Quando si parla di Codemasters si parla quasi sempre di qualità: i suoi racing game hanno fatto scuola, ricoprendo via via un ruolo per nulla trascurabile all'interno dell'industria. Dopo la sorprendente acquisizione da parte di Electronic Arts l'asticella sembra alzarsi ancor di più, grazie a rinnovati budget e una sicurezza che può spingere il team britannico a sperimentare senza rischiare di finire sul lastrico. La presentazione del nuovo GRID Legends sembra andare in questa direzione ma anche DiRT 5 ha fatto vedere come la voglia di reinventarsi sia una delle basi del nuovo corso di Codemasters. Con F1 2021 ci troviamo di fronte a una nuova conferma, con quel Breaking Point che sembra spingere sull'acceleratore di una più complessa offerta ludica. Avrà funzionato tutto questo? Scopriamo assieme.
 
Perché Verstappen è l'unico col cappello?

Esistono storie che non esistono

Partiamo proprio da qui, da una modalità accennata in F1 2019 ma che prende connotati più precisi solo adesso. Diciamolo subito: Breaking Point è una grossa occasione sprecata; vediamo perché.
Il lavoro che prende spunto dalla serie Netflix Formula 1: Drive to Survive, ma anche da Il Viaggio di Alex Hunter di FIFA 17, è un racconto diviso in capitoli che narra le gesta del debuttante Aiden Jackson e il veterano Casper Akkerman alle prese con le difficoltà interiori ed esteriori che la Formula 1 comporta. Ci riesce? Non proprio. L'intervallo tra sezioni di gameplay e le splendide cutscene in CGI, che strizzano l'occhio al futuro tecnico della serie, risulta mal calibrato, nonostante quel minimo di varietà di situazioni che rende ogni capitolo diverso da un altro. Ma il problema parte proprio dalla caratterizzazione dei personaggi, con il giovane Aiden fin troppo anonimo e in balia degli eventi e un antagonista ─ ripreso da F1 2019Devon Burtler davvero mal scritto, in grado di trasformare il tutto in un teen drama degli anni novanta. La sua capacità di metter zizzania all'interno del team che sceglieremo come protagonista, è molto simile ad Aizen di Bleach, tranne che per ogni singolo dettaglio. 
Discorso a parte per Akkerman, che parte come personaggio stereotipato come tutti gli altri ma che via via riesce a ritagliarsi uno spazio grazie soprattutto a un elemento fondamentale: i rapporti.
Per quello che vale, in quei pochi momenti di vita al di fuori dell'abitacolo, vediamo Casper interagire un minimo con moglie e altri personaggi, cosa che tende a renderlo un po' più umano. È questo il problema di Breaking Point: non riesce davvero a raccontare nulla. Prendiamo ad esempio la storia di Alex Hunter. Qui partiamo già una base diversa, con Tom Watt a capo della sceneggiatura e punto centrale nel mondo del calcio quando si tratta di raccontare le biografie dei calciatori. Infatti, in FIFA 17 non assistiamo solo alle partite ma soprattutto al privato, all'interazione con amici e familiari, immergendoci davvero nel dietro le quinte del calcio. Assistiamo all'altalena di emozioni di Alex e benché non si tratti di una scrittura da premio Oscar riesce perfettamente nell'intento. Qui manca tutto questo; tralasciando Akkerman non sappiamo nulla dei protagonisti e complice la durata della modalità, non sentiremo mai una vicinanza empatica con i personaggi. Ma non è tutto: manca la regia. Sì, le cutscene sono davvero ottime, ma che succede in game? Nulla di diverso da una semplice gara. Prendiamo un altro esempio, un titolo che fa della teatralità il suo marchio di fabbrica e capace di raccontare qualcosa in game, con regia "in tempo reale": Ace Combat 7. Qualcuno si starà chiedendo cosa c'entra un simulatore aeronautico con un gioco di Formula 1, ma seguite il ragionamento: molto spesso, mentre stiamo sparando qualche missile e volteggiamo tra le nuvole, sta accadendo qualcosa, qualcosa a cui possiamo letteralmente assistere. E questo accade mentre giochiamo, non parte nessuna cutscene e benché in F1 2021 sia chiaro come quello che accade in pista sia intrinsecamente narrativo, nulla lo distingue da ciò che accade in una gara veloce. Se si vuole portare della narrativa in un gioco dinamico come un racing game, è un elemento da tenere in considerazione: qualche incidente, emozionanti comunicazioni alla radio, rivalità accese in pista; manca tutto. E poi, la musica. Ora, chi vi scrive non ama la musica nei racing game, a meno che non sia inserita furbescamente in forma diegetica come nel caso di DiRT 5. Ma in questo caso, un minimo di accompagnamento musicale almeno durante le fasi concitate, una rimonta sul filo del rasoio, l'arrivare sul podio per un decimo di secondo, può essere una cosa in grado di far fare un salto di qualità incredibile, rendendo memorabile qualunque scena. Insomma, Breaking Point risulta essere una storia blanda e facilmente dimenticabile cosa che però potrebbe cambiare in GRID Legends, visto l'andazzo che sembra prendere.
 
L'espressività per lo meno c'è

Una Formula 1 per tutti

Fortunatamente in F1 2021 c'è di più, molto di più. Le modalità infatti sono innumerevoli, a partire dal classico campionato pilota, il campionato dedicato alla nostra scuderia e il campionato co-op in cui potremmo gareggiare con un nostro amico sia come compagno sia come avversario ed è una delle grandi novità. Tutte e tre queste varianti sono il fiore all'occhiello di F1 2021 che, come da tradizione, incollano allo schermo alla ricerca dei dettagli e dei millisecondi in grado di fare la differenza tra un podio e un quarto posto. Tutto ha preso una piega più "professionale" grazie alle implementazioni dell'interfaccia, con l'albero dei potenziamenti soppresso in favore di una visione più semplificata ma forse un po' anonima. Sono piccole cose, sia chiaro, ma rendono comunque l'intero pacchetto più piacevole da vivere. La componente più interessante rimane la variante manageriale in cui il nostro nuovo team si aggiungerà al novero della griglia di partenza. La gestione dei fondi, la scelta della power unit e dei piloti non è una cosa da poco e porta una stratificazione strategica da non sottovalutare. Tutte le componenti da sviluppare ad esempio, soffrono di pro e contro, col rischio di sacrificare un aspetto dello sviluppo in favore di un altro. I fondi a disposizione sono pochi, per cui scegliere attentamente quale area della vettura migliorare avrà forti conseguenze durante la stagione. Banalmente, lo sviluppo del telaio in favore della power unit potrebbe avvantaggiarci in piste tecniche e ricche di curve indebolirci in tracciati che prevedono lunghi rettilinei. Insomma, questa carriera di F1 2021 vi permetterà di viverla con una costante "spada di Damocle" sulle vostre teste, sensazione che aumenta attraverso l'introduzione di Eventi di Reparto, che ci spingeranno a compiere scelte molto nette sullo sviluppo della vettura. Ma qualora non siate affini alla gestione di tutti questi aspetti c'è sempre il solido online, con partite in grado di buttarvi subito nella mischia sino, all'eSport che verrà attivato nei prossimi mesi. Per cui, cominciate ad allenarvi.
 
La resa generale è comunque ottima

A un quarto di miglio alla volta

Una volta poggiate le ruote in pista possiamo goderci pienamente i piccoli miglioramenti apportati in questa edizione. Tra miglioramento del modello fisico delle gomme, all'aerodinamica e alla resa dei danni, siamo abbastanza convinti di una cosa: rispetto a F1 2020 cambia poco. In linea generale infatti, il feeling sembra pressocché identico e bisogna fare davvero attenzione ai dettagli per captare alcune differenze. Si può notare come in scia durante la percorrenza di curve veloci sia ancora più difficile restare dietro a una vettura avversaria ─ problema che si cerca di risolvere con le nuove auto 2022 ─ esacerbata in molti aspetti dal nuovo modello dei danni. Infatti, ed è un elemento davvero apprezzato, le parti della vettura che risentono i danneggiamenti sono di più e avvengono in maniera particolareggiata, su cui spicca il fondo vettura. Questa componente, ridotta di dimensioni come nuovo regolamento impone, può infatti essere soggetta a crepe e spaccature che influenzano in maniera tangibile l'aderenza della nostra vettura. È qui che il nuovo modello fisico sull'aerodinamica esce fuori con prepotenza, facendo reagire la vettura anche ai più piccoli cambiamenti. Se di fatti, da un lato puramente estetico, il fondo può sembrar quasi invariato, queste piccole differenze possono rovinare una gara, visto che è un problema nemmeno risolvibile entrando ai box. Anche le gomme come detto, godono di un'implementazione, ma solo se si guida a limite: le "staccate" infatti, risultano un po' più complesse da realizzare e arrivare allo "spiattellamento" dello pneumatico, è un attimo. Anche qui, la resa visiva oltre che fisica di questi problemi, rendono F1 2021 molto più appagante giocato alle più alte difficoltà. In generale però, c'è anche da constatare una piccola semplificazione della resa della trazione e della deportanza, che rende le vetture leggermente più semplici da controllare rispetto alle annate precedenti. Ma tutto questo, dipende sempre da che piloti siete. 
 
A bordo

Come da tradizione infatti, l'esperienza Codemasters è ampliamente personalizzabile, rendendo il gioco su misura per tutti. Sono davvero tanti i parametri da gestire, sino a un'intelligenza artificiale che spesso riesce a sorprendere. Non stiamo ancora parlando di piloti reali ─ stile Drivatar dei Forza ─ ma qualcosina comincia a muoversi, a cominciare dai dati calcolati per ogni pilota in stile FUT di FIFA. Nonostante abbia scontentato alcuni piloti, come Sainz, in game i risultati si vedono, coprendo la traiettoria interna, tentando staccate ed evitando il più possibile i cosiddetti trenini; c'è da dire che tutto questo ovviamente dipende da tracciato a tracciato ma è un bel passo in avanti per rendere le gare ancor più avvincenti. A volte si rimane stupiti da certi comportamenti, probabilmente perché siamo abituati molto male; ma tant'è.
La differenza tra aiuti attivi e non comunque fa davvero impressione. Nel primo scenario, la vettura sembra guidarsi da sola, realizzando quasi il sogno di Elon Musk. È chiaro che tutto ciò serva ad avvicinare chi non ha mai approcciato un racing game ma forse sembra fin troppo esagerato.
La quale è un vero peccato perché davvero, questo modello di guida trasmette poco e non sappiamo quanto effettivamente galvanizzi chi abbia preso un volante virtuale per la prima volta. Tutt'altra storia quando gli aiuti ci salutano: se è vero che in generale si avverte una leggera semplificazione difficile da spiegare a parole, in ogni caso non ci si può distrarre. Bisogna essere multitasking nella gestione dei vari parametri, e se da un lato non dobbiamo più preoccuparci della miscela del carburante (nuovo regolamento), monitorare il consumo e la temperatura delle varie componenti può fare la differenza tra la vittoria del campionato o no. La sostituzione della power unit, così come quella della trasmissione comportano penalità da scontare in gara e alle alte difficoltà, sono proprio cose che bisogna evitare. Inoltre, quando ci si ritrova lì, da soli con la meccanica della vettura, appare un nuovo nemico all'orizzonte: i cordoli. Uno degli errori da principianti, ma in cui incappano anche i veterani, è il salire sul cordolo nel momento e un'angolazione sbagliata. Semplicemente la vettura si perde via e questa diminuzione di aderenza si sente con maggior vigore, per cui, attenzione. La nuova interfaccia, forse risulta un po' troppo invasiva ma è sempre chiara e sempre sott'occhio, col ritorno del cambio al volo della potenza dell'E.R.S. con la semplice pressione del tasto. Immaginatelo come il vecchio K.E.R.S., da sfruttare soprattutto durante le zone D.R.S. Quest'ultima riga è davvero orribile con queste sigle, ma abbiate pietà: è la nuova Formula 1.
 
Haas probabilmente doppiata

Un assaggio di Next-Gen

F1 2021 non è un capitolo di transizione soltanto per il passaggio a Electronic Arts ma anche perché siamo nel bel mezzo del salto generazionale. Siamo di fronte alla prima introduzione di ray-tracing, molto blanda a dir la verità ma capace di mostrare le sue potenzialità. Nonostante qualche problema, risolto con la patch 1.05, le superfici delle auto risultano realistiche come non mai anche se qualche artefatto di troppo permane. Solo alcuni elementi hanno ricevuto un boost, soprattutto nella resa del "contorno" pista: erba, cordoli e altri elementi a bordo pista risultano più complessi e realistici anche se pagano pegno durante le cutscene in game di presentazione e sul podio. Al contrario si è perso qualcosa nella resa dell'asfalto e nei riflessi soprattutto con la pioggia, in molto casi semplicemente mancanti. Le vetture sono ovviamente aggiornate alle controparti reali con qualche piccolo miglioramento a texture e shader (soprattutto fibra di carbonio) e qualche piccolo aumento della mole poligonale soprattutto nei modelli "arrotondati". Dunque, visivamente il passo in avanti è in parte tangibile ma sul fronte audio? Finalmente le quatto power unit del mondiale (Ferrari, Honda, Mercedes e Renault) sono davvero diverse tra loro, con un'attenzione particolare ai sibili del turbo e al ronzio delle componenti elettriche. Tutti i suoni sono molto più corposi ed è davvero difficile trovare particolari difetti in tal senso. Discorso a parte merita il doppiaggio. Sul commento di Carlo Vanzini (Sky F1) si può dire solo del bene, risultando credibile nonostante abbia tra le mani un copione. Non è cosa da poco visto che tra altri racing game e calcistici, la naturalezza si perde per strada, rovinando l'atmosfera. Il suo compagno invece, Luca Filippi, non è all'altezza: troppo evidente la differenza di tono e approccio, risultando sempre un pesce fuor d'acqua. Ma non è finita qua: anche chi comunica le informazioni dai box crea alcuni problemi, soprattutto, come già accennato in Breaking Point: un po' di enfasi non guasterebbe.
 
Fine del viaggio
 
F1 2021 risulta essere un capitolo importante per le introduzioni in termini contenutistici e funziona quasi nella sua totalità. A fronte di un Breaking Point dimenticabile ─ anche se il tentativo è apprezzabile ─ corrisponde un solido impianto ludico in grado di intrattenere ogni tipo di appassionato di questo sport, dall'amatore al professionista. Nonostante risulti meno proibitivo guidare un mostro di 1000 CV, l'ultimo lavoro di Codemasters appaga quasi sempre, regalando gare memorabili grazie anche alla rinnovata intelligenza artificiale rendendo questo F1 forse uno dei migliori capitoli della serie. Non perdetevi la live di domani, per approfondire insieme tutti gli aspetti del titolo.