Lo studio cinese Arrowiz, con sede a Shanghai, ci propone Mato Anomalies, un JRPG investigativo con una profonda componente narrativa. Ispirato a una futuristica, ma decadente città orientale, il gioco vede Doe, un giovane detective che si ritrova nel corso delle sue indagini alle prese con una realtà parallela. Combattendo contro le orde della Marea Grigia, cercando indizi sulla merce di contrabbando e convincendo i sospettati a parlare, riuscirete a sopravvivere nella cupa città di Mato? Vediamolo assieme in questa recensione.
 
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Dopo Hermitage: Strange Case Files, una visul novel ispirata alla lore lovecraftiana, il team di Arrowiz si è dedicato a un progetto più ambizioso: con alla base una visual novel con un design in stile anime, Mato Anomalies aggiunge un combattimento a turni e una meccanica di carte di alcune specifiche fasi del gioco. Si tratta quindi di un gioco che racchiude più livelli al suo interno, non del tutto armonizzati. Ma iniziamo dalla trama.

La storia in Mato Anomalis ci conduce nella misteriosa e neo-futuristica città di Mato. Ispirata alle megalopoli orientali occidentalizzate come Shanghai, con i suoi vicoli stretti e le insegne al neon, Mato nasconde segreti e loschi traffici. Doe, un detective non troppo esperto, viene convocato dalla fascinosa Donna per investigare sul Sussidio, un oggetto inestimabile, ricercato e contrabbandato da una banda di malavitosi senza scrupoli. Proprio questa ricerca porterà Doe a entrare accidentalmente in una realtà parallela, pullulante di mostri, dove uno sciamano taciturno e misterioso, Gram, combatte da tempo contro la Marea Funesta, creature ostili create dalle sentimenti negativi deli uomini. Per continuare l'investigazione, Doe e Gram dovranno unire le forze e creare un improbabile team, in un mondo in cui tecnologia e magia convivono in equilibrio precario. Nuovi personaggi si uniranno al gruppo, per cercare di svelare il segreto che si nasconde nelle profondità della città di Mato.
 
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Il gameplay di Mato Anomalies è ambizioso, ma allo stesso tempo soffre di difetti strutturali. Ci troviamo davanti ad una visual novel con illustrazioni ispirate agli anime e dialoghi in stile fumetto. I lunghi dialoghi sono dunque uno dei pilastri del gioco, ma le conversazioni con gli altri personaggi sono in classico "stile romanzo fantasy cinese": un testo a fiume ricco di arcaismi, un gergo iper-specializzato dedicato alle tecnologie e misteriosi termini che rimandano al taoismo e al misticismo. La localizzazione dei testi in italiano aiuta a decifrare più facilmente l’intricata trama e soprattutto i complessi scambi di battute tra i personaggi, ma spesso ci si ritroverà disorientati e sperduti sotto questa valanga di informazioni. Per poter trovare il Sussidio, Doe dovrà percorrere le strette vie della città, fra pub malfamati e botteghe più tradizionali. Il mondo di gioco è esplorabile tramite una comoda mappa che rappresenta le strade di Mato, in cui vengono segnate le missioni principali e secondarie, le quali permetteranno di risolvere gli enigmi della trama e di ottenere ricompense extra. Gli ambienti sono caratterizzati da uno stile orientaleggiante in cui prevalgono i toni scuri: l'atmosfera ricorda i bassifondi della città di Blade Runner, ma i dettagli risultano un po’ grezzi e poco definiti, non invogliando troppo l’esplorazione.
 
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Il sussidio, la misteriosa merce che Doe deve recuperare, si trova unicamente nei Covi, particolari dungeon che collegano questo mondo ad un altro più spirituale. Questi luoghi pullulanti di creature maligne, la Marea funesta, prendono chiaramente ispirazione dai dungeon di Persona 5 (come un po’ tutto il gioco, con il suo mix di JRPG a turni e visual novel), ma non riescono a spiccare per originalità. Il giovane detective non è in grado di combattere i mostri ed ecco che verrà in nostro aiuto lo sciamano Gram, che con le sue lame può distruggere la Marea funesta. Il combattimento dei Covi è un classico combattimento a turni, dove con attacchi più o meno potenti, dovrete eliminare i mostri avversari. I nemici sono visibili sulla mappa da esplorare e bloccano la maggior parte delle volte il passaggio, rendendo la maggior parte degli scontri inevitabili. I nemici hanno alcune debolezze e resistenze ed occorrerà utilizzare le armi e le tecniche giuste per sfruttarle e per fortuna potrete combattere con un party di quattro personaggi, ognuno con abilità e caratteristiche particolari. Oltre alle missioni principali, fin da subito sbloccherete delle quest secondarie. Queste richiederanno di esplorare delle zone della città e di parlare con alcuni NPC, in classico stile fetch quest. Dopo poche ore di gioco, tutti i Covi appariranno un po' come i dungeon lineari con tesori nascosti, nemici inevitabili e il classico boss a fine percorso. Non ci troviamo però davanti a nessuna grande innovazione nelle meccaniche di gioco di ruolo a turni, rendendo il tutto un po' troppo ripetitivo e per nulla stimolante.
 
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Abbiamo dunque visto come e esplorazione con fase visual novel e combattimenti a turni nei dungeon si alternano, ma non contenti, gli sviluppatori di Mato Anomalies hanno aggiunto un terzo tipo di gameplay: le battaglie a carte. Durante l’investigazione, infatti, vi scontrerete con personaggi che non vorranno assolutamente fornirvi le informazioni che desiderate e, in questo caso, vi verrà in aiuto l’abilità del “mind hack”, o persuasione. Si tratta di una battaglia a carte letteralmente contro la mente dell’avversario e contro i demoni che la abitano. A inizio partita avrete 3 punti carta da utilizzare ogni turno e dovrete ridurre a 0 i punti vita dell’avversario. Finito il turno, pescherete delle nuove carte, ma attenzione! Alcuni demoni cercheranno di ostacolarvi attaccandovi o lanciando bonus al vostro avversario e non potranno essere sconfitti definitivamente, ma solamente messi in KO per alcuni turni di seguito. Dovrete quindi bilanciare bene l’uso delle carte e il turno nel quale utilizzarle: alcune, infatti, ottengono un bonus in attacco o in difesa se giocate in un ordine preciso. Questa parte del gioco è inizialmente piuttosto frustante, padroneggiare i mazzi richiede pazienza e strategia e il continuo ritornare in vita dei demoni allunga inutilmente gli scontri. Una volta padroneggiato, risulta un mini-gioco molto più intenso e strategico rispetto ai combattimenti stessi nei dungeon. Una volta comprese le regole delle carte, però, vi accorgerete che le altre due componenti del gioco sono preponderanti, creando un ritmo completamente sbilanciato.
 
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Il design del gioco è particolare per quanto riguarda i personaggi, anche se la palette dei colori e il design dei vestiti non sono troppo innovativi. Il cel-shading appare un po' poco ridefinito, assomigliando ai giochi usciti una decina di anni fa. L’ambientazione misteriosa ed esoterica di Mato è ben definita dai palazzo decadenti in stile orientale e dalla miriade di vicoli da attraversare. Gli ambienti, però, anche dopo poche ore di esplorazioni iniziano a diventare ripetitivi e anche i dungeon soffrono dello stesso problema. La scelta di non caratterizzare il viso degli NPC è a mio parere un po’ straniante, come se il mondo di gioco fosse abitato da bambole senza volto.

Il gioco è doppiato in inglese, in giapponese e in cinese, tutti e tre di buona qualità. La localizzazione dei testi in italiano permette di orientarsi meglio tra la miriade di temi e di parole misteriose utilizzate dai personaggi, ma non è comunque sufficiente a rendere la narrativa fluida. Spesso, infatti, dovrete rileggere più volte la stessa frase per capire cosa sta succedendo, fra intrighi politici, complotti mafiosi e paranormale.
 
 
CONSIDERAZIONI FINALI
Con Mato Anomalies ci troviamo davanti a un gioco ambizioso, in cui gli sviluppatori hanno voluto offrire una profonda narrazione, un combattimento a turni in specifici dungeon e una meccanica di gioco di carte dalla spiccata complessità. Il mix, però, non risulta bilanciato e spezza continuamente il ritmo di gioco, provocando frustrazione e noia fin dalle prime ore dell'avventura. Il gioco potrà sicuramente essere apprezzato dagli amanti delle visual novel a tema "mistero orientale", ma con un panorama ormai ricco di giochi simili (tra cui il modello stesso di Mato, Persona 5), non mi sento di consigliare a tutti questo gioco. La monotonia dei dungeon, l'eccessiva complessità dei dialoghi e il design dimenticabile dei personaggi (nel panorama delle visual novel giapponesi) non sono abbastanza per emergere nel panorama ormai saturo dei JRPG. Quello che rimane è il mistero stesso dietro alla città di Mato e al Sussidio, che si sposa ben con le atmosfere nebulose delle strette vie della città. Gram, lo sciamano, rappresenta perfettamente l'inclusione della magia in un mondo super tecnologico, che ha ormai però venduto la sua anima sul mercato nero.

Versione testata su PlayStation 5.