È strano pensare che un solo titolo possa monopolizzare un intero genere per tutto l'anno, eppure pare proprio essere ciò che è successo ai soulslike a causa di Elden Ring, l'ultima opera di From Software ha spiazzato la concorrenza con la sua scala mastodontica ed è considerata da molti una vetta inarrivabile per qualsiasi concorrente, per quanto abbiamo avuto infatti seguiti graditi come Salt & Sacrifice questi non sono riusciti minimamente a scalfire il colosso ideato da Hidetaka Miyazaki, eppure i producer indie non si sono fatti intimidire e dopo l'annuncio del surreale Another Crab's Treasure ecco che arriva sui nostri scaffali Dolmen, prima opera del genere del team portoghese di Massive Work Studio sotto l'ala vigile di Prime Matter, il titolo era stato annunciato con alcuni concept art e trailer a fine 2021 e si prospettava un'avventura interessante (per quanto la nicchia "soulslike nello spazio" fosse stata già riempita da Hellpoint due anni fa), ma avrà mantenuto le aspettative?
 

La trama con cui ci viene introdotta la nostra avventura è piuttosto risicata: la stazione spaziale situata sul pianeta di Revion Prime, dedita all'estrazione di un minerale misterioso chiamato per l'appunto Dolmen, è stata attaccata da misteriosi alieni ed alcuni degli esperimenti che erano tenuti chiusi al suo interno si sono liberati, starà quindi a noi fare le veci di un provetto spazzino spaziale e ripulire tutto il caos che si è creato per aiutare i nostri superiori a capire quanto possano spingersi in là con gli esperimenti sul Dolmen.
 
ambienti

Il gameplay alla base di Dolmen è quanto di più classico ci sia in un soulslike, si eliminano nemici per ottenere una risorsa con la quale potenziare le statistiche del nostro personaggio mentre si esplorano le ambientazioni fino allo scontro con il boss di turno, tuttavia il titolo presenta alcuni sistemi veramente interessanti, in primis la terza barra sotto la nostra stamina, ossia quella relativa all'energia, con questa potremo sia curarci instantaneamente, che utilizzare le armi da fuoco che attivare la relativa modalità energia della tuta, che ci consentirà di utilizzare questa risorsa anziché la stamina per eseguire i nostri attacchi e potenziarci con uno dei tre elementi che il gioco ci mette a disposizione, ossia ghiaccio, fuoco ed acido, ognuno in grado di infliggere status alterati sia a noi che agli avversari, come abbiamo detto pocanzi inoltre avremo a disposizione diverse bocche da fuoco, dalle pistole ai fucili d'assalto arrivando fino a cannoni, che utilizzeranno un pezzetto di energia ogni volta che spareremo, quest'ultima si ricaricherà con il tempo se utilizzeremo colpi leggeri mentre verrà consumata permanentemente se useremo quelli pesanti e dovrà essere ricaricata con apposite celle energetiche che avremo in dotazione al posto delle "fiaschette estus di turno", inoltre, oltre a poter potenziare il nostro personaggio, non troveremo molte armi o bocche da fuoco in giro per gli scenari e dovremo invece crearle noi sulla nostra fidata nave con i materiali trovati in giro, materiali che serviranno inoltre, in base alla loro rarità, a modificare alcuni parametri dell'arma o armatura prima di crearla, ogni arma ed armatura avrà un allineamento specifico con una delle tre tecnologie del gioco, umani, alieni e scavatori, ed una volta raggiunto un tot bonus guadagneremo delle abilità passive che catalizzano verso uno stile di gioco piuttosto che un altro, con gli umani che predilogono le armi da fuoco, gli alieni le armi veloci e gli scavatori armi pesanti, risultando un sistema alternativo interessante e sostitutivo dei set bonus visti in titoli come Monster Hunter.
 
armi

Se tutte queste premesse di gameplay sembrano condurre ad un prodotto veramente interessante, in pratica purtroppo ci troviamo davanti ad un titolo che fa acqua da tutte le parti, in primis il sistema di energia risulta veramente troppo abbozzato e considerato che non esistono modi per potenziare la quantità di vita ripristinata i giocatori che opteranno per la tecnologia umana avranno una barra notevolmente più ampia e più possibilità di curarsi, mentre tutti gli altri dovranno usare le celle energetiche di continuo, celle che hanno un'animazione di uso troppo lungo (talmente lunga che spesso usandole appena dopo aver schivato preventivamente l'attacco di un boss rischieremo comunque di essere colpiti) e soprattutto non hanno possibilità di aumentare il numero da noi portato, se non trovandone qualcuna extra in giro per gli scenari (che tuttavia ci verrà rimossa al primo "falò" visitato, rendendo le sezioni avanzate un inferno a meno che non si sia degli esperti nella schivata), il tutto che quindi ci forza a dover scegliere se usare l'energia per curarci, usare le armi da fuoco o la modalità di energia della tuta e spesso purtroppo la scelta più ovvia è la prima.
La gestione dei boss inoltre è veramente scadente, con la maggior parte che presentano si e no tre attacchi per tutta la durata della loro barra ed altri che in pieno stile "boss dell'era playstation 1" continueranno a schivare i nostri attacchi fino a quando non si renderanno vulnerabili (e con vulnerabili intendiamo completamente fermi ed incapaci di reagire ai colpi) dopo un tot di tempo completamente casuale, cosa che le rende piuttosto noiose, non aiuta il fatto che si, esattamente come negli altri esponenti del genere possiamo craftare armi con i pezzi lasciati alla loro sconfitta, ma per farlo dovremo sfruttare la meccanica di respawn del boss (che ancora adesso mentre scriviamo ci chiediamo perché esista) ed eliminarli tre volte prima di avere abbastanza materiale per fare la suddetta arma, scelta punitiva e totalmente insensata.
Il colpo di grazia al titolo ci pensano a darlo gli scenari non troppo ispirati e soprattutto la scelta di narrare l'intera storia unicamente tramite dei terminali, che potrebbe essere anche accettabile se non fosse che spesso sconfiggeremo orde di nemici trovandoci in minoranza numerica, magari aspettandoci chissà quale ricompensa alla fine, per poi ritrovarci davanti l'ennesimo terminale.
 
 
Dolmen è un prodotto che purtroppo non ce la fa e per determinate scelte di game design finisce per trascinare tutto quello che c'é di buono nel gameplay in un abisso di frustrazione e mediocrità che, in un'annata come questa, difficilmente può essere perdonato da un pubblico appena uscito dall'opera di From Software, possiamo quindi sperare che lo studio apprenda dai suoi errori e possa creare un seguito che sfrutti al meglio le basi gettate, ma per adesso, specialmente per i 40€ al quale viene proposto, è solo una grandissima occasione sprecata.