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9.0/10
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"Clannad" è uno di quegli anime che personalmente ritengo un gioiellino nel settore dei seinen. Prodotto dallo studio Key (famoso per le due serie di "Kanon" e "Air") nel 2007 come adattamento animato di una di quelle novel in cui il protagonista (Tomoya) ha l'imbarazzo della scelta tra duecentomila ragazze; i produttori ne pescano una tra queste duecentomila, la fragile Nagisa Furukawa, e fanno in modo che Tomoya-kun se ne innamori. La prima serie può essere vista così in un certo senso.

Giungiamo alla trama vera e propria. Okazaki Tomoya è uno di quei ragazzi con problemi familiari, un passato e un presente da dimenticare e la cui vita fa schifo: insomma, un piccolo delinquente. Un giorno, mentre va a scuola, incontra una ragazza che per un certo momento sembra parlare da sola: Nagisa Furukawa. Sarà l'incontro con questa piccola, dolce, fragile ragazza a cambiargli la vita e a portargli gioie, ma anche dolori. Questa prima serie si incentra più che altro su un arco narrativo scolastico, poi in esso ci sono vari "capitoli" narrativi, incentrati su vari personaggi: l'incontro tra Nagisa e Tomoya, Fuko-chan, eccetera. In queste sequenze "Clannad" ci fa vedere un mondo diverso: una bambina e un robot, una casa abbandonata, uno spazio sconfinato, tanti puntini luminosi, un mistero che verrà svelato solo alla fine della serie "After Story".

È incredibile il fatto che i produttori partendo da una novel romantica vietata ai minorenni siano riusciti a creare un tale anime. Il character design è sempre lo stesso di "Kanon", pulito, luminoso ed elegante. Il sonoro è una cosa che difficilmente si dimentica, dall'infantile "Dango Daikazoku" alla profonda "Chiisana Te No Hira", un piccolo capolavoro. Oh, poi il titolo, mai scelta più azzeccata di "Clannad". Direttamente dall'irlandese "clan", "famiglia" per l'appunto, per indicare tutti i rapporti creatisi nell'anime, ovviamente non solo quello tra Nagisa e Tomoya. I personaggi poi nel loro piccolo potranno essere "comuni" (nel senso di carattere), ma sono comunque personaggi a tutto tondo e ben caratterizzati (il loro carattere è in continua evoluzione, dalla prima all'ultima puntata) e non piatti e superficiali.

Una cosa che mi ha colpito di quest'anime è quella che sa creare delle situazioni emotive particolari. Ora mi spiego un po' più chiaramente. Ci sono punti in cui non puoi fare a meno di fare un sorriso o magari ridere di buon gusto e ci sono altri punti che ti caricano di una suspense incredibile, hai paura, voglia di piangere. A me "Clannad" ha fatto quest'effetto, in particolare nella seconda serie. E dire che ho pianto è poco, io sono una frignona di prima categoria. Questo è comunque legato alla tematica della vita, un argomento abbastanza difficile da rendere in un anime. L'intreccio delle vite dei nostri personaggi sfocia in dolori, gioie, amori e tanti altri sentimenti, difficilmente realizzabili a livello emotivo sia al personaggio anime sia allo spettatore sul divano o sulla seggiola. Ebbene, la Key ci è riuscita alla grande per me.

Concludendo "Clannad" è uno di quegli anime che si merita un nove e mezzo pienissimo, che però abbasso a nove, dato che per me la serie meglio riuscita è la seconda. Consigliato agli amanti del seinen, delle storie romantiche e a coloro che hanno apprezzato altri titoli della Key, una visone certamente da non perdere.