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Attenzione: contiene spoiler

Quando l'immenso mercato del manga incontra un'opera dalla ricchezza narrativa e dalla molteplicità di interpretazioni come "Neon Genesis Evangelion", è scontato che ne nascano differenti riletture. In linea di massima, quando un titolo è rivisitato tramite degli spin-off i risultati possono essere di tre tipi: un clone praticamente indistinguibile dall'originale; una reinterpretazione sottile e arguta; infine, una riproposizione che se non servisse a lucrare su un brand non avrebbe motivo di esistere.
Sfortunatamente, "Detective Shinji Ikari" appartiene alla sciagurata categoria delle opere senza senso.

A differenza della serie originale, "Detective Shinji Ikari" è una storia che non presenta elementi di fantascienza, tutt'al più sparuti elementi fantastici. Qui, Shinji Ikari è uno studente di scuola media che, per via di una serie di equivoci un po' sospetti, si ritrova a dover lavorare per un'agenzia investigativa. I suoi superiori sono Kaji e Misato, e Kaworu è il suo partner.
La loro missione è utilizzare gli Eva, una sorta di avatar dalle fattezze umane ospitati all'interno di alcune pietre speciali, per recuperare cinque gemme che pare abbiano una funzione particolare.
Nel corso dei pochi capitoli, l'attenzione si concentra sul rapporto che Shinji, volente o nolente, instaura con le persone che lo circondano, un rapportarsi reso difficile dal suo carattere estremamente schivo, introverso e insicuro.

Ecco, cominciamo a elencare i difetti del manga proprio dall'elemento del carattere di Shinji. In teoria, da come l'autore imposta la storia, ho l'impressione che sia convinto che mettere al centro la psicologia contorta di Shinji, copiata pari pari dall'anime, sia una mossa adeguata. Personalmente, invece, credo che questa sia la pecca più grande del manga.
Per quanto il fandom si divida tra chi accetta il comportamento tormentato di Shinji e chi no, penso che quantomeno siamo tutti d'accordo che la sua insicurezza sia comprensibile in considerazione di quello che deve affrontare. Dopotutto, lo Shinji di "Evangelion" si trova costretto ad affrontare dei misteriosi alieni estremamente potenti che stanno portando il mondo sull'orlo della distruzione. La sua psicologia contorta, la sua insicurezza, la voglia di sottrarsi a un problema più grande di lui sono condivisibili per lo Shinji originale. Questo invece non è più vero in "Detective Shinji Ikari". Come dicevo, in questo manga il mondo non sta per essere distrutto da una minaccia aliena; qui Shinji conduce una normale vita da studente fatta di lezioni, compagni di classe e prime cottarelle. Se viene costretto a lavorare all'agenzia, i suoi doveri sono infinitamente meno onerosi che in "Evangelion".
In sostanza, in "Detective Shinji Ikari" seguire Shinji deprimersi, abbandonarsi al pessimismo e a desideri di fuga è fastidioso e ingiustificato.
Peggio, è inutile perché a differenza dell'anime qui Shinji non è isolato. Adesso lui ha amici a scuola (Toji e Kensuke) con cui non ha tensioni e fraintendimenti per via del pilotare l'Eva, e con lo staff con cui lavora all'agenzia Kaji, per quanto strambo, ci si trova bene.
Ciliegina sulla torta, alla fine si scopre che lo spingere Shinji a lavorare come detective e la raccolta delle gemme altro non è che uno stratagemma di Gendō per costringere il figlio a esprimere il desiderio di vivere con i suoi amici e così accettare se stesso e gli altri.
Togliendo la minaccia degli Angeli e il crudele rapporto con il padre (un personaggio che anzi è ridotto a un timidone introverso ma dai propositi ineccepibili), non c'è motivo per cui Shinji tenga quel comportamento. E siccome poi la storia ruota intorno al suo modo di rapportarsi agli altri, la storia sfocia in una farsa.

E in effetti, il manga sembra improntato a una certa ironia, nonostante l'autore nei commenti affermi di aver voluto creare una storia seria. Ma con una narrazione basata su sciocchi fraintendimenti che si risolvono nell'arco di qualche vignetta, gite all'acquario, idee di pernottamento alle terme con annesso rituale di spiare le ragazze, battaglie inesistenti anche se gli Eva in teoria dovrebbero combattere e gli unici momenti che strappano un sorriso sono le gag, come si fa a prendere sul serio un'opera del genere? C'è soltanto da ridere (spesso per non piangere).

In tutto ciò, l'unica nota positiva (che permette al titolo di guadagnarsi un 3 nella mia recensione al posto di un impietoso 2) è la relazione tra Shinji e Kaworu. In qualità di detective dell'agenzia, passano molto tempo in coppia, tanto che Kaji li fa vivere insieme. Nei confronti di Shinji, Kaworu si comporta in maniera costruttiva, propositiva e gli infonde sicurezza, insomma è il punto di riferimento di Shinji. In alcune occasioni, il loro rapporto si tinge anche di una vena romantica (quando Kaworu è in posa da figo con la luce alle spalle o circondato di fiori, per dire). Sicuramente l'autore deve aver tenuto a mente i gusti dei fan dello yaoi. Sia come sia, il rapporto tra Kaworu e Shinji resta l'elemento meglio riuscito di "Detective Shinji Ikari", anche se resta sempre piuttosto semplice e schematico per consentire all'opera un reale salto di qualità.

In definitiva, credo che "Detective Shinji Ikari" sia una sorta di causa persa in partenza.
Per i fan più sfegatati dotati di mooolta ironia e pazienza e/o i/le fanboy/girl della coppia KawoShin.