logo GamerClick.it

-

È il 3 dicembre del 1972 e sul circuito televisivo giapponese Fuji Television ha inizio una delle più importanti serie a disegni animati, considerata anche oggi uno dei capisaldi dell'animazione nipponica: Mazinger Z. La prima apparizione a fumetti di Mazinger risale all'ottobre dello stesso anno per mano dell'ormai pluricitato Go Nagai, e viene pubblicato a puntate sul settimanale per ragazzi Shonen Jump.

Per lanciare alla grande il personaggio la Toei Animation produce a soli due mesi dal manga la versione animata composta da 92 episodi, apportando qualche modifica alla sceneggiatura originale e togliendo parte della violenza gratuita, marchio di fabbrica di Nagai.

Mazinger Z è considerato il capostipite dei robot in animazione, escludendo naturalmente Tetsujn 28 go (Uomo di Ferro 28) del 1963, il cui sistema di pilotaggio consiste in un ridicolo telecomando, e Astroganger del 1972, da considerare più come un essere senziente che come robot vero e proprio. Mazinger Z si distingue dagli altri proprio per l'innovativo sistema di pilotaggio che si trova per la prima volta all'interno del robot, più precisamente in un velivolo (denominato Pylder) che incastonandosi nella testa del Mazinger interagisce direttamente con esso per mezzo del suo pilota: Koji Kabuto (in Italia il suo nome è stato più volte cambiato a seconda della serie in cui compariva: in Mazinga Z diventa Ryo, mentre in Goldrake Alcor).
Un'altra caratteristica del robot di Nagai è quella di possedere svariate armi con cui combattere i nemici, che vengono usate senza parsimonia (il concetto della "fine delle munizioni" si avrà, infatti, solo con l'avvento di Gundam). È dotato, inoltre, del Jet Scrander, un congegno che si aggancia alla schiena del robot, che permettere di raggiungere una velocità pari a mach 3. Lo schema della storia è rigido e spesso standardizzato nel presentare all'inizio le vicende personali dei protagonisti e culminando poi nel consueto scontro finale fra i due robot, il buono e il cattivo, con l'immancabile sconfitta di quest'ultimo.

Protagonista principale delle vicende è il giovane Koji Kabuto, il cui solo scopo è vendicare il nonno, lo scienziato costruttore del Mazinger, ucciso dal pazzo Dottor Hell. Altri protagonisti comprimari sono Shiro, fratellino di Koji, il Professor Yumi, direttore del centro i ricerche sull'energia fotonica e Sayaka, figlia di quest'ultimo nonché pilota del robot "femminile" Aphrodite A (e successivamente di Diana A costruita dopo la distruzione d Aphrodite). Particolare, e al tempo stesso ridicolo, è il robot Boss Borot, pilotato da re ragazzi scansafatiche: Boss, Nuke e Mucha.

Peculiarità del Mazinger è quella di far parte della categoria di robot "tondeggianti" (basati, cioè, su strutture cilindriche) a cui durante e dopo gli anni settanta si opporrà tutta una schiera di automi dalle forme quadrate e rigide. La popolarità di Mazinger Z, infatti, fa sì che dal 1974 in poi i robot entrino con forza nella programmazione delle reti televisive giapponesi, spesso commissionandone esse stesse alle case di produzione la realizzazione. Nascono, così, innumerevoli serie che vedono come protagonisti indiscussi di tutti gli anni '70 questi giganteschi mostri d'acciaio. Alcune serie innovative, altre mere copie dei successi più famosi, ma tutte egualmente utili per le potenti operazioni di merchandising e per capire l'immenso contributo del Grande Mazinga.