Quando si pensa ad una software house quello che viene subito in mente è l'azienda dalle dimensioni più o meno grandi che “crea” videogiochi: un team di “esperti” si riunisce in una stanza e dopo mesi o anni di duro lavoro finalmente il prodotto finale viene lanciato sul mercato. Questa può essere effettivamente la storia di tante case, ma non è decisamente quella di Infuse Studio. Il team, composto da solo due eroiche figure, nasce e cresce sviluppando asset di ambientazioni, ovvero realizzando oggetti e location che poi verranno utilizzati da terzi. I due ragazzi erano indiscutibilmente bravi in quello che facevano, ma pian piano il desiderio di realizzare qualcosa di proprio si è fatto sempre più forte fino a portare alla nascita di Spirit of the North.
 
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La passione è senza dubbio il motore primo dietro la fondazione di qualsiasi progetto indipendente, ma da sola non basta per andare avanti; l’esperienza acquisita negli anni e l’enorme forza di volontà che ha spinto due ragazzi, più il compositore della colonna sonora, a cimentarsi in un’impresa ambiziosa quale sviluppare, da soli, un videogioco avranno portato i loro frutti? Scopriamolo insieme.

Una Volpe solitaria inizia la propria avventura in un mondo magico…

Una volpe solitaria viaggia da un posto all’altro fino a che un giorno non si imbatte in un’area tanto suggestiva quanto pericolosa, abitata da un suo simile a dir poco particolare. La seconda volpe è eterea e magica, fluttua con leggiadria nelle grotte ghiacciate mentre noi arranchiamo, prima per le acque gelide e poi per la tossicità dovuta ai resti di un misterioso cataclisma, terribile e distruttivo come l’eruzione di un vulcano. Lo spirito mostrerà alla volpe la gravità della situazione e guiderà l’animale verso un’avventura pericolosa atta a ristabilire l’ordine nella regione e a placare gli spiriti dei morti, vittime innocenti della calamità.
 
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La storia di Spirit of the North è tanto classica nei contenuti, quanto peculiare nella presentazione. Il viaggio per risanare il mondo non è certamente un argomento nuovo, così come non lo è il rapporto di amicizia che si consolida fra i due protagonisti, ma nel titolo di Infuse Studio tutto questo avviene senza una singola riga di testo. La storia viene raccontata attraverso i bellissimi paesaggi, le reazioni dell’animale selvatico controllato dal giocatore e della sfera di luce che lo accompagna.

Spirit of the North offre un viaggio intimo nella natura più viva e, una volta tanto, non contaminata dall’uomo cattivo ed egoista bensì corrotta da una forza esterna misteriosa e inspiegabile, proprio come la natura stessa.
 
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Dal punto di vista del gameplay, il gioco di Infuse Studio si rivela essere un platform abbastanza lineare dove le sfide maggiori sono offerte da salti difficili, che richiedono precisione e tempismo, o strade strette da percorre con tranquillità ed equilibrio. Altro elemento fondamentale per avanzare nel gioco sarà l’attenzione per i dettagli, molto spesso sarà infatti necessario donare energia a delle pietre rituali che influenzeranno il mondo, aprendo così nuovi passaggi alla volpe.

Per riuscire in tale impresa sarà prima necessario trovare dei fiori magici e quindi raggiungere i simil-altari; nel mentre è anche possibile imbattersi nei resti degli abitanti deceduti, sarà dunque possibile liberare il loro spirito porgendo il bastone magico nascosto nelle vicinanze.
 
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Avanzando nell’avventura verrà fatta maggiore chiarezza sulla natura del disastro, sempre seguendo la peculiare narrazione di gioco, e la volpe acquisterà poteri speciali che renderanno le sfide più varie, ma non sarà mai necessario combattere: il “nemico” non è un’entità da sconfiggere quanto piuttosto un male da sradicare. Parte integrante del fascino di Spirit of the North risiede nelle magnifiche ambientazioni, variegate e suggestive, all’interno delle quali si è invitati a perdersi mentre si cercano i collezionabili e le pietre necessarie per avanzare, quest’ultime in realtà non sono mai troppo difficili da scovare.

Nonostante i livelli siano piuttosto grandi e setacciarne ogni angolo sia un vero piacere, il titolo di Infuse Studio non è un open world, ma un’avventura lineare da godersi con calma e tranquillità.
 
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Detto questo, non disperate nel caso doveste mancare qualche collezionabile perchè sarà sempre possibile selezionare i capitoli precedenti e tornare a visitare le aree di interesse. A proposito di tranquillità, la colonna sonora è senza dubbio in linea con l’atmosfera di gioco e le tracce leggere riescono a donare un tocco onirico al viaggio della volpe, tuttavia difficilmente rimarranno impresse.

GIUDIZIO FINALE


Spirit of the North riesce a creare la stessa magia evocata da giochi come ICO o Journey che, nella loro controversa e non sempre apprezzata semplicità, sono riusciti a stregare tanti giocatori, trasportandoli in un mondo parallelo in cui perdersi completamente. Il gameplay semplice e funzionale, unito all’ottimo level design, riesce a rendere ogni momento del viaggio piacevole, pur non offrendo sfide adrenaliniche.
Il gioco di Infuse Studio non è né un titolo particolarmente innovativo né uno di quelli che vive su un’idea geniale, Spirit of the North è semplicemente un’avventura ben confezionata ambientata in un mondo bello da guardare e navigare. Insomma, fatevi un favore, mettete da parte spade e fucili per una settimana e godetevi un viaggio nella natura accompagnati da una volpe e uno spiritello.

Gioco testato su Playstation 4.