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"Yankee-kun e Megane-chan" è stato uno dei primi titoli al quale mi sia avvicinato da quando ho iniziato a leggere manga, più per caso che per altro, e adesso che si è concluso ne parlo un po' come si farebbe di un vecchio amico che non si frequenta più.

La storia è davvero semplice. Daichi, un ragazzo problematico che frequenta le superiori, ha una vita scolastica praticamente pari a zero. L'incontro con Adachi, una ragazza svampita ma energica, cambierà completamente la sua vita.
Nei ventitré volumi vedremo le varie avventure che occorrono durante i tre anni di superiori di Daichi, Adachi e del loro gruppo di amici, familiarizzando con loro e con tutto l'universo narrativo.

Quali sono i punti di forza di questa serie? Innanzi tutto la leggerezza. La lettura è molto scorrevole e divertente, intrattiene sempre. Poi, i personaggi e luoghi. Il titolo ci presenta un mondo narrativo che in qualche modo mi ha ricordato "I Simpson", perché conosciamo tutti i visi della scuola e ogni angolo dell'edificio, rendendo ogni vignetta familiare. Il rapporto con l'universo narrativo è davvero ben fatto e dettagliato, probabilmente il maggior punto di forza del titolo perché di ogni personaggio è convincente.

Ma quali sono i difetti che mi hanno portato a dare 7 ad un titolo al quale sono comunque molto affezionato? Principalmente la superficialità. E' vero, con un titolo "comico" non bisognerebbe essere così pignoli sulla trama, ma troppo spesso si risolve tutto con troppa semplicità, quando in realtà si sta trattando di situazioni davvero complesse. Per carità, ho davvero apprezzato che vengano trattati così tanti temi reali del mondo scolastico: bullismo, isolamento, pluribocciati, ragazzomo ribelli ecc. Ma, se in alcuni casi la storia veniva trattata in modo efficace, altre volte si limitava a delle soluzioni troppo banali dal mio punto di vista.
Poi, purtroppo, alcuni personaggi. Mentre alcuni come Daichi sono caratterizzati in maniera rotondeggiante e completa, altri (come Adachi) sono, oltre che poco credibili, superficiali ed inficiano la lettura facendo storcere il naso al lettore con i loro comportamenti. L'esempio più lampante è "Rika", che dal primo all'ultimo capitolo è di dubbia utilità per il titolo, fornendo scarso contributo comico e nullo alla trama.

Il disegno è molto simile a quello di "Fairy Tail", poiché l'autrice è stata per molti anni assistente del maestro Hiro, autore appunto del titolo che narra la storia di Natsu. Personalmente mi pongo in maniera piuttosto neutrale su questo stile; non l'ho mai trovato veramente fastidioso ma a volte, semplicemente, troppo confusionario.

Spendo, infine, due parole sull'edizione italiana. E' la classica Star Comics da 4,30 euro, che io trovo solida ed economica nel panorama del manga italiano. Le copertine sono tutte di colori diversi, che è una cosa che personalmente odio, ma questo è ripreso dall'edizione giapponese, quindi c'è poco di cui lamentarsi.

Lo consiglio? Sì, è un bel titolo. Certo ha i suoi difetti, ma in generale è una lettura piacevole. Se posso darvi un consiglio, acquistatelo tutto in blocco e leggetelo un volume dopo l'altro: la storia, leggera ed ingenua, è più facile da apprezzare così.