La serie Colin McRea Rally ci ha accompagnato per anni, quando da piccini il mondo del WRC (World Rally Championship) ci sembrava divertente attraverso i suoi salti e derapate.
 
DiRT 5 - Recensione

L'importanza di Colin McRea Rally è stata tale da aver influenzato successivamente non solo i vari titoli dedicati a questo sport ma anche quelli su pista, non solo di casa Codemasters. Nel 2007 compare per la prima volta il suffisso DiRT, che rimarrà come nome principale a partire dall'ormai storico secondo capitolo. La serie DiRT si è contraddistinta nel corso degli anni per lo stare perfettamente nel mezzo tra simulazione e arcade, fino a quando uscì lo spin-off Showdown, un titolo caciarone ma che fu importante per la "stesura" di questo quinto capitolo. Di fatti, Codemasters probabilmente capì che poteva tenere il piede in due staffe, presentando solo due anni dopo un altro spin-off, dal titolo DiRT Rally: questo capitolo, dalla chiara impronta simulativa, portava l'idea del brand vicina agli esordi; la guida spericolata lasciò spazio all'estrema attenzione nel percorrere ad alta velocità ogni anfratto del tracciato, con un'ottima resa dei vari feedback. Sembrava dunque che la casa britannica avesse chiaro come separare il brand, portando vantaggi in termini di vendite e pubblico ma, stranamente, nel 2017, arrivò DiRT 4 (forse il meno riuscito della serie), che rappresentava ancora una volta l'unione di due mondi difficili da conciliare. Con l'arrivo di DiRT Rally 2.0 e DiRT 5 però, possiamo dire che la netta separazione è finalmente giunta.
DiRT 5 sembra infatti un sequel perfezionato più di Showdown che del precedente capitolo, un titolo divertente, immediato ed estremamente appariscente.
 
AMD non a caso

Una delle novità del titolo, e in grado di far percepire il tenore e lo spirito di gioco, è assolutamente il DiRT Podcast diretto da Troy Baker e Nolan North, che funziona esattamente come un radio-podcast, con interviste e informazioni sui vari eventi. È il come a fare la differenza, tra battute e sketch che riescono a strappare qualche sorriso e soprattutto la recitazione che rende il tutto assolutamente credibile (ottimo anche in italiano). È così che DiRT 5 si apre, tra toni scanzonati alla ricerca del divertimento perduto. Sembra scontato, ma non è automatico che un racing arcade intrattenga e diverta: i titoli realmente validi si contano sulle dita di mano e fortunatamente, questo nuovo capitolo rientra in questa selezione.
La Carriera si presenta come la classica serie di eventi, che si susseguono a difficoltà crescente, guadagnando reputazione e denaro, utile per acquistare nuove auto ed elementi di personalizzazione. Tra le categorie Rally Rush, Ultra Cross, Stampede, Ice Breaker e altro ancora c'è l'imbarazzo della scelta, con eventi a volte simili tra loro ma che si differenziano per auto utilizzata o tipologia di tracciato. L'intera carriera dunque non è che una sequela di eventi singoli, scaglionati da cinque eventi speciali tra i capitoli, ricamati attraverso il podcast. Tutto questo però, per quanto riesca a intrattenere, fatica a restituire un senso di crescita, se non per elementi di personalizzazione speciali. Questo forse è l'unico reale punto debole del titolo, apparendo estremamente limitato, anche rispetto alla tradizione Codemasters. Come siamo ormai abituati infatti, possiamo combinare solo grafiche pre-impostate, cui è possibile modificarne combinazione di colori e grandezza (ma con risultati poco precisi). Anche l'inserimento degli sponsor alla nostra livrea risulta pre-impostato attraverso quattro layout, similmente a quanto visto in Project CARS 3. Insomma, un titolo come DiRT 5, in cui apparire conta quanto la sostanza, un editor più strutturato e soprattutto libero avrebbe permesso uno sfoggio della propria fantasia, attraverso la carrozzeria dei nostri bolidi. Un vero peccato considerando il lato artistico del gioco.
DiRT 5 si completa con altre modalità, tra cui una classica modalità Arcade, lo split-screen e soprattutto la modalità Playground: quest'ultima realizza i sogni di chi, da piccolo, combinava varie piste Hot Wheels al fine di ricreare tracciati che nella realtà avrebbero ucciso qualunque pilota. Essenzialmente è un potente editor, in cui è possibile costruire interi tracciati e sfide, da condividere poi con gli altri utenti. Inutile dire come alcuni tracciati siano letteralmente fuori di testa, tra salti dove sarebbe comodo l'Anello di Artorias, allo sfrecciare a tutta velocità tra scuola bus o dossi senza alcun motivo particolare. Ma è proprio questo il bello e non sarà difficile che alcune declinazioni riescano a strapparvi qualche risata. La componente online vera e propria è da sempre molto ricca, a partire dalla modalità Party, Vampire in cui si andrà letteralmente a caccia degli altri contendenti, King in cui sarà importante aver la guida più pulita possibile e Transporter, in cui si dovrà portare un oggetto da un punto A a un punto B. Tutte le modalità sono state provate prima del rilascio ufficiale, ma per quel che abbiamo potuto testare sembra già funzionare alla perfezione, sia per quanto riguarda il matchmaking che la stabilità. Da questo punto di vista, Codemasters può essere ritenuta una garanzia e, in questo caso, visto il contesto caciarone, il divertimento di certo sembra non mancare.
 
La resa delle piste è ottima

Ma veniamo alla pista. Sembra che un videogioco di natura arcade sia più semplice da sviluppare rispetto alle controparti simulative. Niente di più sbagliato, in quanto basta veramente poco per mal calibrare la massa delle vetture e la loro dinamica, facendo così crollare tutto il castello di carte. Diciamolo subito: DiRT 5 è un titolo divertente e che in qualche modo riesce ad appagare, nonostante tamponamenti, derapate al limite del ridicolo e salti vertiginosi. Il modello di guida è solido ma accessibile, con vetture dal peso tangibile e con differenze che risultano più marcate tra categorie di vetture più che da modello a modello. Non che una Lotus Exige o Aston Martin DB9 si guidino allo stesso modo: vi sono differenze più o meno tangibili, indicativamente date da peso e potenza, ma meno concrete di quanto ci si aspetterebbe. Anche con gli aiuti disattivati, l'auto resterà sempre nel range di controllo, in cui è più importante l'uso del freno a mano che di quello classico. Benché la resa delle piste sia tra le cose più riuscite (lo vedremo dopo), anche qui le differenze tra fango, asfalto e ghiaccio sono meno marcate di quanto dovrebbero essere, cosa che rischia di appiattire un po' il tutto, considerando anche che non esiste possibilità di gestire l'assetto della nostra vettura o di potenziarla meccanicamente. Tutto questo però si diluisce attraverso il contesto di un titolo di guida come detto immediato, in cui conta arrivare sul podio, possibilmente nel modo più dignitoso possibile.
A volte, DiRT 5 ricorda i primi Gran Turismo, paragone che sembra azzardato ma che non lo è se si pensa che sono passati più di vent'anni. Dato che le vetture sul tracciato sono ben presenti in pista, con la propria massa ma precaria aderenza, l'appoggio in curva con gli avversari diventa la prassi e non preoccupatevi di eventuali penalità: in DiRT non ci sono regole e anzi, i tamponamenti sono uno degli occasionali obiettivi di gara. Far scivolare la vettura dunque, con piccoli tocchi di freno, è la soluzione ideale per andare veloci e far fronte a un'IA che non mostra particolari doti ma nemmeno marcati effetti elastico. Anche l'intelligenza artificiale possiede quella dose di sporcizia nella guida, commettendo errori e soprattutto non lesinano le sportellate.
Tra le 63 vetture, troviamo anche alcune chicche come diverse concept car e auto che terrorizzerebbero un bambino. Di Italia, possiamo contare su Lancia e Fiat e non mancano versioni rallistiche di Aston Martin, Porsche e Lotus.
 
Sembra ray-tracing ma non è

Dal punto di vista tecnico (ricordiamo che la prova è stata effettuata su PC) il titolo si presenta abbastanza esoso in termini di ottimizzazione, faticando a raggiungere i 60 FPS a 1440p, con una RX580 al massimo delle sue possibilità. C'è da dire che il team di sviluppo ha già rilasciato alcune patch, arrivando alla versione 1.04 prima della sua uscita. Questa pesantezza è giustificata? Nì. Se da un lato il colpo d'occhi generale è più che buono, con un ottimo lavoro svolto sull'illuminazione e particellari, alcuni elementi stonano, come la risoluzione di alcune texture e qualche modello poligonale con qualche spigolo di troppo. È molto probabile che lo sviluppo su più piattaforme ─ praticamente non esce soltanto su iOS ─ abbia inficiato sulla questione ottimizzazione, cosa strana trattandosi di Codemasters che ha sempre svolto un egregio lavoro in tal senso. Anche le opzioni sono poche, in netta controtendenza con i lavori precedenti. Detto questo però, già a partire dai menu, si è avvolti da grafiche accese ed estremamente colorate, ben in linea col tenore di gioco; lo "scontro" tra rosa e giallo funziona, regalando un titolo accattivante. Per quanto riguarda lo scesi in pista, DiRT 5 fa sfoggio di tutti i particellari mai creati sinora, vista l'abbondanza: tra innumerevoli e belli a vedersi effetti luce, il lavoro fatto sui particellari è ottimo, dalla resa della pioggia, la polvere mossa dal vento, sino agli elementi di contorno. Molti sono gli elementi a schermo e con la resa artistica dei tracciati, si ha la sensazione di trovarsi davvero in mezzo la pista, attraverso le varie intemperie, grazie a meteo dinamico e ciclo giorno-notte. Le auto sono ben realizzate, anche se siamo lontani dai top del settore, soprattutto per quanto riguarda gli interni. I dettagli però non mancano, come un diverso apparire dei danni (solo estetici) in base alla conformazione dell'auto, dalla classica lamiera, alla fibra di vetro e fibra di carbonio.
Sul fronte audio ci si trova di fronte a una colonna sonora azzeccata, energica e varia, potendo contare sulle voci dei Foals, The Killers, The Chemical Brothers e così via. L'espediente del podcast inoltre, riempie più che bene le transizioni tra una gara e l'altra, ravvivando ancor di più l'intero panorama offerto da DiRT 5. Per quanto riguarda i vari campionamenti, non sembrano esserci grosse novità rispetto ai precedenti capitoli se non per la resa sonora degli effetti atmosferici e per l'ottimo uso in-game della musica in forma diegetica.
 
Alcuni panorami sono mozzafiato
 
DiRT 5 è un titolo riuscito sotto quasi ogni aspetto, un arcade duro e puro in grado di intrattenere attraverso un solido modello di guida e trovate grafiche e sonore che sono il fiore all'occhiello della produzione. Dunque, in attesa di avere conferma dal prossimo DiRT Rally 3.0, sembra che Codemasters abbia deciso di separare le nature del brand, accontentando al meglio tutti i gusti del pubblico. Tralasciando inoltre qualche piccola imprecisione tecnica, DiRT fa sfoggio ─ letteralmente ─ di molti doti assimilandoli a un grandioso "effetto wow" o alla coda di un pavone. Solo che qui di sostanza, ce n'è eccome.