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9.0/10
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<b>Attenzione: la recensione può contenere spoiler</b>

Per fortuna al giorno d'oggi i sostenitori di Yuasa non sono isolati in lande desolate, ma ce ne sono abbastanza e non è esagerato dire che molti di questi lo ritengono un genio. In effetti anche io appartengo a questa categoria, ma non c'era bisogno di dimostrarlo con "Kaiba" o con i suoi ottimi lavori successivi come "The Tatami Galaxy" o "Ping Pong: The animation", perché già in "Mind Game", "KemonoZume" e "Happy Machine" lui era fuori scala. Ora immaginate cosa possa fare questo regista su una via, l'animazione sperimentale, già spianata e percorsa in precedenza. Il risultato è facilmente intuibile: "Kaiba" è un gioiello, arte pura, magari non al massimo livello, ma la differenza è minima.

Iniziamo col dire di cosa parla "Kaiba". Sarà scontato, ma il tema principale è la memoria e le sue ramificazioni in molti settori, passando da concetti riguardanti la sfera umana, come quella spirituale. Poi un altro aspetto che reputo secondario, ma interessantissimo lo stesso (più per il modo in cui è reso, in realtà), è l'analisi sociale. Si parla di analisi sociale e non di critica, perché l'autore qui impone delle condizioni iniziali, o se vogliamo al contorno, con conseguente risoluzione in base ad esse, proprio come in un problema di Cauchy. Non è un caso se ho tirato in ballo la matematica, perché in fin dei conti "Kaiba" è pur sempre una serie drammatica inondata di fantascienza, con gocce di cyberpunk, quindi è facile che si incontrino teorie matematiche o fisiche sull'evoluzione, e la matematica è alla base di tutte le conoscenze, tramite l'analisi, come lo stesso nome ci suggerisce. Dunque anche in "Kaiba" si affronta l'evoluzione del genere umano (?), ma questa è strettamente legata alla società e in particolare alla natura umana. Infatti la società corrompe ogni uomo e ogni uomo è in cerca di potere; una volta raggiunto il potere si costruiscono una torre e, per difendersi, o meglio negare agli altri di ottenere lo stesso trattamento, si erge una muraglia difensiva (praticamente è la nube/nuvole che elimina le memorie), perché il potere ti spinge a voler restare sempre al di sopra degli altri. Quindi i ricchi risiedono in questa sorta di paradiso, dove ovviamente si hanno privilegi, non accessibili a quelli del sottosuolo, e la cosa bella è che se provi a superare la barriera perdi la memoria, quindi molti andranno in loop e cadranno nell'eterno circolo fallimentare di cercare di superare le nuvole. Come vediamo, si ha un immagine pessimista della società e sembra che nulla possa cambiare ciò; però c'è chi può, colui che viene apparentemente descritto come un superuomo, Kaiba. Ma tornando alle condizioni iniziali, ossia l'essenza originaria dell'uomo, l'uomo non nasce avido, ma bensì benevolo. Tutto ciò è un'implicazione non esplicita ovviamente, ma è una mia interpretazione che trova sostegno (?) nel finale.

Per quanto riguarda il tema "memoria", i creatori si possono sbizzarrire nel modo più assoluto, dal momento in cui il tema offre svariate piste su cui correre, e devo dire che, anche se molte di queste piste sono per lo più già praticate da altri autori in precedenza, sono tutte percorse al massimo. Per citare alcune teorie: fin dall'inizio l'opera ci catapulta in un mondo tecnologicamente avanzato, ma la tecnologia è frutto dell'evoluzione forzata dalla società, quindi è un male, poiché la società stessa lo è diventata, almeno secondo gli abitanti sotto le nuvole, dove è possibile trasformare le memorie in dati e immagazzinarli. In questo modo è possibile superare i limiti del tempo per un uomo, ergo la capacità di morire, perdendo il contenitore (corpo fisico), ma mantenendo integra l'anima (la memoria). In tal modo si va incontro a una vita apparentemente eterna dove puoi fare shopping di corpi e trasferirti in quello che più ti aggrada, e infatti molti abitanti seguono la moda comprando un corpo da urlo all'ultima moda, indice della bassezza raggiunta dalle persone. In questo modo l'uomo sostituisce Dio o meglio non ne ha più bisogno? O è sempre stato l'uomo creatore di sé stesso? La serie lancia varie domande senza rispondere direttamente o scegliere un partito, ma ci offre una visione neutrale e distaccata del mondo, infatti non è un caso se la prima parte di "Kaiba" sembra ricalcare serie come "Kino no Tabi", ecc. Ovviamente l'alterazione della memoria, scambi di corpi e altre eventualità possibili sono illegali e punibili con la morte e la distruzione totale della memoria del soggetto, ovviamente non per gli abitanti del "paradiso".

Il protagonista Kaiba/Warp/Chroniko a seconda dei corpi, ma l'essenza è sempre la stessa, è un eroe/anti-eroe: infatti lui o esso (noi non diamo del lei al nostro Dio) appare come immortale, ma al tempo stesso Kaiba è l'essere più tormentato dell'anime, e così un altro tema importante, la natura umana, trova in Kaiba la massima espressione. Infatti si può parlare di conflitto interiore rappresentato dalla pianta Kaiba e il Kaiba nero. Il Kaiba nero rappresenta la manifestazione di tutti i ricordi negativi di cui Kaiba si è privato o, meglio, che ha escluso volontariamente perché incapace di sopportarli. Mentre la pianta Kaiba viene creata da Kaiba per porre fine al suo dolore, che è rappresentato principalmente dalla solitudine che lo porterà ad attuare il piano di unificazione delle memorie grazie alla pianta che mangerà tutti, e inglobando le memorie altrui formerà una sola in modo da vivere in compagnia!
Kaiba si sente vuoto e sempre di più, infatti il suo buco sul petto si allarga quando prova un odio maggiore, conseguente alla perdita assoluta di umanità. Tanto forte, onnipotente, immortale... eppure non ha nulla a parte Neiro, la sua ancora di salvezza. Grazie all'amore di Neiro e alla rivelazione sui veri intenti della madre, Kaiba riesce a riempire il vuoto interiore e spingere l'umanità a un nuovo inizio e quindi le stesse persone corrotte di prima ora saranno benevoli, rispettando la condizione iniziale già citata. Così termino la parte su alcuni simbolismi e metafore presenti nell'anime. Ovviamente questo è il mio pensiero, la realtà la conosce solo il Dio dell'opera, Yuasa o Kaiba!

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico siamo nelle mani di Madhouse e Yuasa: lo studio garantisce qualità e il regista offre arte. Dunque "Kaiba" fa dei suoi punti forti un'animazione sperimentale, con relativo character design simil-tezukiano, e la regia di Yuasa, oltre all'ottima colonna sonora e ai già citati contenuti, ma questi ultimi non bastano da soli a garantire l'immortalità a quest'opera, soprattutto perché, come già ho fatto notare, l'originalità non è proprio massima. Quindi, ciò che le fa da padrone assoluto è la forma, in altre parole relative all'anime in questione "è il corpo, non la memoria presa da altri anime e qui travasata, ad essere importante". Dunque Kaiba non sarebbe lo stesso senza il talento visionario di Yuasa e la sua bravura, sia per quanto riguarda le scene dinamiche sia per quelle statiche e di riflessione; per quanto mi riguarda trovo sia superiore quando si applica nelle scene dinamiche. L'inseguimento del primo episodio e tutto l'episodio finale ad esempio sono il pezzo forte del suo arsenale schierato in "Kaiba".
Un must per tutti gli amanti dell'animazione di nicchia.