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Allora, allora... Evangelion 3.33: You Can (Not) Redo. Dopo aver visto i capitoli precedenti della Rebuild cinematografica, avevo ottime aspettative per questo titolo, anche se un po' ridotte dopo aver visto le spolliciate qui su Animeclick. Effettivamente, lo sbalzo rispetto a 1.11 e 2.22 è stato spiazzante. Come trama, se l'1.11 era un recap della prima parte della serie con bellissime revisioni, il 2.22 iniziava a discostarsi puntando più ai legami tra i personaggi, ora con il 3.33 siamo stati lanciati improvvisamente in una storia mai vista prima, che ignora assieme serie e film precedenti... e non soltanto a livello di trama.

Ci ritroviamo di botto 14 anni nel futuro, dopo una sorta di "coma" di Shinji dovuto agli eventi del finale del titolo precedente, e ad essere cambiato non è solo il mondo, ora inabitabile, ma anche i classici personaggi della serie. L'esempio più lampante è Misato, prima amorevole tutrice, donna di città, con i suoi difetti, ora una sorta di asettico stereotipo del capitano di navi spaziali. Esatto, perché ora abbiamo pure delle specie di navi spaziali in Evangelion, quella ove inizia il 3.33.

E già qui, questo titolo non mi ha esattamente "deluso", o "irritato": mi ha proprio rattristito. Uno dei motivi per cui ho adorato la serie è stato il perfetto bilanciamento delle sue sfacettature: gli umani non erano macchine da guerra assetate di sangue pronte a fronteggiare gli alieni invasori, erano prima di tutto persone con le loro debolezze, i loro dubbi, e soprattutto le loro vite di tutti i giorni; i luoghi non erano solo il freddo quartier generale della Nerv o i campi di battaglia degli EVA, erano anche le case dei protagonisti, i bar, la scuola, le strade; la tecnologia, escluse le "armi speciali" come gli EVA o il fucile a positroni su cui si concentravano i fondi, non era mai sofisticata, ma sempre "rozza", limitata (visione aiutata certamente anche dal contesto tecnologico degli anni in cui la serie venne prodotta), con cavi e cavoni ovunque, "robottoni a batteria", spesse pareti metalliche per difendersi, e mangianastri; e gli umani non avevano forze smisurate contro i possenti angeli, solo il loro ingegno e gli EVA, che per 3/4 di serie sono soltanto grossi macchinari molto resistenti in grado di usare coltelli e armi da fuoco, passando poi con End of Evangelion ad una potenza apocalittica che COMUNQUE trascende assolutamente le capacità umane. In poche parole, le persone erano sempre e comunque esseri umani, con una caratterizzazione eccelsa, ai quali bene o male ci si affeziona proprio perché reali. Lo spettatore poteva avvertire con mano la pace di tutti i giorni da difendere dal Third Impact, alimentando così il dramma che seguirà e che vedrà la propria apoteosi in End of Evangelion. Dev'essere anche per questo che ho adorato assolutamente il 2.22, che faceva delle relazioni tra i personaggi il cardine della propria trama.

Tutto ciò, col 3.33... viene perso. Si inizia proprio con una battaglia per mezzo di una specie di potentissima astronave comandata dalla ora fredda Misato e dai comprimari (qui molto piatti, Ritsuko su tutti, priva di qualsivoglia carattere in questo film). Siamo lontanissimi da quel PERFETTO bilanciamento tra guerra e pace, tra umanità e bestie guerriere, che si avvertiva fino al capitolo precedente. Persino i discorsi filosofici, le introspezioni psicologiche, il simbolismo... sono tutti ridotti all'osso, quasi a livello di "morale da shonen" (la forza dell'amicizia nel caso di Kaworu e Shinji, la redenzione del protagonista verso il mondo... e fine). E parlando di cliché da anime qualsiasi, come non nominare il fatto che "nessuno ascolta e nessuno parla"? Shinji chiede mille volte cosa è successo, e viene ignorato; [accenno di spoiler, attenzione]Kowaru dice a Shinji di non seguire più il piano perché c'è qualcosa che non va, ma Shinji insiste; Asuka che nella battaglia contro Shinji NON accenna minimamente a perché Shinji stia sbagliando[fine spoiler]. In poche parole, si perde quella profondità che ha reso Neon Genesis Evangelion uno dei capisaldi dell'animazione nipponica, proponendoci un film molto action ed energico che si è preso i personaggi di Neon Genesis Evangelion.

TUTTAVIA! Superato ciò, ci sono anche dei lati positivi. Prima di tutto, capisco come tutto ciò sia una scelta narrativa di Anno: il mondo come lo conoscevamo è andato perduto per sempre, fin nei suoi più piccoli dettagli. L'apocalisse c'è stata e tornare indietro pare impossibile (da qui il titolo "You Can (Not) Redo", "(Non) Puoi Tornare Indietro"). Lo sbalzo è stato decisamente eccessivo, quasi ci fossimo persi un pezzo, ma l'autore probabilmente voleva farci sentire come Shinji al suo risveglio: persi e spaventati, in un mondo a noi totalmente estraneo.
Inoltre, il personaggio di Kaworu qui viene più approfondito (abbastanza carine le scene al pianoforte con Shinji), e le battaglie degli EVA non deludono mai (soprattutto grazie
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
all'attivazione consapevole della modalità Berserk, già vista nel 2.22[fine spoiler]). Infine, il simbolismo e la sensazione di essere "presenze infinitesimali in uno schema quasi divino", visti nella loro forma migliore in Endo of Evangelion, ritornano nella battaglia finale, soprattutto grazie all'ambientazione. C'è del potenziale, c'è una base, decisamente... ma occorre attendere il 3.0+1.0 per vedere se verranno effettivamente sfruttati.

Inutile poi dire come audio (doppiaggio italiano compreso) e animazione siano su livelli altissimi.

Detto ciò, per me "Evangelion 3.33: You Can (Not) Redo" è da 7.

È un film d'animazione godibile, ma non è un film di Evangelion.