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"Non così male come temevo."
È questa la prima impressione dopo aver terminato la lettura di Burn Up Excess & W, raccolta di storie datate 1998, tratte dalla nota saga d'animazione Burn-Up e riproposte in un unico volume al disturbante prezzo di 7 euro.
Ci vengono raccontate le vicende del Team Warrior, una squadra speciale istituita per far fronte alle più disparate evenienze.
Questa è una delle prime opere di Oh! Great e lo si vede da molteplici elementi, tra i quali ciò che spicca di più è sicuramente un tratto decisamente retrò ed ancora acerbo, che però racchiude i germogli di quelle che saranno le peculiarità dell'autore, come possono essere le espressioni facciali in combattimento, l'ecchi e la violenza.

Il volume in sé mi è piaciuto, ma con riserva, infatti per analizzarlo discretamente occorre suddividerlo nelle tre storie contenute.
Partiamo da quella che a parer mio è la peggiore:
-Vincoli di Luce-
Perché è la peggiore? Fondamentalmente perché è una buona occasione sprecata, anche se c'è da dire che non tutta la colpa è dell'artista. Infatti in una delle interessanti pagine di dialogo con l'autore ci viene spiegato che questo episodio è stato realizzato in soli 10 giorni, all'impressionante ritmo di 12 tavole al giorno per un totale di ben centoventi pagine, a causa dell'inaspettata chiusura della rivista sulla quale veniva pubblicato.

Il Team Warrior deve scontrarsi con il solito folle esaltato che vuole creare la nuova razza umana partendo da una serie di esperimenti genetici fatti sulla figlia. Questa ingloba nell'utero degli M.D., cervelli artificiali che fungono da armi a superconduzione psichica, capaci di generare plasma.
-Mi immagino le risate incontenibili che si farebbero fisici e biotecnologi leggendo sto manga-. Tale espediente narrativo porterà a scene ecchi fuori contesto e di dubbio gusto. Il risultato è altalenante, e il finale è indubbiamente scadente, magro e troppo caotico, raggiungendo quell'improvviso picco di esagerazione e violenza proprio degli shonen più beceri, senza contare i dialoghi a dir poco irritanti che consegnano al lettore un pessimo ricordo di una sceneggiatura mal progettata.
Il disegno, nonostante il problema sopracitato è inaspettatamente buono, anche se le scene d'azione a volte vengono rappresentate con una qualità non proprio esaltante. I personaggi sono caratterizzati in maniera poco sufficiente, in particolar modo l'antagonista ultra-stereotipato.
Un'eccezione a questo è stata Mel Carrie, che mi ha ricordato un ben più noto personaggio di Tenjou Tenge, e che in poche pagine riesce a suscitare un accettabile interesse.
Un altro elemento poco trascurabile è il fatto di aver stravolto completamente il senso dell'anime, infatti questo episodio si incastra a fatica all'interno della saga.
L'aver voluto creare a tutti i costi un episodio autoconclusivo fantascientifico si è rivelato una soluzione inadeguata che non permane nella mente del lettore, ma grazie a semplici accorgimenti poteva esser reso migliore.
Non tutte le centoventi pagine sono da buttare, ma in fase di scrittura avrei optato per scelte ben diverse, e le ultime quindici pagine dovrebbero esser bandite dalla storia dei manga.

-Oh My God!-
Discorso diverso per la seconda storia.
Sebbene abbia un espediente narrativo banale, esso viene sfruttato decisamente bene, concentrando un insieme di idee che funzionano. Ito qui ci tratta del rapporto tra le due protagoniste principali, Rio e Maya. Nel loro chara, l'autore è riuscito a mettere degli elementi che me le hanno rese simpatiche ed originali.
Il volume in questo caso è meno oscuro dell'ultima storia, e si respira un clima completamente diverso, complice anche l'atmosfera natalizia.
La coppia di Warriors viene letteralmente sparata nello spazio con un vecchio shuttle, poiché deve recuperare l'equipaggio di un'altra navicella, misteriosamente uscito dall'orbita. Qui faranno un inaspettato incontro, e particolari avvenimenti renderanno proprio lo spazio un motivo di riflessione. Una storia che mi è piaciuta parecchio, e che mi ha fatto vedere una parte del mangaka che non conoscevo.
Un plauso dovuto per esser riuscito a creare "la solita storiella" con dei protagonisti inusuali.

-Confronto! Il Palpatore?-
La prima storia, nonostante sia banale, ci narra il vero motivo dell'improbabile reclutamento di Yuji Naruo, maniaco palpatore "sospettato di libidine violenta in oltre novecento casi". Nulla di che, è semplicemente un esageratissimo inseguimento pieno di distruzioni ed esplosioni a caso -che potrebbe indubbiamente piacere al signor Otomo-, ma se vi sono piaciuti i primi ecchi dell'autore apprezzerete.

In conclusione, ero partito con zero aspettative, ma le prime due mini-storielle mi sono piaciute, e anche alcuni elementi della terza.
Essendo un ammiratore di Oh!Great, del suo tratto e delle sue belle fanciulle -a parer mio tra le più affascinanti ed erotiche mai create- ho deciso di completare la mia collezione di questo autore acquistando il volume.
Non mi pento troppo, poiché ho potuto sondare l'evoluzione del maestro nel corso del tempo, e mi hanno fatto particolare piacere le tre-quattro schede di approfondimento sparse per il volume.
Mi sento quindi di consigliarlo solo agli amanti di Oh! Great. Per tutti gli altri, trovo difficile che possiate rimanere soddisfatti di un opera del genere senza conoscere lo stile dell'autore.