La saga di Fire Emblem celebra ormai i trentatré anni dalla pubblicazione del primo capitolo, Fire Emblem: Shadow Dragon and the Blade of Light. Il primo gioco, uscito per Famicon nel 1990, presentava una storia epica ma lineare, con protagonista il principe Marth e le basi della strategia tattica che renderà emblematica la serie. Da allora, più di diciassette capitoli si sono susseguiti e la fama di Fire Emblem è cresciuta a dismisura. Gli ultimi due giochi, Fire Emblem Three Houses e il mobile Fire Emblem Heroes, hanno avuto un grande successo e garantito all’intero franchise di posizionarsi tra i più venduti di Nintendo. Fire Emblem Engage, edito da Nintendo e sviluppato da Intelligent Systems, si pone così sulle “spalle dei giganti”, ma sarà in grado di mantenere l’alto livello di attesa dei fan? E soprattutto seguirà di più l'eredità del profondo Three Houses o l'allegria spiccia di Heroes? Vediamolo assieme in questa recensione.
 
photo_5963240419376609732_y.jpg

La storia di Fire Emblem Engage mette i giocatori nei panni di un protagonista (un ragazzo o una ragazza), che si risveglia dopo un sonno di mille anni. Non si tratta però di una persona comune: il protagonista, Alear, è il Drago Divino, una divinità venerata in tutti i regni di Elyos. Accolto dalla madre, anch’essa un drago divino, e da tre fedeli inservienti, Alear si ritroverà però senza alcuna memoria del suo passato. Dopo alcuni scontri che fungono da tutorial, verrete catapultati nel vivo dell’avventura: dovrete, infatti, recarvi nei vari regni per ottenere i dodici emblemi, anelli che hanno il potere di evocare potenti eroi del passato. Un numeroso cast di personaggi si unirà al protagonista nel corso del suo viaggio, creando così un party variegato adatto a ogni strategia. A prima vista, la storia di Alear rientra nella classica narrazione dell'eroe che deve viaggiare per il mondo di gioco alla ricerca di alleati per sconfiggere il nemico che minaccia di distruggere la pace. La linearità della trama, senza scelte o differenti path, non rappresenta di per sé un problema: pur non trovandoci davanti alla complessità di tre trame intrecciate come in Three Houses, la storia potrebbe comunque essere valida. Purtroppo però il punto debole di Fire Emblem Engage è proprio la trama scontata e prevedibile, che anche dopo quaranta ore di gioco non riesce a decollare. Amici e nemici sono chiaramente stereotipati, il protagonista appare come un novello Don Matteo alla ricerca continua di mediazione tra le due parti e non compare minimamente la classica epicità presente in molti dei capitoli della saga. Impossibile il paragone con Fire Emblem Three Houses, uscito solamente quattro anni fa, dove la tragedia, la guerra e gli interessi delle differenti fazioni creavano contrasti in una storia corale.
 
2023012015434900-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

I personaggi reclutabili sono una trentina in tutto da sbloccare e si dividono principalmente tra i reali dei vari regni visitati di Elyos e dai loro seguiti, più una manica di cattivi improvvisamente redenti. Non sono presenti matrimoni con figli o time skip, come in Fire Emblem Awakening o Fates, ma fin da subito saranno sbloccabili i supporti tra i personaggi, altra nota dolente di Engage. Vi renderete conto fin da subito che il livello di scrittura e d’impegno nella stesura di questi supporti è apparentemente nullo: numerosi, infatti, saranno i momenti in cui i personaggi dichiareranno la loro amicizia o la loro venerazione per il beneamato Drago Divino, senza approfondire né la loro psiche, né le loro vicende personali. Se avete mai giocato al mobile Fire Emblem Heroes, molte di queste brevi interazioni vi saranno familiari, ma questo non è un gioco per cellulari e perciò ci si aspettava un minimo di dedizione. Vi ritroverete quindi fra le mani un cast intero di cui solamente alcuni rari individui saranno sopportabili, per non dire memorabili, mentre la maggior parte degli altri sarà messa ben presto in panchina e dimenticata. I design super colorati, che a detta degli sviluppatori "dovrebbero attirare un più largo pubblico", sono curati da Mika Pikazo. L’essenza stessa dei Fire Emblem, storie epiche di guerra con personaggi indimenticabili, strambi e affascinanti, è completamente assente. Vi ritroverete spesso ad alzare gli occhi ad alcune battute scontate e a situazioni del tutto prevedibili che si susseguiranno fin dalle prime ore di gioco fino al post game. Sono presenti anche dei piccoli dialoghi di supporto con gli Emblemi, ma si tratta spesso di una singola riga che accenna al passato degli eroi e ai loro valori, che non sono facilmente comprensibili per tutti i giocatori, poiché alcuni di loro sono protagonisti di giochi mai usciti ufficialmente in Occidente.
 
2023012218455700-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

Il gameplay del gioco, a differenza della sua storia, brilla di luce pura. Il classico RPG tattico ritorna, infatti, in tutto il suo splendore, riportando il tanto amato triangolo delle armi: si tratta della base della strategia, dove spada batte ascia, ascia batte lancia e lancia che batte spada. Da questo piccolo tassello di partenza, vi ritroverete in epiche battaglie contro decine di nemici e dovrete calcolare tutto nei minimi dettagli. Un singolo errore sarà fatale, come un colpo triplo non previsto, soprattutto in base alla modalità di gioco che sceglierete. Fire Emblem Engage, infatti, presenta la modalità classica, dove gli eroi che cadono in battaglia sono persi per sempre, o quella principiante dove si ritirano per poi tornare nella battaglia successiva. Tre livelli di difficoltà sono disponibili (normale, difficile o folle), a seconda del livello di impegno desiderato. La modalità normale a volte è un po’ troppo semplice e soprattutto non porta ad utilizzare tutte le varie feature che presenta il Somniel, il rifugio del protagonista situato in un’isola nel cielo, mentre già in difficile ogni singola sfida non va sottovalutata. Il gioco presenta anche una modalità automatica, che toglie però il gusto del gioco stesso e permette di godere di più della storia (nel bene e nel male). La cronogemma del Drago, un utile oggetto che si ottiene nelle prime ore di gioco, permette di riavvolgere il tempo di alcuni turni, per salvare all’ultimo un’unità o evitare una mossa sbagliata. Le schermate di Engage sono ricche di dettagli e permettono di visualizzare nemici e alleati con precisione e velocità.
 
2023012115082700-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

Oltre alla reintroduzione del triangolo delle armi, Engage presenta un nuovo sistema tutto dedicato agli Emblemi. Indossando un anello, un personaggio potrà combattere assieme a un eroe del passato per tutta la durata della battaglia e potrà fondersi in determinati momenti, ricevendo boost e abilità speciali estremamente utili. Questi Emblemi, dodici in tutto, sono i protagonisti di Fire Emblem del passato: con grande effetto nostalgia, potrete quindi portare in battaglia Ike, Lucina, Celica e altri popolari eroi. Gli anelli potranno essere affidati a chiunque del party, creando una varietà incredibile di strategie e di abilità differenti. Una menzione inoltre allo stile: la fusione comporta per ogni singolo personaggio un cambio di design veramente apprezzabile. Un'altra modifica apprezzabile è il radicale cambio dei curatori: non più carne da macello da difendere a tutti i costi, in Engage gli adepti del Qi possono combattere direttamente a pugni, ottenendo un bonus contro arcieri, maghi e ladri.
 
2023012016372500-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

Tra una battaglia e l’altra, avrete la possibilità di riposarvi, cambiare e comprare equipaggiamento e armi e aumentare il sostegno con i vostri alleati. Tutto ciò succederà nel Somniel, un’isola nel cielo alla quale solamente il Drago Divino può accedere a piacere. In uno spazio grande, ma non troppo labirintico (a differenza della scuola in Three Houses), Alear avrà la possibilità di partecipare a numerose attività e minigiochi: una palestra permette di potenziare alcune statistiche per la battaglia successiva; uno stagno per pescare; una stalla permette di raccogliere svariati animali nel corso delle avventure e una cucina permette di ordinare piatti speciali da condividere con i compagni. Dovrete inoltre prendervi cura di un adorabile cagnolino divino. Le numerose attività, però, rischiano ben presto di stancare e di spezzare troppo il ritmo di gioco, senza aggiungere effettivamente valore all’esperienza in Engage.
 
2023012212532800-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

Fire Emblem Engage presenta un’altissima customizzazione dei personaggi, del Somniel e degli equipaggiamenti. Ci saranno numerose abilità da sbloccare ed ereditare, armi da migliorare e da “dedicare” ai vari Emblemi, numerosi vestiti da sbloccare e da utilizzare su tutti i personaggi giocabili. Questa varietà può far piacere nell’insieme, ma molte di queste feature non fanno altro che appesantire l’esperienza di gioco, senza aggiungere contenuti imperdibili. Si percepisce una preferenza alla quantità più che alla qualità e una mancanza di cura nei dettagli, che non rende indimenticabile il Somniel e le varie possibilità che ha da offrire.

La grafica del gioco è di alto livello, con personaggi e ambienti ben definiti. Le schermate di battaglia sono curate nei minimi dettagli, come le animazioni dei combattimenti (nonostante l'espressione delle cavalcature non convinca assolutamente). Non ci sono i classici ritratti 2D dei personaggi, ma i modelli 3D compensano in maniera adeguata. Le animazioni delle cutscenes sono splendide e fanno rimpiangere ancora una volta di non trovarsi davanti una storia epica come ad esempio Fire Emblem: Path of Radiance.
 
2023012200292700-C71F2BA23713B0380A896115D1AD4717.jpg

Le musiche di Fire Emblem Engage sono curate da numerosi compositori e i rimandi a brani popolari della serie sono continui. Alcuni brani sono più orecchiabili di altri, soprattutto alcuni temi di battaglia. Il gioco è selezionabile in italiano, con il doppiaggio in inglese o giapponese. Spesso la traduzione italiana si discosta notevolmente da quella inglese o giapponese, cercando di migliorare la narrazione in alcuni punti (senza però riuscire nell’intento).
 
 
CONSIDERAZIONI FINALI
Fire Emblem Engage presenta due anime distinte, che meriterebbero due voti completamente differenti. Il gameplay è superbo, uno dei migliori della serie, ricco di strategie aggiuntive e di abilità customizzabili. L’utilizzo degli Emblemi, oltre all’effetto nostalgia, può letteralmente capovolgere le sorti di una battaglia e crea un’ampia possibilità di utilizzo di strategie differenti. La storia e i personaggi, d’altro canto, fanno rimpiangere le trame emozionanti, l’epica fantasy e i cast variegati di personaggi unici, le basi su cui si fonda la serie stessa. Vi dimenticherete (o vorrete presto farlo) di molti comprimari, vista la loro mancanza di spessore e la loro insopportabile fissazione per il Drago Divino, nonostante i design originali e forse un po’ troppo colorati. Se cercate una storia avvincete, scegliete un altro Fire Emblem, se invece siete tentati dalle finezze gameplay, verrete ricompensati abbondantemente. Engage assomiglia molto al mobile Fire Emblem Heroes, soprattutto per l'effetto multiverso e per la superficialità della narrazione. Speriamo che il prossimo capitolo ci riporti all’antica (ma non così lontana) gloria dei precedenti capitoli della saga.

Versione testata per Nintendo Switch.