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Prima ancora che John Titor arrivasse a stimolare la fantasia del popolo del web riguardo ai viaggiatori del tempo, nel 1967 in Giappone veniva dato alle stampe il romanzo "Toki o Kakeru Shōjo" di Yasutaka Tsutsui, uno degli esponenti maggiore della science fiction del Sol Levante, divenuto internazionalmente noto come "The girl who leapt trough time" (in italiano "La ragazza che saltava nel tempo"). La storia si prestava in modo eccellente alla trasposizione cinematografica ed infatti è stata presentata varie volte al grande pubblico sia come telefilm, sia come titolo cinematografico, il più famoso dei quali è sicuramente la versione animata del 2006 diretta da Mamoru Hosoda, prodotta dalla celebre Madhouse e arrivata anche in Italia. Nel 2010 giungeva invece nelle sale cinematografiche giapponesi questa versione live action, la terza del genere, che a differenza delle produzioni precedenti,affrontava il plot in maniera totalmente originale. La trama del romanzo era infatti incentrata sulle peripezie di Kazuko, ragazza delle medie che casualmente incappava nel meccanismo per viaggiare nel tempo di un "time traveller" dell'anno 2660 con cui avrebbe vissuto una romantica storia d'amore fino all'amaro finale in cui il viaggiatore si trovava costretto a cancellare la memoria dell'amata e tornare al suo futuro.
Il film del 2010 è incentrato quasi totalmente sulle vicende di Akari, la figlia d Kazuko, che la madre, ormai divenuta un'affermata scienziata, spedisce nel passato alla ricerca del suo grande amore di cui miracolosamente è tornata memoria. La ragazza diciottenne si trova così catapultata indietro di 36 anni, al 1974 in un luogo a lei totalmente alieno, pur essendo lo stesso in cui è nata e cresciuta; da una trama a prima vista piuttosto convenzionale nella filmografia dei viaggi nel tempo, ne esce fuori un titolo dai toni intimi e neoromantici, un vera e propria sorpresa per chi, come il sottoscritto,a varie volte provato ad accostarsi al cinema nipponico di intrattenimento, ricevendone il più delle volte delusioni. Non siamo di fronte al solito live action "tirato via" e basato su una trama di assodato successo, "time traveller" si accosta ai temi trattati giungendo a un ben riuscito mix tra situazioni fantastiche e quelle reali, con un accurato utilizzo dei tempi in cui ad una prima parte prettamente allegra e d'azione viene lentamente sostituendosi una seconda molto più riflessiva. Ottima sceneggiatura,quindi, che non cede alla tentazione del facile cliché, ma attraverso il nascente amore tra la protagonista e un introverso giovane regista del 1974, affronta il delicato tema dell'ineluttabilità del destino, capace di vincere anche la forza dei sentimenti umani. Splendida la prova della giovane attrice Riise Naka, non nuova a questa trama (fu doppiatrice della protagonista del film di Hosoda del 2006),capace di dare un'anima al suo personaggio, anima divisa tra l'amore incondizionato per sua madre e quello nascente per Ryota, con un'espressività che rare volte avevo riscontrato in attori asiatici. Ottimi anche i costumi e la ricostruzione di un Giappone che cominciava a muovere i primi passi da futura potenza economica, discreta anche la colonna sonora.
Può l'amore superare i confini del tempo e dello spazio? La cinematografia animata nipponica ha provato varie volte ad affrontare questo argomento, dal già citato Hosoda fino alle opere di Shinkai, ma a riuscire a dare una parziale risposta a questa domanda sembra esserci riuscito invece questo dolcissimo film che consiglio vivamente e che spero un giorno qualche illuminata società di distribuzione italiana riuscirà a portare anche da noi.