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Come sempre, recensire un film di Miyazaki non è una cosa semplice, ma ci proverò lo stesso, andando per gradi.
Sen to Chihiro no kamikakushi ("La sparizione di Chihiro e Sen"), meglio noto in Italia come "La città incantata", è un film del 2001 prodotto dallo Studio Ghibli e diretto dal maestro Hayao Miyazaki. Il film ha ricevuto molti premi, tra cui il prestigioso Premio Oscar come miglior film d'animazione nel 2003, tutt'oggi l'unico film anime ad aver ricevuto tale premio. Nel 2014, la Lucky Red ha riportato questo capolavoro al cinema dal 25 al 27 giugno, con un nuovo doppiaggio, a cure di Gualtiero Cannarsi.

Trama: Chihiro, una bambina di 10 anni, e i suoi genitori, stanno traslocando. Il padre sbaglia strada, e la famiglia si ritrova davanti all'entrata di quello che pensano sia un vecchio parco divertimenti abbandonato. I genitori si addentrano per dare un'occhiata, e Chihiro li segue controvoglia. I tre si ritrovano in una cittadina, i genitori trovano un buffet e cominciano a mangiare, mentre Chihiro esplora la zona. Ad un certo punto, la ragazzina incontra un suo coetaneo, di nome Haku, che le intima di andarsene prima che cali la sera. La bambina torna dai genitori, che sono stati tramutati in maiali. Chihiro sta per scomparire, ma in suo soccorso arriva Haku, che le consiglia di andare a chiedere alla strega Yubaba, signora della cittadina, di lavorare...

Apparato tecnico: che dire, come in ogni film dello studio, la grafica è sempre curata (qui si usa un po' anche la CGI, come in "Principessa Mononoke") e i fondali sono molto suggestivi. Ad arricchire il tutto c'è anche la colonna sonora del film, affidata ancora a Joe Hisaishi. Di essa mi sono rimaste molto impresse "Reprise/Again" e "One Summer's Day".

Personaggi: per evitare di fare spoiler, non mi dilungherò molto sui personaggi di quest'opera, caratterizzati in maniera ottima. Stavolta l'antagonista, Yubaba, non si rivela una "cattiva non cattiva".

Doppiaggio: io ho visto il film con entrambi i doppiaggi italiani. Quello del 2003 a cura della Disney, non aveva un adattamento fedele a quello originale giapponese, anche se esso è risultato meno modificato rispetto a quello di "Principessa Mononoke"; quello di quest'anno, a cura di Lucky Red, mi è piaciuto di più, proprio perché fedele all'originale (anzi, anche troppo, dato che la traduzione sarà molto letterale, basti pensare agli "eh" alla fine di alcune frasi). C'è da dire, però, che non tutte le voci del nuovo doppiaggio suonano bene. Infatti, alcune battute di Haku, stavolta doppiato da Andrea Di Maggio, mi hanno trasmesso meno emozioni rispetto al precedente doppiaggio, in cui era doppiato da Emiliano Coltorti.

In conclusione: "La città incantata" è un'ottima storia di crescita e maturazione. Non è totalmente un film per bambini (come molti altri lavori del maestro), anche se Miyazaki ha dedicato il film a delle bambine, amiche di famiglia. Il film rappresenta per me il secondo capolavoro di Miyazaki, inferiore solo a "Principessa Mononoke". Consiglio la visione del film non solo a tutti gli appassionati degli anime, ma anche a tutti gli amanti dell'animazione in generale. Sono certo che non ne rimarrete delusi.