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L’unica trasposizione cartacea delle mille uscite in onore alla famigerata “gallina d’oro” della Gainax che finora convince e dimostra la validità della sua esistenza.

Partiamo dall’edizione Panini, per una volta soddisfacente: copertine sufficientemente solide e resistenti, fedeltà nella traduzione, pagine a colori conservate. C’è da dire che è facile mantenere una buona qualità quando i tempi di pubblicazione fra un volumetto e l’altro giungono a coprire una generazione, ma questo, è risaputo, è anche responsabilità dell’autore che ha iniziato a disegnate nel 1995(!) e procede con ritmi che definire altalenanti è un mero eufemismo. Si confida in una ristampa complessiva serializzata, anche se ancora non è giunta niuna notizia ufficiale.

Sono previsti 13 volumi in tutto, più che sufficienti a gestire l’arco narrativo che comprende la prima indimenticabile serie anime e il film EoE. La trasposizione da anime a manga, a mio avviso, è sempre più sofferta rispetto al processo inverso, significa rinunciare a scelte registiche d’impatto, a un’azione concitata, a scene immediatamente recepibili, opportunità che solo la combinazione di video, animazione e comparto musicale possono offrire. Nel caso di Evangelion i tempi sono dilazionati, la composizione delle tavole non è dinamica come in Bleach, tanto per fare un nome famoso, e i combattimenti contro gli Angeli risultano assai meno coinvolgenti; in conclusione, chi ha apprezzato la serie (e a questa porzione di utenza intendo chiaramente rivolgermi, non mi sento di consigliare il manga a chi già aveva schifato la serie da cui è tratto) nel suo aspetto “mecha” e “shonen” presumo rimarrà deluso.

È nella raffigurazione “umana” e “morale” che il manga centra in pieno, focalizzandosi sulle relazioni intrapersonali e sulla caratterizzazione dei personaggi senza lasciare indietro nessuno, con grande e amorevole fedeltà all’originale. Ritroviamo così l’autistico Shinji, la materna Misato, il saggio e truffaldino Kaji, l’amante emulatrice Ritsuko e via dicendo. L’evoluzione di Rei, che pure è il carattere che meno preferisco, è in una parola magistrale, il lettore si trova ad affezionarsi a lei ancor più che alla sua versione animata e un vero senso di vuoto è destinato ad assalirlo giunto all’epilogo della sua vicenda. Ciò è ottenuto tramite l’introduzione di scenette bonus e la variazione di alcune vicende tra i protagonisti alterando la storia di base il minimo indispensabile, come è giusto che sia nel dichiarato remake di un’opera (davvero gagliarda la presentazione di Asuka, mentre non ho gradito la svolta yaoi nel rapporto tra Shinji e Kaworu).

La veste grafica, realizzata dallo stesso sensei Sadamoto che ha curato il character design dell’anime, è la vera ciliegina sulla torta: raramente ho visto un disegno così curato o dei retini così sapientemente utilizzati nel rendere l’infinita luminosità di una capigliatura o le increspature di una veste, per non parlare delle illustrazioni a colori, semplicemente meravigliose. La mortifera lentezza nella pubblicazione possiede almeno il pregio di osservare l’evoluzione dello stile dell’artista, che negli ultimi due volumi raggiunge qualcosa di molto simile alla perfezione.

Insomma, NGE e relativa trasposizione cartacea risultano due opere maniacalmente curate e in un certo senso complementari: obbligatorio l’acquisto della seconda se si è amato visceralmente la prima, sconsigliato invece a chi non ha mai sentito il fascino della serie e non cambierà certo idea con il manga. Voto finale 9,5.