnato nella mappa di Alcatraz vista in Black Ops 1; inoltre nascosti nella zona ci sono anche i protagonisti di Tranzit. Le novità introdotte sono moltissime, tanto che quasi sarebbe necessaria una recensione esclusiva solo per questa modalità, ma cercando di voler essere sintetici è da sottolineare la possibilità di creare le classi che andranno poi utilizzate durante le ondate infinite di nemici.
La personalizzazione non solo riguarda le armi ma anche i perk, infatti sarà possibile scegliere i perk che verranno forniti dagli storici distributori (linea Etere) e dalle nuovissime statue divine (linea Caos); inoltre alla croce direzionale sarà possibile assegnare degli elisir, dei consumabili che danno vari vantaggi durante il match. Gli elisir si suddividono in varie categorie di rarità distinte in base a diverse colorazioni: gli elisir comuni sono di colore verde e sono gli unici che non si esauriscono mai, mentre tutti gli altri elisir vanno sbloccati creandoli nell’apposito laboratorio e hanno un utilizzo limitato. Queste sono solo due delle novità più importanti introdotte ma credetemi c’è molto altro di cui discutere. Come già detto però, al fine di non dilungarci troppo non passeremo in rassegna ogni singolo elemento introdotto. Infine un plauso va fatto alla caratterizzazione dei nuovi protagonisti, in particolare Shaw, che vi farà morire dalle risate durante le partite, mentre unico neo di questo pacchetto è la presenza di una quarta mappa sbloccabile solo acquistando il season pass.
 
 
Black Ops IIII è un gioco divertente e assuefante pieno di contenuti che vanno a deliziare ogni palato, era dai tempi di Modern Warfare 2 che chi vi scrive non aveva così tanta voglia di spendere altre ore giocando. Un plauso va poi fatto al comparto tecnico sempre al top, 60 fps granitci in tutte le modalità. Nonostante ciò ci sono alcune criticità che non possono essere ignorate, inoltre non è ancora possibile dare giudizi sul bilanciamento delle armi, sull’evoluzione di Blackout ma soprattutto sugli effetti che il season pass (venduto alla modica cifra di 50 euro)  avrà sulla community. Il pass in questione è l’unico modo per ottenere le espansioni del titolo, non sarà possibile nessun acquisto specifico di nessuno dei DLC, quindi o si possiede il pass o non si avranno mai i DLC. Ulteriore nota di demerito va alla strategia prescelta da Activision: oramai è inaccettabile la presenza già al day one (ma anche prima dato che vi sto parlando di una copia review) di contenuti bloccati dietro season pass, soprattutto visto che tra questi vi è la quarta mappa di una modalità che ha acquistato grandissima rilevanza all’interno dell’economia del titolo. Consigliamo l’acquisto non solo ai fan storici della serie ma anche a chi magari l’aveva abbandonata perché deluso da alcune scelte fatte dagli sviluppatori nel corso del tempo, credeteci non ve ne pentirete.