Nel lontano 1999 usciva in Italia quella che poi sarebbe stata chiamata la prima generazione di Pokémon e oggi, a ventitré anni di distanza, eccoci a recensire la nona generazione. Con Pokémon Scarlatto e Violetto, Nintendo e The Pokémon Company ha promesso un intero open world, una feature che i fan di uno dei brand più venduti e conosciuti al mondo aspettavano da anni. Ma questo nuovo capitolo principale della saga riuscirà a rivoluzionare un gameplay così solido e ad accontentare una fan base esigente? Vediamolo assieme in questa recensione!
 
Benvenuti a Paldea, dove la nona generazione di Pokémon è pronta ad accogliervi...o quasi!

Nella regione di Paldea, una vasta isola popolata da numerose specie di Pokémon, che racchiude nel suo cuore un misterioso abisso, si trova un’accademia (Arancia in Pokémon Scarlatto e Uva in Violetto) che permette ai giovani studenti di imparare tutto il possibile sul mondo dei Pokémon e sulle battaglie. La vostra avventura inizia proprio con l’arrivo del preside, che vi accoglie donandovi uno starter a scelta tra il Pokémon Erbagatto Sprigatito, il Pokémon Fuocodrillo Fuecoco e il Pokémon Anatroccolo Quaxly. Poco dopo incontrerete la vostra futura amica e rivale Nemi, già campionessa della lega e inspiegabilmente nella vostra stessa classe. Il tutorial consisterà nell’arrivare fino all’accademia dove vi verrà mostrato la libertà narrativa di questa generazione: non avrete più un singolo percorso, infatti, ma tre differenti sentieri tra cui scegliere autonomamente. Il "Cammino dei campioni" vi porta a battere le otto palestre; il "Viale della polvere di stelle" a sconfiggere i cinque capi ribelli del Team Star e a convincerli a tornare a scuola, mentre il "Sentiero leggendario" vi porterà ad aiutare Pepe, il figlio della professoressa Pokémon nella sua ricerca dei pokémon dominanti e delle misteriose spezie. La scelta inizialmente appare completamente libera, ma ben presto le medaglie delle palestre saranno necessarie per catturare e utilizzare Pokémon di livello alto, mostrando fin da subito limitazioni a questa presunta libertà d'azione. Numerosi personaggi faranno capolino nella storia, la maggior parte di loro dal design originale e curato. Potrete interagire con loro, attraverso le tre principali linee narrative oppure con conversazioni all'accademia, e scoprire il loro carattere e i loro ideali. Vi affezionerete facilmente a molti di loro, anche grazie alle tematiche leggermente più mature rispetto alla media della serie.
 
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La storia si presenta così come un vostro personale viaggio alla ricerca di tesori, materiali e immateriali, ma tutta questa libertà e la mancanza di una vera minaccia o di un obiettivo chiaro possono rendere le vostre scorribande sulle lande di Paldea un po’ prive di significato. Una volta completati i tre sentieri, si sbloccherà un’ulteriore parte della storia, ma fino ad allora sarete divisi tra girovagare a caso alla ricerca di nuovi Pokémon e fare i vostri “compiti” da bravi studenti. Una narrazione più forte oppure la presenza di ulteriori quest secondarie (come era accaduto in Leggende Pokémon Arceus) avrebbero valorizzato la vostra avventura di allenatori di Pokémon. L'Accademia, fulcro della vostra avventura, propone inoltre una serie di lezioni e di esami, per insegnare le basi del gioco e dare simpatici dettagli su Paldea. Frequentando i professori, inoltre, si otterranno piccoli bonus e regali, ma accadrà spesso che l'esplorazione del mondo faccia dimenticare completamente di essere persino studenti!
 
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Il gameplay è quello che ha reso la saga famosa negli ultimi venticinque anni, ma l’open world rimuove completamente gli incontri casuali, garantendo la possibilità di schivare i Pokémon troppo forti o non desiderati. Farete lo stesso con gli allenatori, anche loro “pensionabili” nel nuovo sistema: non vi sfideranno più a vista, ma solo se andrete a parlargli. L’open world offre un’ampia possibilità di esplorazione, tra montagne innevate, praterie e città, che diventerà massima quando riuscirete a ridare i poteri al vostro leggendario di copertina, ma rende anche il gioco più confusionario e dispersivo. Potrete trovarvi in aree molto più difficili per sbaglio oppure livellare troppo e rendere tutte battaglie una passeggiata, senza un reale bilanciamento della difficoltà tipico degli open world. Catturare tutti i Pokémon richiesti dal Pokédex e allenare la vostra squadra richiederà tante ore di gioco. La mappa abbastanza grande e i numerosi teletrasporti, infatti, vi faranno venir voglia di esplorare tutte le zone per non perdere neppure uno dei nuovi Pokémon della nuova generazione! Tante piccole modifiche rendono questa nona generazione più agevole, ma un po' troppo facile. Ad esempio, l’esperienza è condivisa automaticamente da tutta la squadra (e non è possibile rimuovere la funzione), mentre le mosse si possono far dimenticare e ricordare direttamente dalle info del Pokémon.
 
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Dal punto di vista delle innovazioni di gameplay, la nona generazione apporta in particolare la teracristallizzazione e le battaglie automatiche alla "Let’s Go". La prima è una sorta di erede delle battaglie Dynamax e come esse riprende il concetto di raid. I Pokémon teracristallizzati sono ricoperti da un’armatura cristallina con un simbolo che rappresenta il loro teratipo, che può essere totalmente differente dai tipi propri del Pokémon stesso. Questo fattore rappresenta una grande innovazione dal punto di vista strategico: non basterà più, infatti, basarsi sui tipi tradizionali per poter vincere agilmente una battaglia. Un Pokémon di tipo erba, ma con teratipo acqua e cristallizzato, non sarà per esempio più debole al fuoco. Detto ciò, la teracristallizzazione non offre vantaggi a tutto tondo, ma solo simpatiche armature gemmate da collezionare e un’ulteriore complessità nel competitivo. Per i giocatori collezionisti non ci sarà l’ebbrezza di nuove forme, come i Gigantamax o le megaevoluzioni, riducendone fortemente l’impatto innovativo. La battaglia automatica, invece, si sposa perfettamente con il nuovo open world. Oltre alle classiche battaglie a turni, avrete anche la possibilità di lanciare nella mischia il primo Pokémon della vostra squadra. Questo andrà a raccogliere oggetti nelle vicinanze e sfiderà i Pokémon selvatici presenti sulla mappa, ottenendone però molta meno esperienza. Questa feature alla Let’s Go viene in aiuto durante le comparse massicce di Pokémon selvatici, portando valanghe di punti esperienza in poco tempo. Inoltre presenta un dettaglio utile: in modalità automatica i Pokémon non attaccano gli shiny, garantendone così l’immediato riconoscimento tra la folla (soprattutto vista la taglia minuta di molti di loro).
 
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Una grande attenzione è stata data alle MT, le Macchine Tecniche che permettono di insegnare una nuova mossa ai Pokémon, che ritornano in questo gioco utilizzabili solamente una volta. Ogni Pokémon sconfitto lascerà cadere un oggetto a lui specifico, che potrà essere combinato per creare nuove MT. In giro per la mappa, oltre ad oggetti e bacche, si troveranno anche MT da aggiungere alla collezione. Purtroppo, questa generazione non presenta gli alberi delle bacche, una parte farming della serie che sin da Pokémon Oro e Argento dava una sensazione del passare del tempo più reale alle partite. Oltre ad un nuovo Pokémon che richiede 999 di questi drop per essere evoluto, non ci sono nuovi Pokémon con varianti, come invece era successo per gli Scatterbug e per gli Alcremie nei capitoli precedenti.

Per coloro che amano soprattutto la parte del “Gotta catch’em all”, il Pokédex di Pokémon Scarlatto e Violetto è composto da 400 mostri tascabili, di cui più di 100 esclusivi della nona generazione. Il design dei nuovi Pokémon è altalenante: alcuni sono adorabili e hanno il loro carattere (come ad esempio i tre starter), mentre altri sono semplici re-style di animali, veramente poco ispirate (come il nuovo Pokémon fenicottero o quello cicogna). La caccia agli shiny in questa nuova generazione è aiutata dai panini, utili per aumentare le possibilità di incontrarne di determinati tipi, ma, a differenza di quanto succedeva in Leggende Pokémon Arceus (un paradiso per la caccia ai Pokémon cromatici, qui la nostra recensione), la comparsa di un Pokémon cromatico non è più accompagnata sulla mappa né dal suono né dal luccichio, causando molti problemi soprattutto per le persone daltoniche e con difficoltà visive. Lo scintillio apparirà solamente iniziato lo scontro.
 
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Tra le novità inserite, la nona generazione è all’insegna di panini e picnic. Il cibo più popolare di tutta Paldea, infatti, è proprio rappresentato dalle mille varietà di panini che potrete comprare nei negozi o farcire direttamente voi, comprando i giusti ingredienti. Ogni panino attiva tre poteri, che possono ad esempio aumentare la facilità di cattura, aumentare l’esperienza e addirittura facilitare l’apparizione di un Pokémon cromatico di un certo tipo! Potrete farcire i vostri deliziosi panini durante i picnic, momenti di relax in cui farete uscire i Pokémon della vostra squadra a giocare e se due Pokémon compatibili sono presenti, dopo un po’ di tempo potrete trovare delle uova!
 
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Uno delle grandi delusioni sul tanto atteso “open world” è la mancanza di interni da esplorare. I centri Pokémon compaiono ormai come stazioni della benzina all’ingresso delle città, le palestre sono alti edifici con una sola stanza esplorabile, la maggior parte delle case non sono visitabili e persino i numerosi negozi aprono solamente una schermata in cui scegliere i prodotti, senza nemmeno vedere il volto del venditore. L’accademia stessa non sfugge a questo: da un menù potrete scegliere le varie stanze da visitare, senza una vera soluzione di continuità.

Una tra le novità più attese introdotte in Pokémon Scarlatto e Violetto è la modalità cooperativa: sia in locale, che tramite connessione internet, sarà infatti possibile creare una cerchia amicizia e visitare la Paldea di un vostro amico, catturare Pokémon assieme e battere raid. Non si tratta però, come poteva apparire all’inizio, di una vera modalità cooperativa: essendo in visita, potrete fare solamente le attività presenti nel mondo del giocatore che ospita e per esempio l’incontro con un Pokémon shiny non porterà due copie dello stesso Pokémon, ma solo uno (che solo uno tra i giocatori potrà catturare).
 
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Il comparto grafico del gioco è semplicemente un dramma e non ha caso Nintendo ha persino accettato di fare dei refund ai giocatori che lo richiedevano. Fin dall’inizio della vostra partita, vi renderete ben presto conto che gli sfondi sono sfocati, le texture sono di qualità molto scarsa e i cali di frame abbondano. Più gli oggetti si allontanano e più le animazioni appaiono scattose. In un open world come quello concepito per Violetto e Scarlatto, una tale mancanza di fluidità danneggia pesantemente l’esperienza di gioco, causando persino mal di testa a forza di strizzare gli occhi per mettere a fuoco i dettagli. Mentre alcune aree naturali, nella loro semplicità, sono in parte godibili, le città danno il loro peggio. Difficilmente vi perderete a osservare i dettagli e a scoprire tutti gli antri nascosti, la resa grafica e il design stesso della topografia sono così fastidiosi, che vi soffermerete solo sui centri di interesse. Ad esempio, la città con dei romantici mulini a vento sullo sfondo sarà rovinata dagli stessi, con le pale che girano come un vecchio orologio a lancette. Speriamo in una possibile patch futura, per risolvere almeno i problemi più evidenti, anche se sicuramente la grafica di Pokémon Scarlatto e Violetto è tutto ciò che non si vorrebbe vedere all’interno di un gioco AAA della Nintendo.
 
 
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Oltre ai problemi al comparto tecnico, Pokémon Violetto e Scarlatto soffre di numerosi bug grafici e glitch. Tanti sono stati condivisi sui social e strappano un sorriso: persone che scompaiono nelle scale, cavalcate bizzarre sul vostro Pokémon leggendario, ma spesso rappresentano una vera e propria fonte d’ansia. Durante il gioco, mi è proprio capitato di vedermi crashare il software mentre ero in battaglia contro un capo palestra. Speriamo vivamente che possano essere risolti al più presto.

La palette dei colori del mondo di gioco appare molto spenta, soprattutto pensando all’ispirazione spagnoleggiante (dove persino l’infermiera del centro Pokémon ti saluta dicendoti “Hola”). Molti degli ambienti, inoltre, hanno un design dimenticabile: praterie, deserti, spiagge non brillano né per l’accuratezza, né per l’aggiunta di dettagli significativi. I modelli dei Pokémon, invece, sono ben fatti e mostrano che la cura dei dettagli per alcuni aspetti del gioco (ma sfortunatamente non tutti) era nella mente dei programmatori. I Pokémon appaiono con una texture morbida e opaca simile al pelo, rendendoli ancora più vividi. Le musiche sono orecchiabili, alcune più ispirate di altre, mentre la totale mancanza di doppiaggio e un sound design mediocre non riescono a far immergere totalmente il giocatore nell'avventura.


 
CONSIDERAZIONI FINALI
Pokémon Scarlatto e Violetto ci portano nella nona generazione dei mostri tascabili più amati e popolari del mondo, con un open world atteso da tanti, nuovi Pokémon da catturare (per un totale di 400), più libertà di esplorare Paldea e di scegliere il nostro percorso personale tra palestre, Pokémon dominanti e il ribelle Team Star. Tutto interessante finché non ci si scontra con la grafica agghiacciante, le performance basse e i numerosi bug. Questa nona generazione meritava più cura e dedizione, ma rimane comunque giocabile e soprattutto riuscirà a catturarvi per tante ore di gioco. Poter giocare con gli amici, vicini e lontani, è una soddisfazione, mentre la meccanica della teracristallizzazione aumenta la profondità strategica, ma non convince pienamente. Sicuramente il gioco richiederà delle patch per essere apprezzato al livello di grafica, mentre le tre storie e i nuovi protagonisti ci presentano un mondo vivido, al quale è facile affezionarsi.

Versione testata: Pokémon Scarlatto.