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<b>ATTENZIONE SPOILER</b>

Sono qui a parlare di quello che, per me, è IL CAPOLAVORO. Il manga che più mi ha commosso, fatto riflettere e dato insegnamenti fondamentali.

Siamo alla fine del XX secolo, in un mondo sconvolto dalle esplosioni atomiche, in cui tutto è scomparso tranne la razza umana. Facciamo quindi la conoscenza di Kenshiro, il successore della Divina Scuola di Hokuto, un'arte marziale capace di far scoppiare il corpo dell'avversario dall'interno colpendo dei punti di pressione. La storia si basa sulla ricerca dell'amata Julia, rapita da un esponente della Scuola di Nanto, Shin, e sulla lotta contro i fratelli che rivendicano sia la ragazza che il diritto di essere il successore di Hokuto.

In una trama così viene da sè pensare che il tutto sarà composto da combattimenti continui e insensati, ma non è così. In "Hokuto no Ken" il motivo principale di tutto sono i sentimenti: il rimorso (tutti i nemici hanno una storia più o meno triste alle spalle), la fedeltà, l'amicizia e, soprattutto, l'amore. Si, perchè alla fine ciò che ci vuole trasmettere l'autore è proprio questo. "Tu puoi contare solo su te stesso, ma io ho vivo in me l'amore per Julia e per mio fratello maggiore...te! Nemmeno un pugno capace di distruggere il cielo potrà spezzare il mio cuore!".

Passiamo ad analizzare il manga tecnicamente: disegni meravigliosi, che vanno a migliorare di volume in volume, che non lasciano nulla al caso, meticolosi anche nei piccoli particolari. Disegni che trasmettono ciò che vuole essere trasmesso in modo perfetto, che sia tristezza, terrore o quant'altro.

La trama, per quanto lunga, si svolge senza particolari pause, in un susseguirsi di combattimenti, colpi di scena e situazioni drammatiche senza fine. Ciò è possibile soprattutto grazie all'eccelsa caratterizzazione dei personaggi: ognuno con una storia diversa e con un evoluzione caratteriale continua. Si pensi a Raoh, dapprima presentatoci come un tiranno senza pietà il cui unico obiettivo è la conquista del mondo, per poi uscire di scena dopo aver unito il mondo e averlo consegnato all'uomo in grado di far sussistere la pace, o alle vicende di Shin, Juda, Kaioh, tutte con un input ben preciso e giustificato. Anche in questo "Ken il guerriero" si distingue: non esiste una pazzia non giustifica, una spropositata brama di conquista nata dal nulla che ci viene presentata nella maggior parte delle opere di questo tipo. Tutti hanno una storia alle spalle che li hanno resi ciò che sono, marchiati inevitabilmente da un destino per alcuni immutabile, per altri si.

L'unica piccola pecca è il numero dei volumi, un po' esagerato. Personalmente, come detto anche in una intervista da Buronson, avrei preferito che il tutto finisse con
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la morte di Raoh [FINE SPOILER] e quindi intorno al volume 14/15, ma è un particolare che non intacca il mio voto per il mio manga preferito: 10 e lode, per un'opera immortale. Inutile dirvi di leggerlo e rileggerlo.