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<b>Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler</b>

Finalmente mi trovo a recensire uno degli anime più avvincenti che sono stati tirati fuori in questa stagione. Quando si parla di "Re:ZERO -Starting Life in Another World-", si parla di un anime complesso, quindi non basta il semplice bello/brutto, bisogna scavare bene. Giustificherò subito il mio 8, che dopo ciò che ho detto potrà sembrare un contrasto, ma c'è un motivo ben specifico. L'anime pecca, pecca in punti in cui una serie da doppia stagione non può peccare. Ma andiamo con ordine.

La trama dell'anime di sicuro è una elaborazione molto apprezzata, ossia la possibilità del protagonista di esprimere tutto il potenziale nascosto in un mondo fantastico, cosa che non sarebbe possibile all'interno del nostro mondo. Ma cosa accade quando il protagonista non ha nessuna capacità? Perché infatti è quello che sperimenta Subaru Natsuki, protagonista della serie, di fronte alle sfide che affronta nel nuovo mondo: nessun potere in particolare, nessuna capacità fisica, un uomo debole nel primo come nel secondo mondo, così debole da non riuscire a cavarsela da solo. Ma, se fosse tutto qui, allora la storia non avrebbe senso. Ecco che nella prima e stupenda puntata si delinea il quadro totale dell'anime; da qui si capisce che Subaru non ha possibilità in questo secondo mondo, ne ha infinite. Ecco il nostro starter, l'abilità tanto bramata da Subaru.

A questo punto si poteva procedere in due modi: Subaru sapeva sin da subito padroneggiare l'abilità oppure doveva imparare come fare. Eppure anche qui va oltre: Subaru ha paura, paura della sua capacità di avere il mondo in mano, per non 'spoilerare' troppo l'anime. Subaru teme ciò che ha dentro di sé. Ma cosa fare, fuggire? Combattere? Cosa? Da una iniziale prima partenza in cui Subaru trova la forza di affrontare forze mille e mille volte superiori a lui, a metà anime accade l'impensabile. Tutto si blocca. Subaru perde coscienza di sé stesso, e delle capacità che ha. A questo punto accade l'impensabile.
Voglio capire che si tratti di una persona solitaria, voglio capire che si trova in un mondo che non lo riconosce, voglio capire che ha paura di sé stesso e della sua abilità, voglio capire che nessun all'infuori di lui sa quanto ha sofferto per aiutare persone che aveva a cuore, voglio capire che ha tutti contro, ma non puoi bloccare la narrazione per cinque e più puntate per far maturare Subaru. Nemmeno se me le riempi di scene splatter, oppure eliminando la sigla di uscita, nemmeno aggiungendomi colpi di scena che, messi in quel modo, li percepisco come colpi della strega. Nemmeno finendo una puntata in modo apocalittico con uscita di titoli di coda da film. Ecco dove cade l'anime, una intera trama smembrata e lasciata a fermentare nella speranza che qualcosa accada. Si tratta comunque di un capitolo che serve a Subaru per riprendere la giusta visione di sé stesso e dei disastri che ha fatto a circa metà serie, e di fare ciò che sa e può fare, riprendere il mondo nella sua mano e affidarsi agli altri.

E qui arriviamo alla fase di uscita dell'anime. Questo è sicuramente il punto in cui si riprende la serie, dandoci un assaggio di pura forza e speranza, facendoci scendere qualche lacrima lungo il volto, di sane scene di battaglia, di vera e propria revenge. Subaru combatte, Subaru vince, gioca tutte le sue carte e si rifà una reputazione, come dice lui, ripartendo da zero.

Cosa ci lascia questa serie? In primo luogo il desiderio di una seconda stagione, per scoprire tutti i lati oscuri che sono rimasti in sospeso. Tuttavia non sento più quel desiderio di nostalgia che normalmente mi provocava smettere di vedere un anime dopo essermi identificato, purtroppo, con la debolezza del protagonista. Questo perché troppe volte si perde, con troppe puntate e scene riempitive inutili giusto per fare quei ventiquattro minuti. Ma a mio avviso rimane comunque un titolo apprezzabile, che di sicuro non può mancare nella libreria di esperienze di una persona.

Aggiungo solo un piccolo appunto. Nella seconda stagione, se si ripeteranno gli stessi errori di questa serie, davvero rischiamo un fallimento epico. Adesso sono finiti i tempi dei ripensamenti e delle paure. Si combatte, Subaru, e si vince. Alla prossima.